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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Longiano

Cosa è stato ritrovato: il corredo di un nobile guerriero e un antico carro che si potrà ricostruire

La sorpresa quando è spuntato dal sottosuolo il corredo funerario del nobile guerriero è stata grande. Non capita tutti i giorni d'altra parte, di imbattersi in un ritrovamento di tale rilievo

La sorpresa quando è spuntato dal sottosuolo il corredo funerario del nobile guerriero è stata grande. Non capita tutti i giorni d'altra parte, di imbattersi in un ritrovamento di tale rilievo. Questa sepoltura attesta che quel tratto di via Emilia tra Savignano e Longiano era centro di un'attività sociale ricca e articolata e questo ancora prima dell'espansione romana. Che cosa si è trovato esattamente?

Il corredo del guerriero

In un’area libera dalle strutture e dalle evidenze archeologiche ricollegabili all’antica pieve, è stata scoperta un’importante attestazione della fase preromana del Compito: una tomba di età orientalizzante, riferibile presumibilmente alla fine del settimo secolo a.C. All’interno di una fossa di grandi dimensioni (3,40 x 2 metri) è infatti stato trovato un ricco corredo composto da oggetti in ceramica, bronzo e ferro, riconducibili ad un personaggio maschile di alto rango, la cui appartenenza all’aristocrazia è segnalata da oggetti particolarmente preziosi e identitari: un elmo, due schinieri bronzei, un carro e un ricco corredo da banchetto. Alcuni oggetti, come le ceramiche e l’elmo, evidenziano forti richiami al mondo piceno, testimoniando una fitta rete di scambi e di relazioni. L’elmo e gli schinieri indicano poi il ruolo guerriero del defunto, mentre nel ricco corredo da banchetto posto nella sepoltura emergono vasellame ceramico e in bronzo, tra cui due bacili in bronzo, spiedi per la carne, alari e un coltello, tutti in ferro.

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Un carro che si può ricostruire

Il carro, nonostante sia caratterizzato da elementi in bronzo e ferro spesso sottoposti ai fenomeni di grave corrosione, presenta uno stato di conservazione - in particolare dei due cerchioni in ferro e di uno dei mozzi delle ruote del carro - che fa presumere una sua possibile ricostruzione.

Non è stato purtroppo possibile individuare i resti del defunto inumato che, mediante confronti con sepolture simili attestate nel mondo piceno, potrebbero essere stati collocati in un piano soprastante rispetto a quello del corredo e andati perduti, forse perché intercettati dalle arature moderne.

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La Pieve di San Pietro

Antica, ma comunque più "vecchia" di oltre mille anni è la Pieve di San Pietro, i cui resti sono stati i primi risultati emersi, ponendo così fine alla lunga diatriba relativa alla sua ubicazione. Presenza e riconoscimento dell’antica pieve di San Pietro, infatti, hanno a lungo diviso gli studiosi sulla coesistenza di due edifici al Compito: la pieve di San Giovanni, tuttora esistente, e appunto quella andata perduta di San Pietro, nominate contemporaneamente nei documenti del dodicesimo secolo, poste ad duos iactus lapidis (due tiri di sasso) e con due giurisdizioni diverse.

Sono così stati individuati due edifici sovrapposti tra loro, che documentano due distinte fasi : una più antica di difficile inquadramento cronologico (presumibilmente sesto-settimo secolo d.C.) e una più recente, in linea con le fonti che indicano come coesistenti le due pievi indicativamente nel dodicesimo secolo. Questa seconda fase della pieve, caratterizzata da un’aula unica (dimensioni 17x10 m), facciata posta a ovest e un probabile campanile presso il lato sud-est, si presenta come completamente demolita, confermando la lettera del 1577 con la quale il vescovo Castelli della diocesi di Cesena chiede la definitiva demolizione della pieve, ormai un rudere in abbandono, e l’innalzamento di una colonna con croce sul sito dell’antica chiesa. A causa dei limiti di scavo, di entrambi gli edifici mancano dati sulla chiusura verso est, pertanto non sono per ora ricostruibili le caratteristiche delle absidi.

Lungo i fianchi dell’edificio è poi emerso un sepolcreto da circa trecento tombe, con i defunti collocati supini prevalentemente all’interno di fosse semplici, prive di corredo. Infine, di eccezionale interesse è il piccolo edificio a pianta centrale rinvenuto a poca distanza dalla pieve, forse interpretabile come battistero, importante documento della funzione legata al sacramento del battesimo delle pievi.

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