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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Clima, la Cesena del futuro? Sempre più calda, meno piovosa e con tante notti insonni

Lo studio indica che la temperatura media annua tra il 1961 e il 1990 è stata di 13,3° a Cesena e 13.6° a Forlì. Tra il 2021 e il 2050 si prevede una temperatura media annua in provincia di 15,1°

Aumento della temperatura media di 1,6°C (+1,5°C in inverno e + 2,7°C in estate); diminuzione delle precipitazioni del 10,8% (da 770 a 710 millimetri all'anno); 26 notti “tropicali” (+14), fino a 28 giorni senza pioggia (+7) e 8 ondate di calore ogni estate (+5). E’ questo in estrema sintesi il risultato delle proiezioni climatiche per il trentennio 2021-2050 in Emilia-Romagna, se confrontate con il periodo climatologico di riferimento 1961-1990. Lo studio è stato condotto da Regione Emilia-Romagna, Osservatorio Clima di Arpae (Agenzia regionale per la prevenzione, l´ambiente e l´energia dell´Emilia-Romagna) e Art-ER (Attrattività Ricerca Territorio Emilia-Romagna), nell’ambito della Strategia regionale per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, e ha prodotto le schede di proiezione climatica 2021-2050 per ognuno dei comuni dell’Emilia-Romagna. La regione è stata suddivisa in otto aree omogenee (Aree Pianura Est, Collina Est, Crinale Est, Costa Nord, Pianura Ovest, Collina Ovest, Crinale Ovest e Costa Sud) e 10 aree urbane (Piacenza, Parma, Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Forlì, Cesena, Ferrara, Ravenna e Rimini).

Le 18 schede riportano ognuna le temperature medie, massime e minime previste; la precipitazione annua; il numero di notti tropicali estive (temperatura minima superiore ai 20°C); il numero delle ondate di calore; il numero di giorni secchi estivi (consecutivi senza pioggia). Le proiezioni climatiche locali sono state ottenute "regionalizzando" i dati dei modelli climatici globali attraverso complesse tecniche statistiche che ricollegano alle caratteristiche del territorio emiliano-romagnolo i modelli a grande scala. Il clima regionale di riferimento 1961-1990 è stato ricavato dai dati storici di temperatura e precipitazioni dell’ex Servizio Idrografico italiano del Ministero dei lavori pubblici - conservati e controllati presso l'archivio climatico regionale di Arpae - e i modelli globali Cmip5 (Coupled Model Intercomparison Project Phase 5), a disposizione di tutta la comunità scientifica. 

Lo scenario emissivo Rcp4.5 (Representative Concentration Pathway 4.5) è intermedio e corrisponde alla traiettoria attuale delle emissioni umane di gas serra. Fino al 2050 le proiezioni nei diversi scenari non appaiono molto diverse tra loro ed evidenziano cambiamenti ancora gestibili tramite adeguate misure di adattamento. Il confronto tra la proiezione 2021/2050 (centrata sul 2035) e il riferimento climatologico del 1961/1990 (scelto per coerenza con le indicazioni internazionali), è sì evidentissimo, ma è bene chiarire che buona parte di questo cambiamento è già avvenuto, ossia che non siamo assolutamente più nel “clima vecchio”: tra il 1991 e oggi è stato registrato infatti un velocissimo incremento termico, documentato nell’Atlante climatico dell’Emilia-Romagna.  

Lo studio indica che la temperatura media annua tra il 1961 e il 1990 è stata di 13,3° a Cesena e 13.6° a Forlì. Tra il 2021 e il 2050 si prevede una temperatura media annua in provincia di 15,1°. "Il dato brutale è che, prendendo gli andamenti degli ultimi 25mila anni, gli ultimi 100 anni non hanno niente di naturale, con un accumulo impressionante di anidride carbonica nell’atmosfera. In Emilia-Romagna negli ultimi 25-30 anni il cambio termico è stato superiore a quello globale di 1°C - riflette il consigliere regionale, Lia Montalti -. In Provincia le precipitazioni sono diminuite del 10%, quasi raddoppiate le notti da clima tropicale, con 8 ondate di calore medie ogni estate rispetto alle 5 della media del trentennio 1961-1990. Le giornate più calde diventano sempre più calde. Il dato politico è che la strada che abbiamo imboccato come Regione del Patto per il clima è l’unica percorribile, e che dobbiamo accelerare in questa direzione nonostante l’emergenza Covid-19 Anzi, dobbiamo accelerare in questa direzione anche per l’emergenza Covid-19".

"Il piano per arrivare all’abbattimento delle emissioni nette di gas a effetto serra e nel 2050, con una crescita economica dissociata dal consumo di risorse, per il 2050 previsto dalla Commissione Europea con il Green Deal europeo va affrontato con il massimo impegno già dalle prime battute - prosegue -. Servono interventi efficaci per trasformare entro il 2030 il Patto per il Clima in un nuovo Patto per il Lavoro sostenibile all’interno dell’economia circolare, con interventi efficaci per la conversione della nostra economia, creando nuovi posti di lavoro, nonostante l’abbandono dei vecchi modelli produttivi. Così come il percorso europeo si inserisce nei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile 2020-2030 presentati dall’ONU, così la Regione con la #SvoltaVerde deve inserirsi nel Green Deal europeo, cercando di promuovere iniziative che rientrino nella programmazione dei fondi europei per creare nuovi posti di lavoro non con lo sfruttamento di risorse già destinate, ma intercettando nuovi finanziamenti possibili. Insomma, non deve essere il cittadino o il mondo a dover pagare il prossimo modello di sviluppo, ma l’Europa, che ci mette a disposizione risorse che dobbiamo essere noi competenti ad intercettare e virtuosi e sensibili ad investire. Clima, salute, lavoro, comunità e benessere sono legati con un doppio filo Verde, in un preciso momento: proprio qui, proprio ora".
 

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