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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Cisl Romagna: "Anche a Forlì-Cesena pensioni al di sotto della media regionale. E' un problema serio"

“La situazione dei redditi da pensione è un problema serio - dichiara il segretario generale Cisl Romagna Francesco Marinelli -, ma con soluzioni possibili e concrete che possono essere realizzate con il giusto impegno e una visione di lungo termine"

In base ai dati forniti dal Mef nelle settimane scorse è possibile analizzare i redditi da pensione e vedere che in Romagna si registra nel 2021 un importo medio annuo di 18.208 euro contro  i 19.959 euro a livello regionale. Anche per quanto riguarda le province della Romagna, i dati mostrano una situazione disomogenea. La provincia di Rimini si posiziona al di sotto della media regionale con un importo medio annuo di 17.186 euro nel 2021, tuttavia questo dato rappresenta una crescita del +2,05% rispetto al 2020. La provincia di Ravenna, invece, registra un importo medio delle pensioni in linea con il dato regionale, pari a 19.302 euro nel 2021, anch'esso in crescita rispetto all'anno precedente (+1,63%). Infine, anche la provincia di Forlì-Cesena si colloca al di sotto della media regionale con un importo medio annuo di 18.135 euro, ma con una crescita del +1,81% rispetto al 2020.

Considerando gli sviluppi recenti, si ritiene che la riforma delle pensioni per il periodo 2023-2024 rappresenti un'urgenza che non può essere più rimandata.
Nell'incontro del 30 maggio, tra i sindacati e Governo, che segue le tre manifestazioni unitarie di CGIL, CISL e UIL del 6, 13 e 20 maggio, è stato comunicato che nei prossimi giorni il Governo avvierà un percorso di dialogo attraverso tavoli tematici che affronteranno anche le questioni legate alle pensioni e alla politica dei redditi.

"La situazione dei redditi da pensione rappresenta una preoccupazione a lungo termine - ha sottolineato la Segretaria generale dei Pensionati Cisl Romagna, Maria Antonietta Aloisi - I redditi bassi e il lavoro precario porteranno certamente a redditi ancora più bassi nei prossimi decenni. La forte precarietà che avanza sempre più nel mondo del lavoro ha portato i lavoratori a ricevere pensioni sempre più basse e purtroppo le donne sono quelle maggiormente penalizzate, costrette sempre più spesso a scegliere lavori part-time e discontinui per far fronte alle esigenze familiari. Inoltre, l'aumento dei prezzi colpisce le pensioni, e gli aumenti non compensano adeguatamente il costo della vita in continuo aumento".

“Come sindacato dei pensionati - continua Aloisi -, la CISL chiede da tempo l'obbligatorietà della pensione complementare per evitare che i nostri figli e nipoti vadano in pensione con meno della metà dell'ultima retribuzione. Inoltre, è importante ottenere una riforma fiscale che dia più risorse ai lavoratori e ai pensionati, favorendo i consumi e combattendo l'evasione fiscale, per una più equa distribuzione della ricchezza”.

La situazione degli anziani peggiora in caso di non autosufficienza visti gli alti costi per l’assistenza familiare che diventa insostenibile o solo parzialmente sostenibile. Le ragioni principali sono legate al crescente bisogno di assistenza da una parte, e all’indisponibilità futura di risorse, avendo già usufruito dei propri risparmi per mantenere il livello di assistenza attuale e necessario, dall’altra. La situazione diventa ancora più complessa per le famiglie che sono costrette a sostenere anche spese per le cure mediche o per l’acquisto di medicinali.

“L’assistenza domiciliare è una risposta preziosa alle esigenze di anziani e non autosufficienti, - continua la segretaria generale - ma per garantire un servizio di qualità è necessario sostenere le famiglie che si trovano ad affrontare questa difficile situazione, e le badanti che quotidianamente si occupano dei nostri cari”.
“Il disegno di legge ANZIANI, che noi chiamiamo della non autosufficienza, licenziato il 21 marzo 2023 dal Parlamento, segna un grande traguardo e una grande vittoria della FNP CISL, del Sindacato Unitario e di tutte quelle voci del sociale che abbiamo avuto accanto, dotando finalmente l’Italia, ultima tra i grandi paesi EU, di un quadro completo di assistenza per tre milioni e ottocentomila anziani fragili e in generale persone non autosufficienti. Ma questo traguardo è in realtà un punto di partenza, si tratta infatti di un disegno di legge che dovrà vedere i decreti attuativi approvati entro il 31 gennaio 2024”.

“In questo contesto, - chiosa la responsabile della FNP CISL Romagna - sarà cruciale garantire che ci siano risorse adeguate per attuare la riforma. L'Italia è il secondo paese al mondo, dopo il Giappone, per invecchiamento della popolazione, il che rende ancora più urgente un intervento strutturale. Certo è previsto un profondo riordino e ridefinizione di quello spezzatino che è stato fino ad ora il nostro socio-sanitario, ma permane e qui dobbiamo essere estremamente attenti come sindacato, il tema delle risorse necessarie, a prima vista del tutto insufficienti. Quindi - conclude Aloisi - si dovrà lavorare già dalla prossima legge di bilancio, perché una riforma di sistema di questo genere abbia gli strumenti e il sostegno adeguato per potersi attuare pienamente”.

“La situazione dei redditi da pensione è un problema serio - dichiara il segretario generale CISL Romagna Francesco Marinelli -, ma con soluzioni possibili e concrete che possono essere realizzate con il giusto impegno e una visione di lungo termine. La tutela del potere di acquisto delle prestazioni, la definizione di una pensione contributiva di garanzia per i lavoratori con carriere deboli come giovani e donne, la risposta alla questione del lavoro usurante e il sostegno alla pensione complementare, rimangono le priorità.

"La piattaforma sindacale unitaria sulla previdenza - chiosa il segretario - propone una vasta gamma di soluzioni che dimostrano come la questione delle pensioni richieda un approfondimento adeguato, analisi e confronti con i portatori di interesse dei lavoratori e delle lavoratrici destinatari delle proposte. La CISL non può accettare l'idea che la flessibilità si traduca in nuove e forti penalizzazioni per i lavoratori, con ulteriori riduzioni percentuali dell'assegno, come se quelle subite in occasione delle passate riforme non fossero già abbastanza pesanti per il valore delle prestazioni”.

"È di estrema urgenza e non più rinviabile una riforma fiscale che risponda ai principi di equità e solidarietà - continua Francesco Marinelli -. Come CISL, ci opponiamo fermamente alla flat tax e alla riduzione delle aliquote, sostenendo che tali misure favoriscano principalmente i redditi più alti. Da tempo abbiamo sollevato la richiesta di ampliare la base imponibile dell'IRPEF, eliminando i privilegi fiscali per i redditi provenienti da fonti diverse dal lavoro dipendente e dalle pensioni, e di rivedere le aliquote, le fasce di reddito e le detrazioni al fine di beneficiare i redditi medi e bassi. Riteniamo che sia di fondamentale importanza il contrasto all'evasione fiscale mediante l'utilizzo di strumenti digitali e l'adozione della fatturazione elettronica, per garantire maggiore trasparenza e tracciabilità delle transazioni. Infine sostiamo che l'aumento delle tasse sulle rendite, sulle grandi ricchezze e sugli extra profitti, potrà contribuire a ridurre la pressione fiscale e a sostenere il sistema di welfare.

"Inoltre -  conclude il segretario cislino - è importante garantire risorse adeguate per attuare la riforma delle pensioni e affrontare l'invecchiamento della popolazione in Italia. La tutela del potere di acquisto delle prestazioni pensionistiche, la definizione di una pensione contributiva di garanzia per i lavoratori con carriere deboli e il sostegno alla pensione complementare sono alcune delle soluzioni proposte per affrontare la questione delle pensioni. Infine, una riforma fiscale equa, che ampli la base imponibile, contrasti l'evasione fiscale e aumenti le tasse sulle rendite e sulle grandi ricchezze, potrebbe contribuire a sostenere il sistema di welfare e ridurre la pressione fiscale”.

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