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Cronaca

Chiesa in lutto: muore a 100 anni don Antonio Balestri

I funerali saranno celebrati lunedì 21 marzo, alle 15, nella chiesa di San Carlo di Cesena, dal vescovo di Forlì-Bertinoro Livio Corazza

Si terranno lunedì, alle 15, nella chiesa parrocchiale di San Carlo di Cesena, i funerali di don Antonio Balestri, decano del clero forlivese, scomparso giovedì scorso a Cesena all’età di cento anni. I funerali saranno celebrati dal vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Livio Corazza. Nato a Forlimpopoli il 24 maggio 1921, don Antonio viveva dal 1988 in un appartamento accanto alla chiesa cesenate di San Carlo, dando una mano al parroco locale, prima don Federico Mortani e da ultimo don Giovanni Savini, con la celebrazione della Messa e le confessioni. Ordinato sacerdote nel 1944 nell’allora diocesi di Bertinoro, dopo una prima esperienza a Paderno, sulle colline di San Vittore, don Antonio nel 1950 divenne parroco di Civitella di Romagna. Trasferitosi a Ventimiglia, in Liguria, nel 1966, vi esercitò il ministero di parroco per 19 anni. Nel 1988 era tornato in Romagna, andando ad abitare assieme alla sorella a San Carlo di Cesena. Della sua lunga vita da prete se n’è occupato il periodico “Corriere Cesenate” nel maggio scorso, in occasione del suo centesimo compleanno.

“Prima a Paderno – racconta il sacerdote nell’articolo celebrativo a firma di Sabrina Lucchi - poi nell’anno santo 1950 mi affidarono la parrocchia di Civitella di Romagna che ho guidato per 16 anni. Nel frattempo si svolgeva il Concilio Vaticano II”. Don Antonio ritorna con la mente alle tappe fondamentali del suo cammino: “Mentre il mondo assisteva allo sbarco sulla Luna, mi spostai nella piccola parrocchia di Terzorio, nel territorio tra montagna e litorale tra Imperia e Sanremo. Ma il cuore continuava a battere anche per la Chiesa ‘mamma’ dove sono nato e cresciuto, quel Bertinoro che nel frattempo si era unita alla Diocesi di Forlì. E così, con discrezione e un poco nel nascondimento come è stata tutta la mia vita, sono rientrato in Romagna, venendo ad abitare qui a San Carlo e servendo anche la Chiesa di Forlì. Qui sono stato ben accolto e coinvolto nelle attività della parrocchia. Fino a quando ho potuto, ho dato attività e preghiera. Ora posso solo pregare. E sono qui”.

Don Antonio era entrato in seminario a Bertinoro subito dopo le scuole elementari. “Fin dal primo giorno – racconta al Corriere Cesenate - vestivamo il cappello rotondo e la veste lunga fino ai piedi. Eravamo vestiti da preti fatti. Dopo il ginnasio, ho proseguito con lo studio di Teologia al Regionale di Bologna. Eravamo diaconi, ma l’ordinazione è stata rinviata di un anno a causa della guerra. In dieci anni di seminario ho maturato il pensiero che il prete è uomo che riceve da Dio la vocazione non per sé, ma per gli altri. Il prete è l’uomo per gli altri, per portare agli altri la preghiera e dei sacramenti”. La prima parrocchia di Paderno, al confine della diocesi di Cesena, fu ‘vinta’ per concorso, come allora usava: “Eravamo in sei, c’era un brano da commentare. Fummo tutti promossi”. Annuario di Forlì-Bertinoro alla mano, con la scomparsa di don Balestri, il numero dei preti diocesani scende a 73. Il suo posto come decano dei sacerdoti forlivesi viene preso da don Remigio Zampieri, classe 1930 e amministratore di Santa Marina in Particeto.

Piero Ghetti

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