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Cronaca Cesenatico

Cesenatico, Confcommercio dura sul bilancio: "Non si pensi alla tassa di soggiorno"

"Il sindaco Gozzoli lamenta il fatto che senza tassa di soggiorno non si riescono a fare investimenti, ma Comuni a due passi da casa nostra fanno quadrare i bilanci senza aver applicato la famigerata tassa"

Quello presentato a associazioni di categoria e forze sindacali dall'amministrazione comunale di Cesenatico è un bilancio preventivo per il 2017 arrancante e di basso profilo,  che non può soddisfare. Il netto giudizio viene da Confcommercio di Cesenatico e rivolto al sindaco Matteo Gozzoli. “I tempi sono senza dubbio difficili – affermano il presidente Giancarlo Andrini e il responsabile Roberto Fantini - e il bilancio comunale non può che risentirne. Ma Cesenatico ha bisogno di altro, come è stato ben evidenziato anche nella serata del confronto tra i candidati all’azienda di soggiorno promosso da Confcommercio. Al di là dei tagli già attuati all’insediamento del nuova giunta, ne sono stati previsti altri per 600mila euro che verranno operati in settori trasversali. Non ci sono disponibilità per i grandi investimenti e i 700 mila euro su cui l’amministrazione può contare verranno utilizzati per l’ordinarietà; asfaltature, piste ciclabili e manutenzione del verde. Diverso il discorso dei cinque milioni per le opere sul porto canale su cui il Comune spera di attingere ai fondi Ue. Vedremo”.

“Il sindaco Gozzoli – aggiunge il presidente Andrini - lamenta il fatto che senza tassa di soggiorno non si riescono a fare investimenti, ma Comuni a due passi da casa nostra fanno quadrare i bilanci e investono in qualità urbana senza aver applicato la famigerata tassa. Cesenatico ha bisogno di grandi opere: l’ultima realizzata di un certo livello è stata quella dei Giardini al Mare, seguita dall’Grand Hotel da Vinci, ma quest’ultima è opera di un privato. Cesenatico deve volare alto, non può navigare a vista. Certo: l’investimento dei 700mila euro per opere necessarie come quelle citate è comunque positivo perché si interviene su criticità lamentate anche dai turisti che si ritroveranno così una città con meno nei e lati oscuri. Ma non basta tutto questo. Si vocifera che la tassa di soggiorno possa essere introdotta ma il fatto che Eni abbia rinunciato a fare ricorso per l’Imu delle trivelle, novità positiva degli ultimi giorni, consentirà al comune di sbloccare i due milioni e mezzo già incassati e quindi probabilmente verrà evitato il balzello. Ma, oltre a investimenti per grande opere, Cesenatico deve rimpolpare l’offerta di eventi. Fino a cinque anni fa il Presepe della Marineria era la regina delle attrattive rivierasche romagnole, ma nel frattempo Cervia, Bellaria e Riccione si sono messi di buon buzzo e hanno creato eventi natalizi di alto livello, mentre Cesenatico è rimasto al palo, per mancanza di risorse”.

“In momenti di ristrettezze – prosegue il presidente Confcommercio di Cesenatico - il Comune può sopperire percorrendo altre strade: ad esempio consentire alle imprese di andare avanti da sole alimentando spinta propulsiva, ma liberandole almeno da lacci e laccioli prodotti dai balzelli dei regolamenti del suolo pubblico, del rumore, di quello edilizio che blocca i progetti di investimento degli alberghi. Il sindaco si lamenta che gli oneri di urbanizzazione sono quasi azzerati: certo, allora proviamo a mettere le imprese nelle condizioni di investire e ristrutturare attraverso strumenti urbanistici più premianti e favorevoli. Cervia, vicino a noi, comune amico ma anche competitor, ha rilanciato il suo centro storico mettendo mano a regolamenti, creando percorsi agevolati per le imprese e favorendo l’insediamento di attività capaci di rivitalizzare il centro urbano”.

“In questo quadro così complesso – passa a un'altra nota dolente il presidente Andrini - si inserisce l’aumento del 15% della Tari. Oltre all’adeguamento annuale delle tariffe è stato introdotto questo incremento secco per contribuire al pagamento del insoluti. Tu sei virtuoso e paghi il tuo, che è già molto: in più devi aggiungere la tua parte per chi non paga. A parte che bisogna intensificare i controlli sui morosi perché se si fanno una volta ogni cinque anni questi hanno tempo di andare a stare altrove e dileguarsi, questo provvedimento è iniquo alla radice. Ci sono ristoranti che pagano otto, diecimila euro di tariffa rifiuti, una cosa pazzesca e ingiustificata. Se non si interviene a riparare queste storture si faranno secche le imprese spina dorsale del centro turistico, e a quel punto ne risentirà tutta la città. 

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