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Cronaca

"La storia della città rischia l'oblio e la dispersione"

La dissennata e miope politica dei "tagli e fare cassa" trionfante a livello nazionale sta colpendo duramente anche a Cesena il settore Cultura in generale e in modo particolare i Beni Archeologici della città

"La dissennata e miope politica dei “tagli e fare cassa” trionfante a livello nazionale sta colpendo duramente anche a Cesena il settore Cultura in generale e in modo particolare i Beni Archeologici della città, aprendo in tal modo uno scenario futuro  assai preoccupante". Questo l'incipit di una lettera scritta da Denis Capellini ispettore Onorario per l'Archeologia.

"Trenta anni di volontariato di chi scrive, validamente coadiuvato dal Gruppo Archeologico Cesenate, in collaborazione con la competente Soprintendenza regionale, hanno consegnato alla nostra città un patrimonio invidiabile, a costi zero per la collettività: solo in minima parte è oggi visibile presso il Museo Archeologico, nella Biblioteca Malatestiana (quando aperto e usufruibile sic!), grazie ad una recente risistemazione con limitato ampliamento delle collezioni esposte, data la cronica carenza di spazi. D'altronde il progetto della “Grande Malatestiana” (che potrebbe risolvere  in modo ottimale, in virtù di nuovi spazi acquisiti, anche la “visibilità” delle nostre collezioni archeologiche) purtroppo è fermo e non è dato sapere quali saranno gli sviluppi futuri".

"Nell'ultimo quindicennio l'occasione di Mostre temporanee, sponsorizzate e/o promosse dalle precedenti Amministrazioni o da Enti Privati, avevano permesso alcuni importanti momenti espositivi, benché parziali e tematici,  pur tuttavia assai significativi per la conoscenza e la valorizzazione del nostro patrimonio. Furono promosse, nel comune sforzo di valorizzare i nostri Beni storico-archeologici, iniziative talvolta sfociate in episodi di alto profilo culturale con ricadute a livello regionale e nazionale: mi riferisco in particolare al progetto di stesura della “Carta delle Potenzialità Archeologiche” del territorio, e alle indagini esplorative del colle Garampo, con la prospettiva di apertura di un Parco Archeologico della Città, progetti entrambi rimasti oggi interrotti al loro stadio iniziale".

"Nel frattempo la ricca raccolta archeologica della città, frammentata e stipata nei magazzini della Soprintendenza, rischia un lento e progressivo oblio con inevitabile futura dispersione. In particolare ricordo la collezione di maioliche malatestiane e rinascimentali, un inedito di estremo interesse per Cesena di cui si ignorava l'antica produzione ceramica. Alcune centinaia di pezzi, restaurati in gran parte a cura del Gruppo Archeologico Cesenate, già usufruibili, sarebbero pronti per un allestimento museale".

"L'ex assessore alla Cultura Daniele Gualdi, consapevole della necessità di tutelare e valorizzare questo patrimonio, nel suo ultimo mandato, aveva sostenuto la necessità di allestire un'esposizione permanente di una scelta mirata di maioliche, nel piano superiore dell'ex casa del custode entro la cornice della corte della Rocca. Erano già stati stanziati 100.000 E. che coprivano le spese di adeguata sistemazione dei locali, e il progetto di disposizione luce-arredi affidato all'arch. Cesare Mari. La cura scientifica dei pezzi e dell'esposizione era affidato al Volontariato di esperti e del Gruppo Archeologico. Nel marzo scorso, quando si sarebbe dovuto passare alla fase operativa, l'attuale Amministrazione ha annullato unilateralmente il progetto (già praticamente esecutivo) dicendo di avere intenzione di utilizzare diversamente quegli spazi. E così, morale della favola, il patrimonio archeologico della città resterà “invisibile” poiché il motto “tagli e fare cassa” impera sovrano anche a Cesena".
 

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