"Che il servizio civile riposi in pace", corteo funebre per il centro
Hanno pensato a tutto: corona di fiori, feretro trasportato in spalla dalla Barriera al Palazzo del Capitano dove è stato energicamente distrutto a pedate. E' la fine di un'era?
C'è chi, con il primo sole, si gode la primavera e chi scende in piazza a manifestare. Sono cinquanta ragazzi del servizio civile che hanno partecipato al corteo funebre proprio del servizio civile. Hanno pensato a tutto: corona di fiori, feretro trasportato in spalla dalla Barriera al Palazzo del Capitano dove è stato energicamente distrutto a pedate. Il gesto è simbolico, ma è da prendere sul serio perché... “è l'unica forma concreta che ci ha dato lo Stato per avviarci sulla via del lavoro e ora gli tagliano le gambe” questo il laconico commento di Michel che è in forze alla Biblioteca Malatestiana ancora per pochi giorni.
La richiesta della cinquantina di manifestanti è semplice: il servizio civile ha le ore contate, ma qualcosa si può ancora fare. “Va riformato. Ad esempio bisogna aprire le porte a immigrati di seconda generazione – ha aggiunto Oscar Evangelisti di Arci, organizzatore dell'evento– sono nati e cresciuti qui, ma non possono accedere ai bandi”.
Come accennato alla fine del corteo, che ha suscitato apprezzamenti lungo il percorso, il feretro è stato preso a calci senza esitazione per simboleggiare quella che potrebbe essere la fine di un'epoca fatta di stenti e privazioni. Ancora Oscar Evangelisti: “La situazione è difficile anche perché non c'è un governo. A chi ci si appella in questi casi?”.