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Cronaca

Cesena integrata in Romagna? Sel rintuzza il sindaco: "Università, teatro e Ausl dimostrano il contrario"

Il "progetto Romagna" che lancia il sindaco Paolo Lucchi per il 2014, nei suoi propositi per l'anno nuovo, incontra la polemica di Sel, il partito alleato del Pd che sostiene lo stesso sindaco.

Il “progetto Romagna” che lancia il sindaco Paolo Lucchi per il 2014, nei suoi propositi per l’anno nuovo, incontra la polemica di Sel, il partito alleato del Pd che sostiene lo stesso sindaco. Se da una parte Lucchi spiegava che una delle priorità è integrare Cesena nel più ampio territorio romagnolo , dall’altra parte Riccardo Caporali,  coordinatore della Federazione cesenate di Sinistra Ecologia e Libertà, elenca le sue obiezioni.

Premette Caporali: “Ho letto e in buona parte apprezzato le dichiarazioni del Sindaco Lucchi alla stampa sulle prospettive della nostra città. A partire dalla consapevolezza di una emergenza che va affrontata con la barra rivolta alle priorità del lavoro, dei servizi, della scuola e della cultura. E soprattutto, a partire dalla consapevolezza dell’assoluta necessità di pensare il futuro attraverso una sempre più intensa e fattiva collaborazione tra le realtà romagnole, superando campanilismi e personalismi di qualsiasi genere, che finirebbero per indebolire tutti e forse, in modo particolare, proprio Cesena. Pongo tuttavia, all’interno di questa condivisione, alcuni seri problemi di coerenza”. Ed elenca Caporali.

Serinar depotenziata.  “Non è coerente, con l’obbiettivo che Lucchi chiama «città Romagna», il lungo tentennamento che la giunta ha avuto e continua ad avere su Se.ri.nar. L’Università di Bologna, ridimensionata nel numero degli iscritti rispetto a 20 anni fa, non pone certo il decentramento romagnolo tra le sue priorità, tanto da agire, al contrario, nella direzione di un rientro nel capoluogo di molti docenti e insegnamenti. In risposta a questa tendenza servirebbe l’unificazione romagnola degli attuali enti di sostegno, così da creare un interlocutore più autorevole ed efficace nei rapporti con Bologna. Arrivare invece ad adombrare lo scioglimento di Se.ri.nar, come avrebbe fatto il vicesindaco di Cesena a una riunione informale dei soci, non solo va nella direzione opposta, ma mostra una improvvisazione francamente inaccettabile e pericolosa: la liquidazione di Se.ri.nar comporterebbe un enorme spreco di risorse pubbliche, e graverebbe soprattutto e più pesantemente proprio su Cesena, chiamata a rispettare oneri e contratti  stipulati di recente e pertanto di più lunga durata. E comunque non si dovrebbe scherzare col fuoco. Perché in ballo ci sono la sopravvivenza e la consistenza dell’insediamento universitario romagnolo”.

Teatro Bonci federato coi teatri romagnoli. Protesta Caporali: “Non è coerente, con la prospettiva di un’ottica di integrazione romagnola, persistere nell’adesione ad Ert. La nostra presenza in questo ente si è finora risolta nella possibilità di spendere gli stessi soldi del contributo che a quell’ente versiamo, e niente di più. Con l’aggravante che il modo in cui quei soldi vengono spesi è deciso da altri e non da noi. La presidenza cesenate, su questo piano, non ha cambiato niente. E senza contare che oggi Ert è impegnato in una operazione di salvataggio dell’Arena del Sole di Bologna a dir poco avventurosa, perché come minimo, insieme ad alcuni milioni (milioni!) stanziati da altri, impegna l’Ente (e cioè i suoi soci, e cioè anche noi) a una esposizione finanziaria di 800.000 euro. Da anni Sinistra Ecologia e Libertà propone l’uscita del Comune da Ert, una temporanea gestione diretta del Bonci e, in prospettiva, la creazione di una federazione romagnola dei teatri: un obbiettivo, questo sì, coerente con una più intensa collaborazione con le altre città della Romagna”.

Ausl unica e spartizioni. E infine l’ASL unica. “Si vanno dimostrando tutt’altro che infondati i timori che abbiamo più volte espresso, e che Sel ha reso espliciti in Consiglio Regionale, non sull’operazione in quanto tale, ma sul modo in cui viene portata avanti: senza una vera anima politica, senza un progetto di lungo respiro. Alla fine, lo sanno tutti, l’operazione si risolverà nella distribuzione delle cariche dirigenziali tra Ravenna, Forlì e Rimini, con il “contentino” a Cesena della sede amministrativa e della presidenza della conferenza dei sindaci. Non è certo un segno di autorevolezza del cesenate, tanto meno di quella “regia” della quale in qualche modo ci si è vantati in questi mesi. È semmai, al contrario, un segno di debolezza della nostra Asl e del modo in cui è stata diretta negli ultimi anni: cose che abbiamo denunciato pubblicamente e ripetutamente (per non parlare della preoccupante condizione del Bufalini), ottenendo per lo più difese burocratiche e d’ufficio. Io credo che ora il Sindaco, fin qui troppo acquiescente (come quasi tutti i sindaci) rispetto alle scelte di volta in volta compiute (o non compiute) dalla dirigenza dell’Asl, debba accettare come una sfida positiva la sua più che probabile nomina al vertice della conferenza dei sindaci: e che debba farlo rivoluzionando il “contentino”, con l’obiettivo assolutamente nuovo di rimettere le decisioni strategiche della nuova Asl nelle mani della discussione pubblica e della decisione politica”.

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