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Cronaca

L'esperta: "Ecco perchè il gioco d'azzardo è irresistibile"

Chiara Pracucci, psicologa cesenate è esperta di ludopatia ed è autrice del saggio di approfondimento intitolato "All in, il gioco d'azzardo patologico" edito da Alimat, 2009

Chiara Pracucci, psicologa cesenate è esperta di ludopatia ed è autrice del saggio di approfondimento intitolato “All in, il gioco d'azzardo patologico” edito da Alimat, 2009.  Approfondisce questo tema spiegandone le problematiche ad esso connesse . “Una mia dichiarazione? Non si gioca per vincere ma si perde per poter giocare".

Chiara, cosa si intende per ludopatia?
“E' un disturbo del controllo degli impulsi, riguarda quelle persone che non sono in grado di gestire lo stimolo di giocare d'azzardo. Quellepersone che si organizzano attorno al gioco e al pensiero del gioco. Questo compromette le tre grandi aree della vita del soggetto: quella sociale, familiare e lavorativa. La tendenza è quella di spendere una quantità sempre maggiore di denaro, di minimizzare quello perso, credere di potersi rifare ogni volta. Sono distorsioni che fanno vivere il giocatore in un costante pensiero di essere vicino alla grande vincita. Si struttura un pensiero magico/onnipotente che fa credere al giocatore di poter prevedere gli esiti del caso. Si sfida il fato nella pretesa di controllarlo”.

Cosa differenza il gioco sociale da quello compulsivo?
“In quello d'azzardo puoi giocare da solo, ovunque, di continuo e senza alcuno sforzo creativo. L'opposto rispetto all'idea di gioco pura e classica. Il mercato del gioco d'azzardo è stato calibrato sui giocatori. Pensiamo al superenalotto che qualche anno fa dava risultati a distanza di giorni, ora i giochi sono stati pensati per agevolare il comportamento compulsivo: sono velocissimi e con il risultato immediato. Se pensiamo a gratta e vinci e slot machine non è richiesta alcuna abilità cognitiva a differenza invece delle scommesse sportive o della schedine. Questo significa che tutti possono giocare e tutti sono sullo stesso livello. Nessuno escluso. Il mercato si è evoluto sulle debolezze delle persone”.

Anche per la ludopatia si può parlare di crisi d'astinenza?
“Sì, perchè non puoi più farne a meno, sei ossessionato dal pensiero di giocare. Il giocatore è assente, sfuggente, sempre meno disponibile al dialogo, in costante tensione. Tende ad allontanarsi dalla famiglia, dalla rete sociale, dal lavoro e vive una grande sofferenza e vive uno stato di disagio psicologico”.

I giocatori patologici come raccontano le proprie condizioni?
“Ricordo le parole di una donna che mi disse: “Io mi odiavo mentre andavo a giocare, odiavo il posto dove giocavo, odiavo come mi guardavano, ma amavo il silenzio dentro di me”. Questo spiega esattamente come il gioco, quando diventa patologico, ti porta ad uno stato emotivo distaccato dal reale. Riflettiamo: davanti ad una macchinetta si può essere soli ed essere chiunque e assumere un ruolo nuovo.
In un'altra occasione mi hanno detto: “Il gioco è sempre esistito, i soldi non bastavano mai, le bugie erano all'ordine del giorno, mi volevo distruggere”. Così un giocatore mi ha definito il suo stato d'animo nel momento in cui era un giocatore compulsivo”.

Cosa fa lo Stato e cosa possono fare le istituzioni più vicine?
“Lo Stato potrebbe diminuire e disincentivare la propaganda rispetto il gioco d'azzardo e informare esattamente sulla reale probabilità di vincita nello specifico dei vari giochi legali. La pubblicità ti dice: “Con il gioco puoi cambiare la tua vita”; in realtà dovrebbe essere chiara sul fatto che il “Vinci facile vinci adesso” è una bugia. Lo Stato, che avendo il monopolio acquisisce una percentale dell'incasso, vende una illusione. La realtà è questa, l'illusione di cambiare le cose affidandosi al caso. E soprattutto, in questo particolare periodo economico, sembra che le persone abbiano bisogno di crederci. Pensiamo al fumo da sigarette. Quando i costi sociali del fumo sono diventati molto alti, lo stato ne ha pagato i danni. E così lo ha proibito nei luoghi pubblici, ha proibito la pubblicità e per comprare le sigarette devi inserire la tessera sanitaria. Qualcosa è stato fatto. Dobbiamo aspettare che i costi da gioco d'azzardo (come l'assistenza ai ludopatici) diventino troppo alti per poter arrivare ad un piano esecutivo che preveda di togliere pubblicità e informare sui rischi. Ora c'è solo il messaggio del “Gioca consapevole” che lascia il tempo che trova, in fondo alle pubblicità”.

Cosa differenzia il gioco d'azzardo compulsivo dalle tossicodipendenze?
“La differenza è che il gioco d'azzardo è legale e non è coinvolta a una sostanza. Questo fa sì che sia una malattia totalmente basata sul meccanismo mentale e sul disagio psicologico. Non c'è un degrado evidente. Nssuno ha paura di un giocatore d'azzardo... è diverso per un tossicodipendente e un alcolista. In realtà la disperazione, la ricerca del denaro da spendere e lo stato emotivo è potente come nei tossicodipendenti e negli alcolisti".

E il gioco illegale?

"Ne parliamo la prossima volta..."
 

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