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Cronaca

Nessuna fusione tra le Ausl di Cesena e Forlì

La pietra sopra sull'ipotesi di fusione viene dalla Conferenza Territoriale Sociale e sanitaria. In questo modo si vuole puntare a sfide più complesse e potenziamento dei risultati

“L’impercorribilità di una fusione limitata alle aziende Usl di Cesena e di Forlì che, come anticipato in premessa, non è coerente con il governo strategico delle politiche sanitarie che questa Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria (Ctss) ha portato avanti negli ultimi anni e che limiterebbe la necessità ed urgenza di assumere sfide ancora più complesse, per potenziare i risultati sino ad oggi ottenuti in Area Vasta Romagna. Tutto ciò, preferibilmente proteso alla nascita di una Azienda sanitaria unica romagnola”.

E' questo il focus di un incontro della Conferenza territoriale che ha visto in prima linea il sindaco di Cesena Lucchi e quello di Cesenatico Buda. Il tema è quello della sanità e di un eventuale fusione delle Ausl di Cesena e Forlì. Ipotesi che è stata scartata.  Si parla più che altro di collaborazione. Nel verbale infatti si legge: “C'è propria piena disponibilità a definire, di concerto con le altre Ctss romagnole e con la Regione Emilia-Romagna, nel rispetto delle competenze e delle autonomie di ciascuno, un piano di lavoro che miri alla continuità dei servizi di prossimità più vicini ai cittadini, anche attraverso la valorizzazione dei presidi ospedalieri periferici e il perfezionamento delle loro vocazioni particolari”.

Le linee guida condivise dalla Conferenza sono: “Ridisegnare l’organizzazione delle cure in funzione della centralità dei bisogni dei cittadini, come, per altro, previsto dal PAL 2010-2012. Promuovere una pratica clinica ed assistenziale orientata al miglioramento continuo delle capacità professionali e all’implementazione dell’integrazione. Fra i servizi ospedalieri e la rete dei servizi socio-sanitari territoriali.
Continuare a semplificare l’accesso ai servizi, con particolare attenzione all’equità e alla trasparenza dei percorsi, soprattutto per quanto attiene al governo delle liste di attesa e al Pronto Soccorso”.

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