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Cronaca

"Cesena città sicura, lo dicono i dati", in consiglio anche Prefetto e Questore. Calano i furti, aumentano le rapine

Si è parlato di sicurezza insieme alle massime autorità del territorio nel primo Consiglio Comunale aperto per la giunta di Enzo Lattuca

Si è parlato di sicurezza insieme alle massime autorità del territorio nel primo Consiglio Comunale aperto per la giunta di Enzo Lattuca. Un tema sentito dai cittadini e proposto, con una mozione presentata lo scorso luglio, da Luigi Di Placido, vicepresidente del Consiglio Comunale nonché consigliere del gruppo "Cambiamo" a fronte di alcuni atti di vandalismo da parte di baby gang che agivano in centro storico e di una situazione di degrado in stazione. Il sindaco Enzo Lattuca ha aperto i lavori precisando la differenza tra sicurezza pubblica e sicurezza urbana. La sicurezza pubblica riguarda la prevenzione e la repressione dei reati e spetta principalmente alle forze dell'ordine, mentre la sicurezza urbana spetta alle amministrazioni e riguarda le politiche integrate per limitare il disagio, la marginalità, la povertà, il degrado di alcune zone. "Prima di tutto non voglio minimizzare il problema sicurezza - ha spiegato Enzo Lattuca - ma non vorrei che passasse il messaggio che è il primo problema della città. Cesena è una città sicura, e non lo diciamo noi, lo dicono i dati. Come amministrazione, tra l'altro, per la sicurezza urbana, settore che ci compete - ha spiegato il sindaco - stiamo già facendo molto e continueremo a fare. Del resto stiamo parlando di valori e di politiche proprie del nostro modo di vedere e affrontare le cose. E parlo di installazione di videocamere, di riqualificazione dei luoghi (come il progetto "un'altra stazione"), di controllo del vicinato, di decoro e pulizia di aree verdi per renderle più vitali e allontanare così il degrado e la frequentazione di persone poco raccomandabili. E mi riferisco anche a politiche sociali finalizzate all'integrazione, all'aiuto nelle situazioni di marginalità e povertà. Tutte azioni che mirano a migliorare la qualità di vita di ogni persona che abita a Cesena".

Se per il sindaco la sicurezza non è il primo problema di Cesena, per la Lega la sicurezza deve diventare l'argomento numero uno nell'agenda dell'amministrazione. "Contro il senso di insicurezza dei cesenati sentiamo proporre il calo dei furti - puntualizza Antonella Celletti della Lega - ma i dati non incidono sul senso di sicurezza. E' vero che nel 2020, anche grazie al lockdown, c'è stato un grande calo di furti in abitazioni e negli esercizi pubblici, ma, da una ricerca effettuata sui cittadini, solo il 28% ha l'impressione che i reati siano calati, mentre gli anziani e le donne pensano che siano addirittura aumentati. Alla domanda di sicurezza non dobbiamo contrapporre freddi dati statistici perché si ottiene solo indignazione o rassegnazione da parte dei cittadini. Di fronte a questo sentimento bisogna riconoscere il diritto ad avere paura".

Ma, dall'altra parte, c'è chi, invece, per lavoro, deve confrontarsi con dati e statistiche, studiando i trend per programmare azioni di contrasto ai reati. "Non posso permettermi il lusso di occuparmi della percezione della sicurezza - ha detto il Questore della Provincia di Forlì-Cesena dottor Lucio Aprile - Io mi occupo di dati e devo offrire risposte. Comparando i primi 10 mesi degli ultimi tre anni (2019/2020 e 2021) possiamo vedere che i furti negli esercizi pubblici, rispetto al 2019, nel 2020 sono calati del 40% e nel 2021, sempre rispetto al 2019, del 19%. Il 2020 non è un anno da tenere in considerazione perché essendoci stato il lockdown è stato un anno molto particolare. I raffronti significativi vanno fatti tra il 2019 e il 2020. Per quanto riguarda i furti in abitazione abbiamo gli stessi numeri più o meno, mentre per quanto riguarda le rapine, a Cesena, nel 2019 erano state 20, nel 2020 23 e nel 2021 35. Le rapine, quindi, sono in aumento, ma per farle schizzare in avanti basta una batteria di rapinatori che agisce anche nel giro di una settimana e il dato schizza avanti. Qui si tratta di otto rapine delle 35 commesse nel giro di due giorni da una banda di delinquenti che abbiamo preso subito dopo. L'approccio alla sicurezza in città deve essere oggettivo, scientifico. Il piano di controllo del territorio divide la città in due zone: una parte seguita dai carabinieri e l'altra dalla polizia di stato. Su questo piano generale si innesta un altro piano finalizzato alla riduzione del fenomeno dei furti che parte dalla georefenzializzazione dei reati. Individuiamo zone e orari in cui vengono perpetrati con maggiore frequenza i furti e su questa base effettuiamo servizi di controllo insieme a Guardia di Finanza, Polizia Stradale, Carabinieri e Polizia Municipale. Sappiamo quali sono le zone più a rischio: l'ex zuccherificio, il parco 11 settembre, la stazione ferroviaria. E per quanto riguarda la criminalità extracomunitaria, in questi tre anni abbiamo proceduto con misure di estradizione di parecchie persone: nel 2019 ne abbiamo eseguite 6, con accompagnamento, nel 2020 2 eseguite, nel 2021 5 eseguite. Inoltre il territorio di Cesena, non è solo difficile per l'estensione, ma anche per le diverse situazioni che si sono create e che riguardano l'ordine pubblico. Qui abbiamo la sede di Casa Pound, uno Stadio che richiama sostenitori, è stato inventato qui il format "No paura day" (con la prossima domenica siamo alla 35esima edizione). A questo format, tra l'altro, si è aggiunto quello del filone "no green pass" che ci impegna sia su Forlì che su Cesena anche due volte a settimana, a volta anche contemporaneamente. In più si verificano anche cortei antagonisti che si svolgono in contrapposizione ai "no green pass" e "no paura day". Insomma la situazione è abbastanza complessa, ma noi cerchiamo di rispondere nel miglior modo possibile alle esigenze del territorio". "I dati ci confortano - gli ha fatto eco il Colonnello Fabio Copolino, Comandante provinciale dei Carabinieri - ma non dobbiamo cantare vittoria, anzi dobbiamo fare di più,  non dobbiamo mai abbassare la guardia. Per questo penso che l'aumento delle telecamere di sorveglianza di cui ha parlato il sindaco ci darà una grande mano".

"Quello della sicurezza è un tema molto complesso - ha detto il Prefetto di Forlì-Cesena Antonio Corona - l'evoluzione del concetto ci ha portato a pensare a una sicurezza integrata. Ma non è un concetto appeso nell'aria, è un diritto implicito anche se non fa parte della Costituzione. Con i regimi dittatoriali si costringe il suddito a rispettare la legge e quindi gli altri si sentono conseguentemente sicuri, con le costituzioni di tipo liberale le cose cambiano: i cittadini hanno accettato di darsi delle regole che devono rispettare. Io spesso per banalizzare il discorso paragono le forze di polizia agli anticorpi, ai globuli bianchi. In un corpo sano sono pochi. Diventano molti quando un corpo sta male. Molti globuli bianchi non fanno benissimo. Se dobbiamo parlare di sicurezza come un problema significa che esiste una malattia alla quale non abbiamo dato risposta. E la malattia, secondo me, riguarda l'aver contrabbandato dei valori per altri. Il concetto di autorità, per esempio, si è affievolito e si vede proprio a partire da come lo vivono le famiglie. In un'eventuale contesa a scuola, un insegnante non ha mai ragione, è il figlio ad averla. Un reato diventa una marachella, una birichinata. E così stiamo perdendo di vista dei punti fondamentali della nostra società. La democrazia ha bisogno che tutti accettino e condividano le regole di base. Prima un vigile urbano in mezzo al traffico, intento a dirigerlo, aveva una sua autorità, ora rischia di essere steso dalla prima auto che passa".

Per quanto riguarda gli interventi dei gruppi consiliari, Capponcini (Cinque stelle) ha sottolineato il fatto che Cesena, in tema di sicurezza, nelle ultime classifiche sulla qualità della vita, è scivolato al 67esimo posto. "Io personalmente sono andato alla stazione perché come gruppo avevamo chiesto che ci fosse una pattuglia 24 ore su 24. Ma non abbiamo visto nessuna pattuglia neanche nelle ore di punta. Avevamo proposto anche di creare una sede distaccata alla stazione, in uno degli edifici che appartengono al Comune. Reggio Emilia ha distaccato una sede dei carabinieri in Stazione, potremmo farlo anche noi. Il problema sicurezza è sempre attuale - ha concluso Capponcini - dal punto di vista dei risultati, l'amministrazione Lattuca, rispetto all'amministrazione precedente, è migliorata, ma il suo operato, per noi, non è ancora sufficiente". Anche Denis Parise di "Cesena Siamo Noi" punta il dito sulle classifiche in cui Forlì Cesena scende di 8 posizioni nella qualità della vita. "Sulla sicurezza sociale perde 74 posizioni - fa presente Denis Parise - Nell'area urbana ci sono troppi spazi vuoti e non controllati, e mi riferisco al gasometro, al Cubo, al parcheggio Mattarella, al piazzale Carlo Marx, alla stazione. Spazi incontrollati e di degrado. Sicuramente servono azioni per rivitalizzare questi luoghi e a coordinarli dovrebbe essere proprio il Comune. Potrebbe essere la figura del Security Manager".

"E' l'inizio di un percorso sul tema della sicurezza - ha detto Luigi Di Placido, il consigliere di "Cambiamo" da cui è partito il confronto odierno - E' un momento importante, un segnale da dare alla città per arrivare a un momento condiviso, comune. Per quanto riguarda la zona stazione facciamo una considerazione perché è la zona più critica della città e non da ieri. Dal momento stesso che si decise di concentrare lì quasi tutte le scuole della città si doveva pensare a un presidio 24 ore su 24. Dal nostro punto di vista quando si parla di rigenerazione urbana, si può chiamare così solo se, per chi si insedierà in quel luogo, verrà data una certezza di sicurezza. Siamo felici del fatto che verranno potenziate le telecamere, quello che chiediamo è di mettere in connessione anche le uscite dell'E45. Questo, come detto, è l'inizio di un percorso che dovrà portarci a redigere, tutti insieme, un patto cittadino per la sicurezza, perché la sicurezza è un bene comune".

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