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Cronaca

Amianto, sempre meno lastre di eternit abbandonate: da 54 nel 2011 a 23 nel 2013

Stabile il numero degli interventi di rimozione e smaltimento, cala la quantità del materiale conferito in discarica. I dati del Rapporto Amianto 2013 del Dipartimento di Sanità Pubblica di Cesena

Nel 2013 il numero degli interventi di bonifica per la rimozione dell’amianto si è confermato sostanzialmente in linea con l’andamento del biennio 2010-2011, anche se si è registrato su tutto il territorio cesenate un calo della quantità di materiale conferito in discarica. Questa la fotografia del Rapporto Amianto 2013, redatto dal Dipartimento di Sanità Pubblica di Cesena, struttura deputata al controllo delle attività di smaltimento svolte sul territorio cesenate e alla quale sono segnalate tutte le operazioni di bonifica eseguite.

Superato l’effetto delle straordinarie nevicate che avevano portato nel 2012 ad un incremento esponenziale dell’attività di bonifica, nel 2013 i piani di intervento per lo smaltimento di materiale contente amianto sono stati 533 (rispetto ai 480 del 2010, ai 560 del 2011 e ai 814 del 2012), per un totale di oltre 1.738 tonnellate di materiale conferito in discarica (contro le 2.664 tonnellate del 2010, le 2.143 tonnellate del 2011 e le oltre 4 mila del  2012). La diminuzione rispetto al 2012 è stata di oltre il 50% dell’attività di bonifica e del 20% rispetto alla media del triennio precedente.

“A decretare questa contrazione dei ritmi di smaltimento –  spiega l’ingegnere Luca Scarpellini, referente Amianto del Dipartimento di Sanità Pubblica di Cesena – è stato l’effetto combinato della crisi economica e dell’attenuazione dei fattori incentivanti (neve, politiche incentivanti). Mentre le bonifiche di piccoli insediamenti prevalentemente a usi civili hanno mantenuto gli andamenti degli anni passati – precisa Salizzato - nel 2013 sono venute a mancare le grandi bonifiche dei contenitori artigianali e zootecnici, che avevano caratterizzato positivamente lo scorso triennio”.

Entrando nel dettaglio degli interventi, dei 533 piani di rimozione di amianto di cui il Dipartimento di Sanità Pubblica di Cesena ha seguito le procedure, due erano relativi a rimozione di amianto in matrice friabile, quello più pericoloso e da rimuovere con massima priorità. In particolare, uno di questi ha riguardato parti bruciate rimaste dopo che un incendio che aveva interessato un manufatto con copertura in eternit; in questi casi l’azione del fuoco, specie se vengono raggiunte elevate temperature di combustione, può destrutturare l’eternit, con un maggior rischio potenziale di rilascio di fibre.

Altre 7 pratiche hanno invece riguardato la manutenzione di tubazioni idriche con parti in cemento amianto di competenza di Hera, del Consorzio di Bonifica e della Società delle Fonti – Romagna Acque. I restanti 525 piani si riferivano a operazioni di rimozione di amianto in matrice compatta e quindi di minor pericolosità; tra questi principalmente l’eternit usato nei componenti dell’edilizia: lastre di copertura, pannelli per tamponamento, canne fumarie ma anche parapetti di balconi, piccoli serbatoi, tubazioni e altro.

Tutti i comuni del comprensorio territorio cesenate - pur nel calo generale delle attività di bonifica - sono stati interessati da operazioni di regolare smaltimento, a testimonianza del consolidamento di una cultura civica attenta alla presenza di materiali contenenti amianto e soprattutto all’effettuazione corretta delle operazioni di bonifica.

“La maggior parte degli interventi – aggiunge Scarpellini - riguardano il territorio di Cesena, il comune demograficamente più importante, dove si è svolta praticamente il 50% dell’attività di bonifica del 2013. In alcuni comuni di piccola rilevanza demografica, quali Roncofreddo, Borghi, Sarsina e Sogliano al Rubicone, sono stati smaltiti quantitativi di materiali contenenti amianto comunque significativi e comparabili, come ordine di grandezza, a quelli bonificati in comuni molto più popolati ed infrastrutturali”.

Un dato molto positivo è rappresentato dal numero degli abbandoni di lastre di eternit, in costante calo: dai 54 casi del 2011 si è passati ai 23 casi del 2013, con evidenti benefici, per la collettività sia in termine ambientale ma anche economici. Per quanto riguarda l’attività di controllo amianto, negli edifici residenziali, nei fabbricati dismessi e dove comunque non vi sia la presenza di lavoratori subordinati, gli accertamenti vengono attivatati prevalentemente a seguito di segnalazioni di cittadini.

Nel 2013 sono arrivate 62 segnalazioni di cittadini riferite alla presenza di cemento amianto, a seguito delle quali il personale tecnico del Dipartimento ha eseguito 90 sopralluoghi che hanno portato complessivamente all’emissione 21 proposte di provvedimenti per richiedere ai proprietari una valutazione della stato di conservazione della copertura, o in alternativa l’esecuzione di un intervento di bonifica. In 20 situazioni, i cittadini, dopo aver appreso i dettagli sulla normativa, hanno deciso volontariamente di collaborare per la risoluzione del problema, provvedendo alla tempestiva bonifica completa dei siti.

Nei cantieri, invece, gli operatori del Dipartimento di Sanità Pubblica di Cesena hanno compiuto 165 verifiche ispettive (176 nel 2012) per un totale di 155 cantieri controllati, dando la precedenza alle situazioni di maggiore criticità. A queste si sono aggiunte 13 campagne di campionamento dell’aria per verificare con precisione gli esiti delle operazioni di bonifica realizzate, per un totale di 36 campionamenti ambientali effettuati. In tutti i casi l’esito delle verifiche è stato positivo. E’ utile ricordare che, relativamente ai manufatti o alle coperture in cemento-amianto, al momento, non vi è obbligo di rimozione (almeno se lo stato di conservazione è discreto); gli stessi devono però essere mantenuti sotto controllo per verificarne lo stato di conservazione.

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