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Cronaca

Giovani architetti cesenati alla conquista dell’Europa

Un gruppo di giovani architetti del cesenate è volato a Copenhagen i giorni scorsi per ricevere una "menzione d'onore" per il concorso di progettazione europeo "Europan 11"

Un gruppo di giovani architetti del cesenate è volato a Copenhagen i giorni scorsi per ricevere una “menzione d’onore” per il concorso di progettazione europeo “Europan 11”. Tale concorso vede architetti europei competere nell’individuazione di nuove strategie per lo sviluppo delle periferie residenziali e la conseguente riqualificazione dell’abitare.
I giovani cesenati sono gli unici italiani premiati in questo contesto internazionale per un progetto di sviluppo di un’area di 300 ettari di una città della Danimarca.

Le firme sono degli architetti Davide Agostini di Cesena, Matteo Battistini di Mercato Saraceno, Steve Camagni di Bagno di Romagna, Francesco Ceccarelli di Longiano, Luca Landi di Predappio. Tema del concorso è la realizzazione di un nuovo comparto di espansione presso il Comune di Allerod, vicino Copenhagen, per la realizzazione di circa 600 alloggi con servizi. Filo conduttore e principio ispiratore del progetto è la sostenibilità. Una sostenibilità fatta non solo di principi tecnici come l’utilizzo di nuove tecnologie (fotovoltaici, pannelli solari...), ma anche di tutti quegli aspetti culturali che promuovano un sano stile di vita e la concreta percezione di vivere fianco a fianco con la natura e con le sue incredibili risorse.
Punto di partenza di tutto è rendere la stessa sostenibilità qualcosa di assolutamente attraente e divertente, che venga percepito non come privazione di qualcosa, ma come nuova possibilità per realizzare i propri desideri o più semplicemente come qualcosa di assolutamente naturale nella vita di tutti i giorni.

Il progetto crea un quartiere di ville davvero innovativo che punta tutto sulla risonanza e le strette relazioni che si creano fra territori e stili di vita delle persone che vi abitano. L’obiettivo è quello di portare la natura dentro al nuovo progetto così da creare un nuovo quartiere senza perdere l’identità dei vecchio villaggio esistente.
Gli “anelli volanti”, così vengono definiti i vari edifici dell’area, sono edifici che cercano di creare sistemi urbani più densi e quindi più sostenibili senza perdere la qualità delle tipiche ville danesi.

Il progetto

gli ideatori



La villa circondata dal proprio giardino viene rivista ed invertita: ora è la casa a ruotare attorno al proprio giardino, ovvero al proprio patio. In questo modo si possono creare più ville affiancate evitando di occupare ulteriori terreni vergini e concentrando l’edificato solo in pochi punti specifici. Così aumentano le aree libere, trattate a verde, permeabili: anche questa è sostenibilità. L’idea è quella di riorganizzare la villa tradizionale in strutture circolari che appaiono come onde del paesaggio. La forma “ad anello” è volta ad incentivare l’idea di comunità e presenta alloggi dal taglio diverso per soddisfare esigenze diverse: dai tradizionali nuclei familiari con genitori e figli alle giovani coppie, dai single agli anziani.

Un’idea fresca, forte, volutamente d’avanguardia per spezzare gli schemi della speculazione edilizia ed ispirare le persone verso nuovi orizzonti urbani. In un’Italia che oggi vive un momento difficile a livello internazionale, 5 giovani architetti portano la nostra nazione fra le prime posizioni europee. In un’Italia che vive oggi un grave momento di crisi economica, 5 giovani architetti vedono nella sostenibilità la strada per perseguire la qualità, nella convinzione che la qualità estetica e funzionale porti necessariamente ad una qualità economica.

In un’Italia che stenta a trovare una identità delle nostre periferie, un gruppo di giovani architetti che lavora nel nostro territorio, è riuscito a farsi appezzare in un paese all’avanguardia come la Danimarca, sia dal punto di vista della sostenibilità energetica che architettonica. Che sia il caso di coinvolgere questi soggetti anche nei tavoli di confronto che decidono il futuro delle nostre città e delle nostre periferie?
 

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