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Cronaca

Il centro profughi di Martorano apre le porte: come funziona la macchina dell'accoglienza

Un centro di assistenza per profughi a Martorano che funziona in maniera egregia e perfettamente inserito nel territorio della piccola frazione

Centro profughi Martorano

“La libertà per i nostri ospiti – dice la responsabile del progetto Anna Nanni – è la bicicletta con la quale si possono muovere liberamente per conoscere il territorio e meglio integrarsi. Una cosa fondamentale è l'insegnamento della lingua italiana che viene impartita da Cecilia Donati e il contributo del mediatore culturale Alessandro Bugnato che accompagna i ragazzi nelle loro incombenze e nelle strutture fondamentali della società italiana”. Un inserimento e una conoscenza dei luoghi e delle persone che può essere fatto solo se la comunità lo permette e la risposta degli abitanti di Martorano è sempre stata positiva, molto spesso gli agricoltori del posto portano frutta ed altro gratuitamente. La stessa spesa al supermercato è fatta direttamente dai profughi che in questo sono spesso aiutati dai dipendenti qualora non fossero in grado di spiegarsi bene in italiano.

“Il problema grosso per il quale il supporto è fondamentale – continua la responsabile – è il districarsi nelle questioni burocratiche e, una volta ottenuto il permesso di soggiorno che di solito  impiega circa quattro mesi, trovare un luogo di seconda accoglienza per frequentare corsi completi di lingua italiana e di avviamento al lavoro. In questo ci è di grande aiuto la Caritas Diocesana di Cesena. Già tre dei nostri ospiti ci hanno lasciato, due sono andati in un centro di secondo livello a Rieti, mentre un altro, Maicol, è a Forlì ma frequenta corsi qui a Cesena”. “Credo che l'antagonismo tra cattolici e musulmani sia solo sui giornali – dice don Andrea Budelacci  parroco di Martorano – i ragazzi vengono in parrocchia, utilizzano anche il campetto di calcio e molti  hanno imparato a conoscere le nostre festività religiose. Ci sono stati molto d'aiuto il vescovo Douglas Regattieri e il monsignore  Giorgio Biguzzi, missionario da una vita in Africa, che grazie alla sua esperienza ci ha permesso di entrare meglio in sintonia”. Lo stesso consiglio di  quartiere ha messo in atto tutte le proprie risorse per favorire l'integrazione in particolare con la scuola. “Il rapporto con il mondo scolastico – dice il presidente Fabio Testi – si è realizzato in sintonia con le maestre, abbiamo in progetto di verniciare un sottopassaggio che realizzeremo con i nostri ospiti e con i bambini della scuola elementare, inoltre sono stati già verniciate le porte e gli infissi dello spogliatoio del campo sportivo.” 

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