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Cronaca

Centro, compartecipazione dei commercianti? "Già paghiamo con le tasse..."

“Commercianti e artigiani già hanno pagato la loro quota, con le tasse. Particolarmente salate, fra l'altro. Non è sufficiente?”: è quanto argomenta Corrado Augusto Patrignani, presidente di Confcommercio

“Commercianti e artigiani già hanno pagato la loro quota, con le tasse. Particolarmente salate, fra l'altro. Non è sufficiente?”: è quanto argomenta Corrado Augusto Patrignani, presidente di Confcommercio Cesenate, sul tema del rilancio del centro storico. La questione si pone perché, a detta di Patrignani, sempre di più il Comune propone alle parti sociali un “nuovo tipo di ragionamento, che ci pare non abbia precedenti nella storia amministrativa di Cesena”, quello di finanziare gli interventi pubblici.

Spiega Patrignani: “A Carta Bianca il 30 gennaio l'amministrazione comunale chiese a commercianti, artigiani del centro e alle loro associazioni di mettere di tasca loro 400mila euro all'anno per costruire una sorta di fondo comune per valorizzare il centro storico, condizione imprescindibile - disse il sindaco Lucchi - per far sì che il Comune ne mettesse altrettanti. Nei giorni scorsi sempre l'amministrazione ha affermato che il fondo da lei messo a disposizione per promuovere le iniziative in centro non sarebbe equo nei confronti delle altre parti della città e ha paventato di abolirlo, chiedendo ai commercianti di togliersi loro i soldi di tasca. E ancora: l'amministrazione ha detto di essere favorevole a istituire il Project Manager per dirigere il centro storico, ma a patto che per metà lo paghino commercianti, artigiani e istituzioni. In passato sempre l'amministrazione ha detto di essere favorevole, o comunque non contraria, alla realizzazione di un nuovo parcheggio a patto che se lo pagassero i privati”.

“Inoltre commercianti, artigiani e imprese impiegano già loro risorse per promuovere varie manifestazioni, dai Cibi di strada al mercato europeo, solo per citarne un paio. Il fatto di richiedere la compartecipazione alla spese dequalifica la natura politica della scelta. Come se per sistemare il piazzale di una frazione si chiedessero la metà dei soldi ai commercianti e ai residenti che vi insistono. Diverso, invece, se la giunta dice che è fondamentale e prioritario sostenere il centro storico e destina la tal somma per gli interventi”.

Confcommercio rileva anche che “la massima unità d'intenti, a cui ci si richiama per la governance del centro storico in Zona A, l'organismo di cui fanno parte amministrazione e associazioni di categoria, è fondamentale e Confcommercio, in pieno spirito costruttivo, la auspica e dà il suo contributo per raggiungerla. Ma da parte sua l'amministrazione conosce inoltre la crisi in cui versano le attività, la loro difficoltà nella gestione della liquidità? Come si fa, allora, a chiedere soldi oltre alle tasse, e a volte anche molti perché 400mila euro sono un bel gruzzolo, dicendo che se non arrivano non si fanno le cose?”.

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