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Cronaca

Centri commerciali chiusi nei festivi e prefestivi, Cia-Conad: "Una beffa, assembramenti negli altri negozi"

Si leva la protesta di uno dei più grandi operatori della grande distribuzione. Luca Panzavolta, amministratore delegato di CIA-Conad è fortemente critico a nemmeno 24 ore dalla diffusione dei nuovi provvedimenti anti-contagio

Con la conferma fino al 6 gennaio della chiusura dei centri commerciali di qualsiasi tipo, dai classici ipermercati ai parchi commerciali, che non potranno aprire il sabato e la domenica per lo shopping natalizio, si leva la protesta di uno dei più grandi operatori della grande distribuzione. Luca Panzavolta, amministratore delegato di CIA-Conad è fortemente critico a nemmeno 24 ore dalla diffusione dei nuovi provvedimenti anti-contagio validi per dicembre e per le feste.

Dice Panzavolta: “Con tutta la pazienza e la calma di questo mondo chiediamo di spiegarci per quale motivo tra negozi della stessa tipologia non si possano vendere tutti gli articoli a disposizione dei clienti a seconda che i punti vendita siano all'interno o all'esterno dei centri commerciali.  on ci pare che questa disposizione francamente aiuti a difenderci meglio dalla pandemia. Anzi, genera una moltiplicazione delle presenze all'interno dei punti vendita creando disagi, malumori, inutili discussioni e aumento del rischio di assembramento”. 

“Se qualcuno rispondesse a questo quesito noi saremo in grado a nostra volta di spiegarlo ai tanti clienti che già provati, come tutti, dagli eventi di questo complicatissimo periodo, vedono solo aumentare i disagi e chiedono correttamente conto, esasperati, ai nostri operatori, a loro volta esausti, che sono costretti a spiegare il DPCM o l'ordinanza di turno che impedisce loro di acquistare insieme al pane o al latte, anche pannolini o carta igienica. Vien da dire: oltre al danno, la beffa”, è la posizione di Panzavolta. 

Sempre l'Ad di Cia-Conad: “Ho letto e apprezzato la riflessione di Giovanni Monti, presidente di Legacoop Emilia-Romagna, sulla chiusura nei festivi e prefestivi delle attività non alimentari presenti nei centri e nelle gallerie commerciali e sul fatto che tale decisione provoca una grave distorsione della concorrenza, in particolare nel periodo antecedente al Natale. Premetto che, di fronte alla notizia che il numero delle vittime giornaliere ha raggiunto mille persone, non si può che chinare la testa in segno di rispetto e augurarci che la vaccinazione di massa avvenga nei tempi più rapidi possibili. Noi come impresa radicata nei territori condividiamo e sosteniamo da sempre gli sforzi i sacrifici le aspettative delle Comunità dove lavoriamo e abitiamo. In tutto questo tempo siamo stati in prima linea con non pochi sacrifici per assicurare i servizi inderogabili ai nostri concittadini quali i generi di prima necessità. Abbiamo sopportato, come tutti, storture, provvedimenti di dubbia comprensibilità, interpretazioni molteplici, contraddittorie e in alcuni casi fantasiose da parte dei vari livelli istituzionali preposti al bene comune. Per rispetto e rigore non abbiamo mai detto nulla o sollevato questioni di alcun genere”. 

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