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Cronaca

Caso CRC, 12 ex amministratori finiscono a processo: di fronte a loro più di 650 parti civili

Il giudice ha deciso per 12 rinvii a giudizio, in ché significa che la stragrande maggioranza degli allora amministratori della CRC dovranno rispondere con un udienza pubblica dei reati che vengono mossi dalla Procura

Gli ex vertici storici della Cassa di Risparmio di Cesena andranno a processo. E' quanto stabilito dal giudice Luisa Del Bianco al termine della "maratona" dell'udienza preliminare, che si è sviluppata concretamente su più udienze per tutto il mese di giugno in tribunale a Forlì. Il giudice ha deciso per 12 rinvii a giudizio, il ché significa che la stragrande maggioranza degli allora amministratori della CRC dovranno rispondere con un udienza pubblica dei reati che vengono mossi dalla Procura (nelle persone del procuratore capo Sergio Sottani e del pm Francesca Rago).

Si tratta degli ex vertici della Cassa di Risparmio di Cesena, quelli che governarono l'antico istituto di credito cesenate prima della crisi che lo ha travolto e che ha successivamente comportato un risanamento "lacrime e sangue" per gli azionisti grandi e piccoli.  Come è noto l'operazione di salvataggio ha trasferito quasi totalmente la proprietà dalle Fondazioni bancarie e dagli investitori locali al Fondo Interbancario, e da questa verso una celere acquisizione da parte del gruppo Credit Agricole, tuttora in corso. Le indagini,  per false comunicazioni sociali e per ostacolo all’attività di vigilanza della Banca d’Italia, sono durate circa due anni e mezzo, chiuse con la richiesta di rinvio a giudizio per ben 13 persone, tra ex amministratori, ex direttori ed ex sindaci revisori del principale istituto di credito cittadino. Il gup Del Bianco ha accolto 12 richieste su 13. Esce di scena, a meno che non vi sia opposizione da parte della Procura, Dino Collinucci (ex vice direttore generale).  Il giudice alla fine ha ammesso tutti gli oltre 630 soggetti che hanno chiesto di partecipare al processo in qualità di danneggiati. Una vera e propria class action dal momento che la stragrande maggioranza di queste persone sono rappresentate in aula dagli avvocati delle associazioni di consumatori.

A processo finiscono dunque Germano Lucchi (ex presidente), Atos Billi (ex vicepresidente), Enrico Bocchini (membro del Cda), Giovanni Maria Boldrini (membro del cda), Francesco Carugati (membro del cda) , Pier Angelo Giannessi (membro del cda), Mario Riciputi (membro del cda), Giovanni Tampieri (membro del cda), Vincenzo Minzoni (presidente del Consiglio sindacale), Luigi Zacchini (membro del collegio sindacale) e Adriano Gentili (direttore generale). In particolare, nel mirino c’è il bilancio consolidato del 2012 della banca, nel quale per la Procura non sarebbe stato correttamente rubricato il credito che la banca vantava nei confronti del gruppo immobiliare Isoldi, classificato come “ristrutturato” nel bilancio quando invece per le accuse doveva essere inserito tra i crediti in sofferenza, anche su indicazione della Banca d'Italia che chiedeva maggiori accantonamenti. Questo avrebbe permesso di non esporre in bilancio maggiori perdite per 15 milioni di euro. 

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