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Cronaca

Caso Ramadan, Verona: "Quella lezione non andava interrotta, poteva essere l'occasione per parlare di Islam a scuola"

"C'è stato molto rumore, sicuramente una interpretazione eccessiva, un eccesso di zelo da parte dei due studenti musulmani. Sicuramente la lezione non doveve essere interrotta"

"C'è stato molto rumore, sicuramente una interpretazione eccessiva, un eccesso di zelo da parte dei due studenti musulmani. Sicuramente la lezione non doveve essere interrotta". Interviene così Carlo Verona, assessore alla cultura del Comune di Cesena, che esprime in modo molto chiaro il suo pensiero sul caso ancora 'caldo', accaduto in una scuola superiore della nostra città. Due alunni 16enni musulmani hanno chiesto all'insegnante di stoppare una lezione che prevedeva l'ascolto di un brano musicale di Fabrizio De Andrè. Una scelta educativa del docente, non certo un momento di svago, per accompagnare una lezione di letteratura. Un qualcosa, che secondo i due ragazzi, non era però compatibile con il Ramadan.

L'interruzione della lezione e la gestione del caso da parte di docente e dirigente scolastico hanno scatenato un polverone. La decisione sarebbe stata delegata ai genitori, ed eventualmente addirittura ad un Imam. In particolare sui social network, sono state roventi le polemiche e si è parlato di una discriminazione al contrario per tutti gli altri studenti, costretti a rinunciare a quel metodo didattico, perchè, a detta dei due studenti musulmani, non era compatibile con il loro regime di Ramadan.

"La didattica - spiega Carlo Verona - deve avere una propria salvaguardia, era una bella scelta far convivere musica e testo per approfondire un tema a scuola, bisognava trovare una mediazione con la minoranza che chiedeva il rispetto della propria religione".

"La lezione non andava interrotta - ribadisce l'assessore - sarebbe bastato un po' di senso pratico da parte dell'insegnante che probabilmente è stato spiazzato dalla richiesta dei due ragazzi, non certo usuale. Oggi abbiamo l'ausilio della tecnologia, bastava stampare il testo del brano, si sarebbe contemperato il diritto di chi quel brano voleva ascoltarlo, e di chi avrebbe potuto solo leggerlo". Questo il pensiero di Verona, fermo restando che "tutto è nato da una interpretazione sbagliata, o comunque eccessiva dei ragazzi" come ha spiegato sulla stampa locale lo stesso presidente della comunità islamica di Cesena. Non sarebbe infatti vietato in toto durante il Ramadan l'ascolto di musica, ma solo di brani a tutto volume con testi aggressivi o volgari. Non era sicuramente questo il caso.

Il rammarico dell'assessore è per le polemiche che si sono scatenate, "quella situazione poteva essere l'occasione colta al volo dall'insegnante per approfondire il tema del Ramadan e dell'Islam con tutti gli studenti presenti. In particolare ora che siamo in tempo di guerra il dialogo è fondamentale, soprattutto a scuola, poteva essere una occasione per discutere di alcune usanze altrui che rispetto, e che ho avuto modo di conoscere personalemente in Marocco".

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