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Cronaca

Caso Dionigi, Di Placido: "L'assessore prende in giro, restano 10 domande senza risposta"

"Se l'Assessore Dionigi resta stupito dalle mie dichiarazioni, io invece mi sento preso in giro. Non me lo sarei aspettato da lui, e questo mi dispiace e, soprattutto, mi irrita"

“Se l’Assessore Dionigi resta stupito dalle mie dichiarazioni, io invece mi sento preso in giro. Non me lo sarei aspettato da lui, e questo mi dispiace e, soprattutto, mi irrita. Mi irrita perché a fare la parte dello sprovveduto non ci sto. Non ci sto proprio”: è la risposta che arriva a Luigi Di Placido, esponente dei LiberalDemocratici all’assessore Dionigi, al centro di una bufera politica in Comune per i suoi rapporti con una società che si è aggiudicata un affidamento diretto da 36mila euro.

Dice Di Placido: “Come Liberaldemocratici abbiamo posto 10 domande molto chiare al Sindaco Lucchi, all’Assessore Dionigi, insomma all’Amministrazione. Siamo cittadini, abbiamo utilizzato uno dei mezzi che abbiamo a disposizione per farci sentire: la stampa. L’Assessore Dionigi, attento lettore dei quotidiani locali come il Sindaco Lucchi, ha letto. E ha fatto finta di niente. “Per ricevere una risposta, è necessario porre la domanda”, dice l’Assessore Dionigi. Noi ne abbiamo poste addirittura 10. E lui ha fatto finta di niente. Questo è offensivo, non solo nei nostri confronti, ma nei confronti di tutta la città, che merita di sapere, e che viene trattata in maniera arrogante e irrispettosa”.

“Ultimo esempio è la registrazione video dell’ultima seduta del consiglio comunale, nella quale manca (immaginiamo casualmente) la parte delle risposte dell’Assessore Dionigi all’interpellanza che lo riguarda. L’Assessore Dionigi rinnova (rinnova? Ma quando mai l’ha proposto?) la “disponibilità ad un confronto diretto”. Bene, lo prendo in parola. Ci fornisca tutta la documentazione che abbiamo chiesto sull’affidamento senza gara di 36.000 Euro ad Habenas, evitandoci di dover ricorrere all’accesso civico agli atti. Poi, con tutte le carte in mano (ammesso che ci siano), lo invito ad un confronto a due, io e lui, davanti alla città, da farsi il prima possibile. In quella occasione, la città potrà giudicare, sui fatti e sulle parole. Attendiamo data, luogo e ora”, conclude Di Placido.
 

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