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Cronaca

Il cold case di Cristina, contro il sospettato una nuova testimonianza: "Pedinata e aggredita in pizzeria"

Non è un mistero che sotto la lente di ingrandimento della Procura c'è un uomo dell'ambiente del volontariato cattolico, sospettato di avere a che fare con la scomparsa di Cristina Golinucci e con la morte di Chiara Bolognesi. Nuove ombre a 'Chi l'Ha Visto'

Non è un mistero che sotto la lente di ingrandimento della Procura di Forlì c'è un uomo dell'ambiente del volontariato cattolico, sospettato di avere a che fare con la scomparsa di Cristina Golinucci e con la morte di Chiara Bolognesi. Anche mercoledì sera 'Chi l'Ha Visto' ha acceso i riflettori sul cold case cesenate invitando in studio Marisa Degli Angeli e l'avvocato Nicodemo Gentile, che è il presidente nazionale dell'associazione Penelope. La novità è che continuano a riaffiorare testimonianze che riportano con la mente ai lontani anni '90, continuando a gettare ombre sul sospettato. La Procura di Forlì nei giorni scorsi ha riaperto i fascicoli e cerca collegamenti tra i due casi. Il corpo di Cristina Golinucci non è mai stato ritrovato, quello di Chiara Bolognesi fu trovato senza vita nel fiume Savio, una vicenda forse frettolosamente chiusa come suicidio. Le giovani sparirono ad un mese di distanza l'una dall'altra. La Procura forlivese per i nuovi accertamenti ha fatto riesumare al salma di Chiara.

La novità è che il servizio di 'Chi l'Ha Visto' andato in onda mercoledì sera e firmato da Chiara Cazzaniga, ha riportato la testimonianza di una donna (una ragazza all'epoca) che sarebbe stata pedinata e molestata dal sospettato in una pizzeria. "Lui era molto conosciuto perché frequentava assiduamente la parrocchia dell'Osservanza - le dichiarazioni della presunta vittima - all'inizio quando ho conosciuto quest'uomo mi sembrava una pesona normale, poi mi sono accorta che era assillante nei miei confronti, mi importunava di continuo. Sono stata molestata in tutti i modi, si nascondeva dietro i cespugli di casa mia, mi seguiva anche quando ero col mio fidanzato".

L'episodio clou sarebbe accaduto in una pizzeria cesenate nel 1995, quindi pochi anni dopo la morte di Chiara e la scomparsa di Cristina, risalenti al 1992: "Ci trovavamo tutti in pizzeria, una cinquantina di persone appartenenti al coro. Mi alzai per andare in bagno, e lui entrò e mi aggredì bloccandomi al muro col chiaro intento di usare violenza. Non so neanche come io sia riuscita a divincolarmi, e lui subito si ricompose".

Sempre in base alla nuova testimonianza riportata dal servizio della trasmissione di Federica Sciarelli, la donna molestata fece intervenire un prete di Rimini per bloccare questa situazione: "L'intervento del prete fu fondamentale, perché lui fu scoperto proprio in quell'ambiente in cui voleva invece mostrarsi come un esempio".

"Come mai all'epoca non successe nulla - ha detto l'avvocato Nicodemo Gentile - la testimonianza descrive quello che adesso sarebbe un chiaro stalking, bisognava approfondire, siamo negli anni di Cristina, 1992, 1995, nello stesso posto e nell'ambiente cattolico".

Marisa ha ricordato che si infuriò tanto quando gli inquirenti asserirono che Cristina si era allontonata volontariamente: "Non mi sono mai accorta che non stesse bene in casa, erano solo dicerie, vorrei che chi sa qualcosa parli". L'avvocato Nicodemo Gentile ha detto: "Le modalità di intervento di questo soggetto fanno pensare ad una serialità , facciamo appello alla Cesena per bene, abbiamo avuto un approccio positivo anche con la Diocesi e il portavoce che si sono dichiarati aperti e disponibili. Siamo convinti che qualche altra donna sia stata molestata da questo soggetto". "Ora queste ragazze sono diventate donne adulte", ha detto Federica Sciarelli. "Ogni settimana - ha sottolineato Gentile - qualche donna esce allo scoperto e noi portiamo queste testimonianze alla Procura". "La verità, anche la più amara, deve venir fuori - l'appello di Marisa Degli Angeli - la mela marcia può esserci anche nel mondo della chiesa". "Qualcosa si sta muovendo, possiamo pensare a questo punto che la pista di Boke potrebbe essere stata solo un depistaggio", ha chiosato l'avvocato Gentile.

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