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Cronaca

Case allagate, come evitare ulteriori danni? I consigli degli esperti: "Niente phon, meglio il ventilatore"

La preoccupazione di tutti quelli che, purtroppo, hanno avuto l'acqua in casa, in garage o in cantina, è se si possono verificare danni strutturali e come bonificare la casa per evitare odori sgradevoli e muffe

Primo: non lavare i muri sporchi di fango con l'acqua o con l'acqua idropulitrice. Secondo: evitate il "fai da te", come l'uso del phon per asciugare il muro perché asciugate l'involucro ma si disgregherà l'intonaco. Terzo: usare la spazzola per rimuovere il fango. Quarto: più tempo passa un oggetto in acqua più i danni saranno irreversibili. Limitare il tempo della bagnatura significa limitare anche la proliferazione delle muffe. Nel legno, per esempio, si formano muffe che aumentano di giorno in giorno fino a distruggere anche il legno più buono. Utilizzando i sali di bromo, un prodotto che costa poco (8 euro al chilo), si possono evitare le muffe del legno e fermare il processo di distruzione.

Questi sono alcuni dei consigli dati da alcuni esperti di edilizia che hanno partecipato all'incontro dal titolo "Dopo l'acqua: come ripristinare la salubrità dei nostri edifici" organizzato dallo studio Pier Currà Architettura. L'incontro si è tenuto venerdì sera nella sede del Quartiere Oltresavio a Cesena, in piazza Anna Magnani, ma era visibile in streaming sul canale Youtube dello studio di architettura e tutt'ora si può trovare sul profilo Facebook dello studio cesenate. A rispondere alle numerose domande sono stati Marco Argiolas, patologo edile, Gualtiero Piccinni, patologo edile, Marco Manca, esperto di intonaco, Daniele Stevoli e Giacomo Tozzi (esperti di risanamento in edilizia).

La preoccupazione di tutti quelli che, purtroppo, hanno avuto l'acqua in casa, in garage o in cantina, è se si possono verificare danni strutturali e poi, in seconda battuta, come bonificare la casa per evitare odori sgradevoli e muffe che, se respirate, possono essere pericolose anche per la nostra salute. "Per ottenere una buona deumidificazione dei locali - ha spiegato Marco Argiolas - ci vuole una temperatura superiore tra i 27 e i 30 gradi, se non c'è questa temperatura i tempi si allungano. Un locale di 50 metri quadrati, con un temperatura tra 27 e 30 gradi, ad asciugarsi impiega 15 giorni. Se non c'è questo tipo di temperatura ma possiamo arrivare a 25 gradi, i giorni possono diventare anche 60".

Ma come fare quindi a far asciugare i locali a cui sono stati tolti acqua e fango? "Con dei ventilatori 24 ore su 24, meglio se quelli un po' più potenti - ha precisato Marco Manca - e il riscaldamento. Accendete il riscaldamento anche se non è più tempo. Non usate, invece, phon o aria diretta. Nemmeno il camino a legna è il massimo, però, se non avete nient'altro, è sempre meglio di niente".

Un altro fondamentale consiglio, tra l'altro ormai non rispettato da nessuno, è quello mai lavare il fango dai muri con l'acqua, o peggio ancora con l'idropulitrice. Se l'acqua è arrivata a 50 centimetri dal pavimento l'intonaco va rifatto almeno per un metro. "Ma come facciamo se dobbiamo tenere ventilatori accesi per giorni? E le bollette chi le paga?" è stato chiesto dal pubblico. Un po' di scoramento è salito mentre ascoltavano gli esperti parlare, anche perché la situazione sembra molto peggiore di quello che uno possa pensare. Nemmeno l'arrivo del caldo non può salvare l'umidità che si è infilata nei locali. "Col caldo purtroppo - hanno spiegato - l'umidità dei muri evaporerà trasformando la casa in un sauna, malsana, ma non asciugherà bene, anzi potrebbero verificarsi dei fenomeni di fuoriuscita di muffa e umidità da un'altra parte della casa".  

"E i sali di boro possono servire anche per il parquet di legno in cui si è riversata un po' di acqua?", hanno chiesto dalla sala. "Sì, ma dipende da quanto è stato trattato il parquet, più è trattato e meno assorbe il prodotto che invece deve andarcene almeno 50 grammi al metro quadrato. Quindi metterlo e rimetterlo. E' un'operazione un po' laboriosa ma efficace".

"Come fare per sanificare?" "La prima sanificazione - ha spiegato Piccinni - è la rimozione dell'intonaco e la sostituzione. L'ideale sarebbe far fare una disinfestazione a qualcuno che è certificato anche perché dentro quell'acqua non possiamo sapere cosa c'è finito. Forse alghe, olio d'auto, gasolio... Il grosso della sporcizia sarebbe bene farlo assorbire all'intonaco vecchio, quello da sacrificare. E poi lavorare con la calce. La calce è il sistema più efficace ed economico per eliminare in via preventiva le muffe. E' un materiale che spontaneamente agisce da antimuffa e protegge da attacchi di muffa futuri".

Da cosa parto a bonificare la casa? Dalla muffa o dall'umidità? "Ricordate che le muffe che si presentano subito sono le più dannose - spiega l'esperto - Io vi suggerisco di usare acqua e bicarbonato. Usate guanti per lavare i piatti, con una spugna le asportate. Se una muffa hanno fatto radici preparate una pappetta, un mucchietto con più bicarbonato che crei una pappetta abrasiva e poi sfregatele bene. Costa poco ed efficace".  

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