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Casa, innovazione per guardare oltre l'emergenza: ecco la nuova forma dell'abitare

Questo il tema affrontato venerdì scorso in un incontro organizzato dai Popolari per Cesena e ospitato nella sala del Ridotto

“Abitare a Cesena, tra Emergenza ed Innovazione”. Questo il tema affrontato venerdì scorso in un incontro organizzato dai Popolari per Cesena e ospitato nella sala del Ridotto. "Quello abitativo è un tema cruciale, che deve essere letto in direzioni - premettono i Popolari per Cesena -. Di fronte all’emergenza quotidiana devono essere messe in campo azioni e proposte per creare opportunità innovative e generative per dare risposte ai bisogni concreti delle persone e delle famiglie, a partire da quelle più bisognose"

Nel saluto introduttivo l’assessora ai Servizi per le Persone e le Famiglie, Carmelina Labruzzo ha sottolineato come il “tema del diritto alla casa sia un asset di base come inclusione profonda. Di fronte allo scenario locale – alloggi insufficienti, appartamenti sfitti, numerosi atti giudiziari di sfratto – occorre da un lato rispondere all’emergenza attraverso il recupero e la manutenzione di alloggi Erp ed Ers, sostegni alla locazione gestiti dalla Fondazione per l’affitto; dall’altro avere uno sguardo più lungo attraverso interventi di riqualificazione legati all’utilizzo delle risorse del Pnrr e le programmazioni relative al nuovo Patto per la casa Emilia Romagna”.

Riferendosi alle sfide per contrastare le disuguaglianze scoiali e territoriali, Luca Bracci, vice presidente di Confcooperative Romagna, già oresidente di Confcooperative Habitat Emilia Romagna, ha sottolineato che “il compito principale rimane la tutela e la valorizzazione dell’Edilizia Residenziale Sociale, una mission da attuare accompagnando il processo di cambiamento che sta vivendo il settore cooperativo e puntando su politiche di intersettorialità con le cooperative sociali e le cooperative di lavoro e servizi».

Bracci ha rimarcato l’importanza di “investire in politiche di edilizia residenziale sociale diffusa, che coinvolgano anche i piccoli centri per dare risposte a quella ‘fascia grigia’ della popolazione che non accede alle liste degli alloggi pubblici e non si può permettere i prezzi di mercato. Siamo convinti che, seppure in mezzo a tante emergenze, anche in futuro la Regione saprà trovare adeguate risorse per fornire queste risposte con il contributo della cooperazione di abitazione". "A livello nazionale - ha concluso Bracci - occorre lavorare per una legislazione nazionale favorevole all’edilizia residenziale sociale, a partire dal ripristino del leasing immobiliare abitativo che ha consentito alle famiglie di acquistare un appartamento pagando un canone mensile con la possibilità di detrarre il 19% sull’intero prezzo".

“Queste nuove forme di abitare condiviso e collaborativo devono essere messe in campo dall’Amministrazione comunale a servizio della popolazione più fragile - ha spiegato l’assessore all’Urbanistica e Rigenerazione urbana, Cristina Mazzoni - alla luce della transizione dal Prg 2000 al nuovo Piano Urbanistico Generale. "Sarà rilevante l’esigenza di rinnovare l’abitare per un welfare abitativo inclusivo attraverso la progettualità e l’offerta di formule che promuovano l’abitare come condivisione, quali quelle di COhousing, COliving, Abitare collaborativo, Senior Housing, Student Housing”, ha concluso.

La visione che guida l’abitare generativo è stata al centro dell’intervento di Matteo Sana, presidente della Soc.Coop.Edilizia Abitare Condividere affiliata alla benefit corporation E’ONE abitarègenerativo. “Occorre mettere al centro la Persona come essere fragile ed in relazione - ha spiegato Sana – per re-interpretare in chiave moderna le logiche abitative, passando dalla dimensione della separatezza a quella della condivisione e della comunità”.

Partendo dall’esperienza concreta di Generavivo Bergamo, Sana ha descritto gli elementi sostanziali di questa nuova forma dell’abitare: "60 abitazioni in Edilizia Convenzionata che coniuga l’hardware (si configurano gli spazi comuni quali orti sociali, aree gioco bimbi, lavanderia e stireria, una palestra ed un ambulatorio medico-infermieristico) e il software (quale processo di aggregazione delle famiglie che genera fiducia e trasparenza)”. “Un’esperienza dove gli abitanti diventano soggetti attivi che progettano gli spazi comuni insieme al Quartiere, ai Servizi sociali del Comune con uno sguardo istituente per gestire in futuro il welfare degli abitanti di quel determinato quartiere. I punti cardine dell’abitare generativo sono rappresentati dal protagonismo degli abitanti (con la costituzione di forme istituenti), la dimensione inclusiva, l’intergenerazionalità, l’intercultura e la reciproca mutualità”.

Con questo incontro, spiegano i Popolari per Cesena "si è voluto innescare una processi generativi ed innovativi, mettendo in luce alcune idee su cui poter lavorare in sinergia nel nostro territorio: porre la centralità delle questioni abitative nell’agenda dell’azione amministrativa della politica locale e connettere gli attori pubblici che operano per le politiche abitative, al fine di acquisire abitazioni in locazione a canone agevolato, individuare soluzioni abitative sul mercato privato; riconoscere l’importanza di una cultura della rinegoziazione dei contratti di locazione; sostenere l’importanza dell’accompagnamento abitativo e di mediazione da parte di un operatore pubblico (comunale) al fine di far incontrare domanda e offerta per garantire il fondamentale rapporto di fiducia e facilitare la relazione ed il confronto tra proprietario e inquilino".

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