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Cronaca Cesenatico

Da 50 fedeli al legno, il cantiere navale che sforna i 'giganti' che solcano i mari d'Italia

Mezzo secolo di vita per l'azienda di Cesenatico, i fratelli Foschi: "Portiamo avanti la passione di famiglia"

E' una giornata di lavoro come tante altre al cantiere navale Foschi, un'eccellenza di Cesenatico e della Romagna, che dal lontano 1969 (quest'anno festeggia il mezzo secolo) sforna traghetti e trasporto passeggeri in legno, giganti del mare che arrivano fino a 40 metri di lunghezza.

"Festeggiamo i 50 anni lavorando" , scherza Andrea Foschi mentre il fratello Ulisse è più che mai indaffarato su e giù per il cantiere. In lavorazione c'è l'87esima 'creatura', commissionata da una società di Porto Garibaldi. "Un trasporto passeggeri attrezzata per la pesca sportiva, potrà portare 70 persone, saranno pescatori che andranno a fare battute di pesca allo sgombro".

L'utilizzo del materiale più antico, il legno,  si sposa con le tecniche più innovative che fanno nascere, lentamente, questi colossi che solcano i mari di tutta Italia. "Il tempo di lavorazione è di circa un anno, non si usa più la costruzione a fasciame, che abbiamo abbandonato in favore di compensati marini lamellari e superlamellari".

La prima imbarcazione nata nel cantiere Foschi? Si chiamava Albatros, siamo nel 1969 e la Riviera era protagonista di un eccezionale boom turistico. "Parliamo di barche a vela che caricavano i turisti tedeschi direttamente sulla spiaggia, gli facevano fare un giretto, pescavano qualcosa e cucinavano direttamente a bordo".

Una cartolina vintage della Riviera romagnola che mette un po' di nostalgia. "Progressivamente si è passati alle barche a motore, perché gli armatori hanno iniziato a chiedere imbarcazioni sempre più grandi e per tragitti sempre più lunghi. La barca più lunga nata in cantiere? La Eolian Queen". Un colosso da 38 metri per 450 passeggeri. "Trasporta i passeggeri da Milazzo alle isole Eolie, ci sono voluti più di due anni per costruirla".

La 86esima motonave è stata invece il Delfino Verde Deluxe, "la prima imbarcazione al mondo in legno con propulsione Volvo Penta IPS". Un gigante da 32 metri che ha reso necessario un anno e mezzo di lavoro. In 50 anni di storia del cantiere di Cesenatico, sono nate imbarcazioni che hanno solcato i mari della Sicilia, Sardegna, Calabria, Capri, Ischia, Positano e la Riviera ligure.

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Un cantiere 'artigiano', una passione tramandata da papà Arnaldo ai figli: "Per la costruzione delle barche lavoriamo costantemente io e mio fratello Ulisse affiancati da un paio di operai". Recentemente il cantiere è stato scelto per il restauro delle barche storiche del Museo galleggiante della Marineria. Tra queste il Giovanni Pascoli, un trabaccolo lungo 20 metri costruito nel 1936 dal cantiere Rondolini di Cattolica. "Una barca che profuma di storia e che è stata protagonista anche del film Marco Polo negli anni '80. L'abbiamo praticamente rivitalizzata".

Ma perché la scelta di continuare a costruire barche in legno, rispetto a tanti altri cantieri che hanno deciso di sposare materiali più moderni. "E' il nostro marchio di fabbrica - spiega Andrea - gli armatori le vogliono così, sono più silenziose e robuste in mare". 
Un'altra barca che ha una storia tutta da raccontare è Grecale, fu costruita nel 1999 per le acque di Capri. "E' stata vittima di una collisione mentre era ferma al porto, un'altra motonave è rimasta con la marcia ingranata in avanti, non riusciva ad andare indietro e gli è andata sbattere nella prua. E' dovuta ritornare rattoppata alla base dopo due giorni di navigazione, l'abbiamo 'curata' ed è potuta tornare a navigare".

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Un'attività che Andrea e Ulisse portavano avanti insieme al fratello Massimo, morto nel 2007, mentre era in costruzione l'Eolian Queen. A 800 metri il cantiere storico dove papà Arnaldo ha iniziato a sporcarsi le mani. "Iniziò a lavorare come falegname, poi al cantiere Marconi, prima di mettersi in proprio". Ma quale sarà l'88esima barca del cantiere Foschi?  "Sarà una motonave che solcherà il mare calabrese, facendo la tratta Vibo Marina-Tropea-Isole Eolie".

Ogni barca è fatica e sudore, un lavoro che dura mesi coronato dal varo. "E' una tradizione inossidabile, si rompe una bottiglia, è l'inaugurazione della barca, una cerimonia che di solito vede la presenza del sindaco, di un prete per la benedizione e del comandante della Capitaneria di Porto". Ma prima ancora l'imbarcazione deve essere portata dal cantiere alla Darsena su un 'carrellone' che deve percorrere 800 metri. "Una volta arrivata alla Darsena viene messa su dei cavalletti e sta lì circa dieci giorni per gli ultimi montaggi e collaudi, solo a quel punto viene sollevata con una gru e messa in acqua".  Sul varo Andrea non ha dubbi: "E' il momento più bello, in cui tutti gli sforzi fatti per mesi vengono coronati".

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