Spuntano nuove rivelazioni nel caso del Bunga bunga romagnolo. Le indagini sono portate avanti dalla Squadra Mobile di Forlì che, insieme agli agenti della polizia Municipale di Cesenatico, ha scoperchiato un “giro” di ragazze sudamericane che, per l'accusa, offrivano servizi sessuali in appartamento. Nei guai è finito un imprenditore immobiliare di Gambettola, Romano Farfani di 82 anni proprietario di alcuni appartamenti dati in affitto alle maitresse del piacere.

I dieci indagati finiti sotto torchio non hanno risposto alle domande degli investigatori. Tutti tranne due. Una di essi, con le sue dichiarazioni, potrebbe inchiodare proprio Farfani se le tesi venissero confermate. La donna avrebbe rivelato che l'imprenditore era al corrente fin da subito dell'attività poco lecita che si svolgeva negli appartamenti di proprietà. Farfani non avrebbe avuto nessun problema a patto di poter avere in cambio favori sessuali e il pagamento dell'affitto. Spesso le due cose sarebbero combaciate nel giorno della riscossione.

Il condizionale è d'obbligo, ma se questa accusa fosse confermata, ci sarebbero elementi a carico di Farfani anche per l'accusa di sfruttamento e non solo di favoreggiamento della prostituzione. Anche il ristoratore cesenate che avrebbe ospitato le cene d'affari hot non si è sottratto alle domande degli investigatori, ma senza convincerli. Avrebbe detto di aver cercato delle ragazze, con la mediazione di un casellante di Cesena, ma solo come hostess e ragazze immagine e non con il fine di proporre dei piccanti dessert per allietare il business di uomini d'affari. L'uomo avrebbe scansato le accuse dicendo che se poi scattava il feeling tra la ragazza e l'imprenditore non erano affari suoi.