Più che un 'bosco del respiro' ci pare un 'bosco asfittico'. Qualche pianta, tra l'altro non proprio rigogliosa, piazzata alla 'belle e meglio' davanti al teatro Bonci dovrebbe stimolare nei cittadini una riflessione sull'importanza dell'albero in città e sul legame esistente tra uomo e natura, che poi è l'obiettivo dell'iniziativa promossa dal Ministero dell'Ambiente per la Giornata nazionale degli alberi.
Chissà se è un caso che fra le tante piazze di Cesena sia stata scelta proprio quella dove, nei primi anni '90, era stato creato un bel giardinetto che ebbe vita breve (fu infatti smantellato dopo pochi mesi).

Ci chiediamo, piuttosto che creare aree verdi artificiali, non sarebbe meglio preservare quelle già esistenti, come il frutteto dell'Osservanza, che fino a pochi mesi fa i nostri amministratori volevano sacrificare sotto una colata di cemento per realizzare l'ennesimo parcheggio? Invece che promuovere iniziative estemporanee di questo tipo, che nulla hanno di utile e concreto, perché non impegnarsi affinché nel prossimo Piano regolatore la suddetta area venga destinata a “verde pubblico, territoriale e di quartiere”, come lo era fino agli anni 2000, difendendola da future scelte cementificatorie?
Infine, vorremmo rilevare che sempre più spesso si tende a rivoluzionare il significato delle parole: il 'bosco' sta ad indicare un'ampia superficie di terreno coperto da alberi, solitamente d'alto fusto. Non si vede dunque cosa abbia a che spartire con quei quattro 'batecchi' in piazza.