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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Bimba contesa tra Cesena ed Est-Europa, Marisa: "Un papà soffre". Su Cristina: "Il convento una tomba, non mi arrendo"

"C'è un papà affettuoso che soffre, vogliamo fare 'chiasso' a livello mediatico". Marisa Degli Angeli interviene con forza per accendere i riflettori sul caso della bimba cesenate di 7 anni contesa tra la nostra città ed un Paese est-europeo

"C'è un papà affettuoso che soffre, vogliamo fare 'chiasso' a livello mediatico". Marisa Degli Angeli interviene con forza per accendere i riflettori sul caso della bimba cesenate  'contesa' tra la nostra città ed un Paese dell'Est-Europa, dove è stata portata a settembre dalla madre. Marisa è purtroppo 'esperta' di persone scomparse, è la mamma di Cristina Golinucci, sparita nel nulla a 21 anni l'ormai lontano 1 settembre del 1992, nella frazione cesenate di Ronta. Ma Marisa è anche responsabile dell'associazione Penelope per l'Emilia Romagna, che assiste e supporta i familiari che vivono il dramma di un proprio caro scomparso.

La vicenda della bimba 'contesa'

Da qualche giorno prima di Natale il papà cesenate non sente più la figlia, né sa con sicurezza dove si trovi, non essendo stata reperita dalle forze dell'ordine locali in un controllo all'ultimo indirizzo conosciuto all'estero. E' in questo stato di angoscia che un professionista di Cesena ha ricevuto tramite i suoi legali la notizia che finalmente l'autorità giudiziaria del Paese di rifugio ha aperto un procedimento formale attivato dall'Italia tramite la Convenzione dell'Aia, per stabilire il destino della piccola. Nel Paese est-Europeo la bambina era stata portata a settembre, prima aveva frequentato la scuola a Cesena, sporadiche video-chiamate permettavano al padre di avere piccoli contatti, questo fino a Natale. Poi la situazione è precipitata. 

"Proprio così - spiega Marisa - da quel momento la madre ha tagliato i ponti, sono in contatto con l'avvocato Sofia Carlino, dobbiamo tenere accesi i riflettori su questa vicenda dolorosa. Prima ancora che la madre portasse via la bambina, impediva al papà di vederla, c'eravamo occupati del caso, e a riceverci fu anche il sindaco Lattuca, che si interessò della vicenda". 

"Per un periodo di tempo - il padre riusciva a vedere la piccola raramente attraverso video-chiamate, questo prima che la situazione precipitasse. A volte quando c'è il fallimento di una relazione sentimentale si tende a dare la colpa al padre, ma in questo caso ci metto la mia parola e la mia faccia, parliamo di un papà affettuoso che in questo momento vive nel dolore, non c'è mai stato alcun maltrattamento. La mamma, comportandosi in questo modo, non sta facendo il bene della bambina, mi sembra una ripicca. La piccola deve tornare a casa, a Cesena".

Ora saranno sei settimane di attesa per l'iter che dovrà portare il tribunale del Paese di rifugio ad una decisione. Ma cosa prevede la Convenzione dell'Aja?  Prevede di "assicurare l'immediato rientro dei minori illecitamente trasferiti o trattenuti in qualsiasi Stato contraente" e "assicurare che i diritti di affidamento e di visita previsti in uno Stato contraente siano effettivamente rispettati negli altri Stati contraenti". Sempre in base alla convenzione recepita dall'Italia  il trasferimento o il mancato rientro di un minore é ritenuto illecito "quando avviene in violazione dei diritti di custodia assegnati ad una persona, istituzione o ogni altro ente, congiuntamente o individualmente, in base alla legislazione dello Stato nel quale il minore aveva la sua residenza abituale immediatamente prima del suo trasferimento o del suo mancato rientro". 

La donna già da un paio di anni si era separata dal compagno cesenate. Il padre ha continuato  sempre ad essere presente nella vita della figlia, anche dopo la separazione dalla compagna. Inoltre l'uomo ha sempre provveduto al sostentamento della bambina fin dalla nascita, dato che la madre non lavorava, nonché ha sopperito economicamente a molte esigenze della stessa madre. Il Tribunale aveva definito un affidamento congiunto ai due genitori, prevedendo che il padre potesse vedere la bambina alcuni giorni.

"In base a quanto si è appreso la bimba non sta andando a scuola, ci sono delle violazioni, vogliamo andare anche a 'Chi l'ha visto' per tenere i riflettori accesi su questo caso". Ma l'associazione Penelope è impegnata su tanti fronti: "Il 4 marzo saremo a Forlì per il primo anniversario della scomparsa di Sara Pedri, ed il primo aprile saremo a Roma, in una sala del Campidoglio insieme allo storico fondatore di Penelope, Gildo Claps, per celebrare i 20 anni della nostra associazione che si dedica alle persone scomparse".

Impossibile per Marisa non tornare sul caso di sua figlia Cristina: "Ormai ho perso la memoria a forza di fare appelli, ma non mi fermo, voglio che il caso sia riaperto". Quello di Cristina è probabilmente il più imporante 'cold case' di Cesena, sparita nel nulla a 21 anni nella frazione di Ronta, dopo essersi recata al convento dei frati cappuccini, era il primo settembre 1992. "Quel convento è stata la sua tomba - osserva Marisa - se fosse scomparsa in discoteca sarebbe stata cercata molto di più mia figlia. Io ho la mia convinzione, dopo che si è scoperto che il convento ospitava non solo frati, ma anche un ragazzo straniero particolarmente violento. Allora si parlò di allontanamento volontario, ma noi questa parola non vogliamo accettarla quando scompare una persona. Il mio grande rimorso è non aver potuto aiutare mia figlia".

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