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Cronaca

Primo anno per le Cucine Popolari: si sfama chi ha bisogno di cibo e di relazioni umane, circa 60 persone a pasto

Le Cucine Popolari si sostengono attraverso l’impegno esclusivo di volontari e riempiono la dispensa grazie alle donazioni alimentari e non di aziende, negozi, ortofrutta e singole persone

Si è tenuta l’assemblea dei soci delle Cucine popolari, con oltre 69 soci presenti sabato mattina, ai quali è stato illustrato il bilancio sociale ed economico del primo anno di vita dell’associazione. Un bilancio positivo per le Cucine Popolari: la struttura partita in marzo ha registrato una continua crescita di volontari e, soprattutto, di servizi erogati. Inoltre, grazie alle donazioni, ha centrato l'importante obiettivo della sostenibilità economica.

Sfamare chi ha bisogno di cibo e di relazioni umane. E’ lo scopo principale della struttura. E’ di fianco al Don Baronio ed apre cinque volte a settimana: lunedì, mercoledì e venerdì a cena; martedì e giovedì a pranzo. Per condividere lo stesso pasto attorno alla tavola si riuniscono persone delle più disparate provenienze: poveri, studenti, professionisti, pensionati, benestanti, senza tetto, persone sole, italiani e stranieri. Chi può paga il proprio pasto lasciando un’offerta, chi non è in grado di farlo non versa niente. 

Non è una mensa. Non ci sono posate e piatti di carta, ma tovaglie e tovaglioli di stoffa, stoviglie di ceramica e bicchieri di vetro. Le portate sono servite a tavola dal personale di sala, ma non è un ristorante. Non si sceglie un menù, è come se si fosse ad un pranzo tra amici o parenti. Non c’è una carta per le ordinazioni. Il menù è lo stesso per tutti: primo, secondo contorno e dolce. 
I posti non si prenotano e non ci si isola e, tantomeno, nessuno mangia da solo. Ci si siede accanto a chi capita e attorno al tavolo nascono conversazioni fra persone anche sconosciute ed è socializzando che si approfondisce la conoscenza.

Le Cucine Popolari si sostengono attraverso l’impegno esclusivo di volontari e riempiono la dispensa grazie alle donazioni alimentari e non di aziende, negozi, ortofrutta e singole persone.
Nel fine settimana è stato approvato il primo bilancio. I numeri sono in continua crescita.  I volontari disponibili sono 110 (248 gli associati) e ne vengono utilizzati minimo 55 a settimana (sei in cucina e cinque in sala a turno). Per quanto riguarda i pasti erogati c'è una crescita costante. Non a caso nell'ultimo periodo è stata abbondantemente superata la quota dei sessanta, media degli ultimi mesi dell'anno. L'ottanta per cento circa degli utenti è rappresentato da persone bisognose. Le stesse alle quali sono state riservate le cene "speciali" della vigilia di Natale e dell'ultimo dell'anno, gli appuntamenti simbolo, quelli che racchiudono l'essenza delle Cucine Popolari di Cesena.

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