rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Bike sharing in stazione, le bici ci sono ma "non operative": il calvario del pendolare

"Da questa estate il servizio ha smesso di funzionare, ma le bici sono ancora lì, agganciate alle loro colonnine"

Raffaele Bennoli è un pendolare di Faenza, ma da quasi 20 anni viene in treno ogni mattina a Cesena, "prima per l’università poi per lavoro". 

"La mia azienda - spiega - prima con sede in centro, da una decina di anni si è spostata nella zona concessionarie verso Martorano. Ho continuato a prendere il treno raggiungendo il luogo di lavoro in bicicletta. Inizialmente ne portavo una da Faenza lasciandola in stazione durante la notte e il weekend ma con il passare del tempo mi sono accorto che non era economicamente conveniente. Purtroppo ogni mattina arrivavo e non sapevo se avrei ritrovato la mia bici. Svariate biciclette rubate, molte vandalizzate. Sono arrivato anche a togliere la sella e portarmela a casa in modo da renderla meno appetibile ai furti". 

Poi da maggio 2013 una novità importante per Raffaele: "Scopro di questo servizio fantastico di bike sharing 'Mi Muovo in Bici' che con un deposito cauzionale irrisorio permette di prendere una bici proprio davanti alla stazione. Dopo 1.165 prelievi (non ho tenuto il conto, c’è un pannello on-line che lo tiene), questa estate il servizio ha smesso di funzionare. Le bici sono ancora lì (per chi ci passa davanti forse la parvenza è che funzionino), agganciate alle loro colonnine. Passando la tessera RFID tuttavia il sistema non le sgancia e pertanto sono inutilizzabili. Consultando sul sito risultano attive solo 2 stazioni, al Bufalini e in piazza IX Febbraio". 

Il pendolare sottolinea la beffa che "Tutte le 3 presenti in stazione (dove c’è sicuramente più richiesta) risultano non operative. Ho sentito più volte il servizio assistenza e mi hanno detto che non si sa come risolvere il problema  ("dovuto ad un aggiornamento del firmware delle colonnine"), che in futuro verrà introdotto un nuovo sistema di micromobilità (monopattini elettrici, segway e similari) ma solo per il centro storico". 

Raffaele racconta il grosso disagio: "In pratica sono più di 3 mesi che ogni mattina devo arrivare sul luogo di lavoro a piedi percorrendo strade dove neanche è presente un vero e proprio marciapiede (ad esempio via Cerchia di Martorano). Per l’andata avrei anche un autobus, per il ritorno, solo durante il periodo invernale, un autobus c’è ma non si incastra con i miei orari di lavoro (arriva 5 minuti dopo che il treno è partito) e mi toccherebbe aspettare quasi un’ora in stazione". 

"E’ un peccato - conclude con una riflessione - perché le bici sono lì, agganciate alle loro colonnina, inutilizzabili per colpa di un sistema forse troppo hi-tech. Mi sembra assurdo che in un periodo dove tutti i ragazzi scendono in piazza per potreste per il clima, dove il comune di Cesena è disposto a pagare un residente per andare a lavorare in bicicletta, un lavoratore non residente non possa raggiungere il proprio luogo di lavoro con i mezzi pubblici ma sia invece spinto ad utilizzare l’auto".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Bike sharing in stazione, le bici ci sono ma "non operative": il calvario del pendolare

CesenaToday è in caricamento