Bar e ristoranti a Cesena non aprono, ma la protesta è simbolica e con stile: "Ci hanno abbandonato"
In città la protesta è stata alimentata da luci accese, apparecchiature simboliche, tavole apparecchiate e musica. Il flash mob dei gestori dei locali di Cesena
Anche Cesena aderisce alla protesta nazionale di bar e ristoranti contro le restrizioni del Governo, e lo fa con stile. Nessuna delle attività del centro storico ha infatti violato il dpcm in vigore facendo sedere al tavolo i clienti dopo le 18, cosa suggerita dall’iniziativa “Io apro”, che ha raccolto sul web tante adesioni. Come anticipato dall’associazione “Centro anch’io”, la protesta è stata alimentata da luci accese, apparecchiature simboliche e musica. In Piazza del Popolo è il ristorante “Roovido” che dà risalto al flashmob: tutto lo staff indossa la maglietta bianca con la scritta rossa #ADESSO BASTA, e, per l’ultima sera prima dell’entrata in vigore del nuovo dpcm, tiene vivo il servizio d’asporto fino alle 22. Il locale apparecchia inoltre i tavoli fuori in maniera simbolica e offre a tutti i presenti un sottofondo musicale.
VIDEO: il flash mob
“Costituzionalmente ci stanno privando del nostro diritto di lavorare – afferma Federico Bertani, titolare del ristorante - vediamo molta disparità nelle scelte del Governo. Noi siamo una categoria penalizzata come le palestre e i centri sportivi, non troviamo giusto che questa cosa si protragga fino al 5 marzo”. Dopo essersi adeguati alle norme anti-Covid, le attuali restrizioni vanificano gli sforzi fatti nei mesi scorsi: “Abbiamo speso soldi, manteniamo del dipendenti che hanno delle famiglie, vogliamo semplicemente avere la possibilità di lavorare essendo più ligi possibile alle direttive del Governo”.
In corso Sozzi Alex Prati, nella sua “Caffetteria Del Corso”, decide di aderire all’iniziativa poggiando simbolicamente sui tavoli bicchieri e bottiglie di vino. “Siamo stati abbandonati – accusa Prati- chiediamo più tutela e ristori. Questi ultimi non sono stati adeguati alle perdite del fatturato”. Il flashmob per l’esercente può essere un’arma a doppio taglio: “Le proteste si fanno in un altro modo, questa non conta. Uno sciopero fiscale ad esempio, smettendo di pagare tasse e IVA”. Anche Prati vede la sua categoria molto discriminata rispetto alle altre: “Noi non emaniamo il virus, non siamo untori. Andate a vedere i supermercati in centro a Cesena, vediamo se lì vengono rispettate le distanze”.