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Cronaca

Bimba sottratta dalla madre e portata all'estero. Ordinato il rimpatrio in Italia, ma la piccola è scomparsa nel nulla

Una vittoria dal sapore amare, però. La madre polacca, infatti, è comparsa in udienza e ha dichiarato di non voler rivelare dove si trova la figlia

Arriva un primo punto fermo nella tormentata vicenda giudiziaria della bambina cesenate portata via in segreto dalla madre e condotta in Polonia lo scorso settembre, all'insaputa del padre e sradicando la piccola, nata a cresciuta a Cesena, dagli affetti dei parenti, dagli amichetti e dal suo percorso scolastico nella scuola elementare. Il tribunale di Stettino, in Polonia, esaminando il ricorso basato sulla Convenzione dell'Aja, attivato dall'ex compagno della donna e padre della bambina, ha decretato lunedì che la piccola debba rientrare in Italia. Una vittoria dal sapore amare, però. La madre polacca, infatti, è comparsa in udienza e ha dichiarato di non voler rivelare dove si trova la figlia.

Il provvedimento - analogo a quello che, in un caso più celebre, ha imposto che il piccolo Eitan, l'unico sopravvissuto della tragedia della funivia del Mottarone ritornasse da Israele in Italia - non è però ancora esecutivo. E a differenza del caso di Eitan in questo momento nessuno sa dove la madre tenga nascosta la figlia. La piccola non è stata trovata dalla polizia polacca nel suo domicilio abituale (la casa dei nonni paterni), né i parenti della donna hanno saputo indicare dove si trovi la bambina. E' stata proprio quest'assenza di collaborazione da parte della madre a indurre il giudice polacco ad emettere l'obbligo di riconsegna al padre, che può essere impugnato in Appello e per questo non è ancora esecutivo. D'altra parte è emerso durante l'udienza che la bambina è stata iscritta ad una scuola elementare in Polonia, ma risulta assente dalle lezioni oltre cinque mesi, evadendo così anche l'obbligo scolastico. 

Il giudice alcuni giorni fa aveva provato un ultimo tentativo. Nell'udienza di giovedì scorso aveva intimato di condurre la piccola in tribunale, così che potesse essere sentita dal giudice stesso. In quell'occasione la madre ha spiegato di aver necessità di alcuni giorni, accordati dal giudice. Ma oggi, lunedì, era appunto il giorno in cui la piccola sarebbe dovuta comparire, mentre all'udienza non si sono presentati né la madre, né la bambina. C'era invece in entrambe le udienze il padre, che ha deposto con l'aiuto di un interprete, e nella prima udienza erano presenti anche i nonni paterni. 

La sottrazione della bambina

Il padre lunedì si è presentato in tribunale, in Polonia, con un regalo per la figlia, ma non è riuscito a consegnarlo. Da qualche giorno prima di Natale non sente più la figlia, né sa con sicurezza dove questa si trovi. Cinque mesi strazianti per il professionista di Cesena, assistito dagli avvocati Sofia Carlino e Barbara Urbini del foro di Forlì. I legali, oltre alle denuncia per sottrazione di minori all'autorità italiana, hanno attivato le prerogative permesse dalla convenzione dell'Aia che regola i casi di bambini contesi tra genitori appartenenti a due Paesi diversi ed è stata applicata di recente nel caso più famoso del piccolo Eitan, il bambino sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone rapito dal nonno e portato in Israele, per poi dover essere riconsegnato al ramo italiano della sua famiglia.

La piccola manca da Cesena da settembre e ha perso tutto un anno scolastico. Il professionista cesenate in questi lunghi mesi ha inoltre ricostruito i passi preparatori che l'ex compagna aveva fatto per  organizzare l'espatrio, che non avvenne in tutta fretta ed estemporaneo, giustificato dal dover correre al capezzale di una nonna gravemente ammalata. L'uomo, infatti, si è visto recapitare – senza esserne minimamente a conoscenza – un atto tradotto in italiano ed emesso da un tribunale del Paese natale della ex compagna, in cui veniva rigettata per non competenza la domanda della madre (fatta a sua insaputa) di cambiare la residenza anagrafica della bambina. Non solo: è emerso che la bambina era stata nel frattempo iscritta ad una scuola sempre nel Paese dell'Est Europa, nonostante fosse già iscritta e abbia frequentato per un anno una scuola elementare a Cesena. 

La nuova scuola però non è stata più frequentata dalla piccola da dopo le vacanze di Natale. La stessa bambina  non è stata reperita a casa da un controllo delle forze dell'ordine all'ultimo domicilio conosciuto dal padre. Da prima di Natale sono poi sparite anche le rare videochiamate che fino a qualche giorno prima di Natale tenevano almeno aperto un canale di comunicazione tra padre e figlia. Anche un recente provvedimento del Tribunale dei Minori di Bologna, andato finora disatteso, intima alla donna di riportare la piccola in Italia.

La vicenda della bambina 

La piccola è stata strappata all'affetto della sua famiglia italiana dallo scorso settembre e portata dalla madre nel suo paese d'origine.  Il padre, un professionista cesenate, ha visto per l'ultima volta la bambina a fine settembre. La piccola ha frequentato solo la prima settimana di lezioni, in una scuola elementare di Cesena, poi la madre ha deciso di portala all'estero senza avvisare il resto della famiglia, un viaggio di 1.500 chilometri in auto dove il primo messaggio al padre è arrivato già dopo che la frontiera era stata valicata. Prima la madre ha accampato una serie di scuse per giustificare il mancato rientro, tra cui la malattia di parenti in patria, poi della bambina, poi la rottura dell'auto. Infine avrebbe simulato un rientro in Italia, caricando così di vane speranze il ramo italiano della sua famiglia, per arrivare alla fine a confermare che non è sua intenzione riportare la bambina dove è nata.

La donna già da un paio di anni si era divisa dal compagno cesenate. Un storia sentimentale che è finita, in questo caso, non per violenze o maltrattamenti ma solo per la fine di un rapporto amoroso di coppia. Tanto che il padre ha continuato  sempre ad essere presente nella vita della figlia, anche dopo la separazione dalla compagna. Inoltre ha sempre provveduto al sostentamento della bambina fin dalla nascita, dato che la madre non lavorava, nonché ha sopperito economicamente a molte esigenze della stessa madre anche dopo la fine della relazione. Dopo una battaglia giudiziaria non particolarmente aspra, il Tribunale aveva definito un affidamento congiunto ai due genitori, prevedendo giorni in cui la bambina stava con il padre. Poi la fuga all'estero con la bambina, nata e cresciuta a Cesena.

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