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Cronaca

Bambina sottratta dalla madre e poi scomparsa nel nulla, il tribunale in Polonia ordina il rientro immediato in Italia

Ci è voluto quasi un anno, ma la bambina cesenate portata via dalla madre in Polonia dovrà ora fare ritorno in Italia, ed in particolare nella sua città, Cesena

Ci è voluto quasi un anno, ma la bambina cesenate portata via dalla madre in Polonia dovrà ora fare ritorno in Italia, ed in particolare nella sua città, Cesena, dove l'attende l'affetto del padre, della sua famiglia e dei tanti amichetti che con lei sono cresciuti. E' quanto ha stabilito anche il giudice di Appello, in Polonia, in applicazione della convenzione dell'Aja. La decisione è giunta alla fine della scorsa settimana ed è esecutiva, anche se ad ora non si sa ancora dove si trovi la piccola, che è stata tenuta nascosta negli ultimi mesi, con grande preoccupazione del padre, un professionista cesenate.

A maggio c'era stato l'ordine di rimpatrio imposto dallo stesso giudice in Polonia, però sospeso in quanto oggetto di ricorso in Appello. Da pochi giorni, però, anche il giudice di Appello ha confermato la decisione di primo grado e quindi riconosciuto al padre il diritto di riportare la piccola in Italia. L'ideale sarebbe completare la procedura di rimpatrio prima del 15 settembre, così da poterla inserire fin dal primo giorno di lezioni nella scuola elementare che l'attende dallo scorso anno. Il caso è stato seguito dagli avvocati Sofia Carlino e Barbara Urbini del Foro di Forlì, che hanno lavorato in team con i legali polacchi per ottenere questo risultato legale, particolarmente complesso in quanto la controversia è di natura internazionale. "Siamo soddisfratti per l'epilogo della vicenda giudiziaria, poiché le sentenze pronunciate dalle autorità giudiziarie polacche appaiono assunte in conformità con il superiore interesse dei minori e quindi in linea con i principi espressi dalla Covenzione dell'Aja", commenta l'avvocato Carlino.

Il finale è quindi lo stesso del piccolo Eitan, il piccolo sopravvissuto della tragedia del Mottarone, che venne rapito  dal nonno e portato in Israele, dove infine le autorità decisero per il rimpatrio in Italia per effetto della stessa convenzione dell'Aia. 

L'ordine di rientro in Italia

La bambina cesenate era stata portata via in segreto dalla madre e condotta in Polonia un anno fa, a settembre, all'insaputa del padre, sradicando la piccola, nata a cresciuta a Cesena, dagli affetti dei parenti, dagli amichetti e dal suo percorso scolastico nella scuola elementare. Venerdì scorso il giudice di Appello ha quindi confermato quanto già deciso in primo grado dal tribunale di Stettino il 23 maggio, che doveva esprimersi sul ricorso basato sulla Convenzione dell'Aja, attivato dall'ex compagno della donna. Due tribunali che hanno confermato che la bambina doveva trovarsi in Italia. Ora resta l'esecuzione dell'ordine del giudice, che però è esecutivo anche per le forze dell'ordine polacche. 

La sottrazione

Il professionista cesenate in questi lunghi mesi ha inoltre ricostruito i passi preparatori che l'ex compagna aveva fatto per  organizzare l'espatrio, che non avvenne in tutta fretta ed estemporaneo, giustificato dal dover correre al capezzale di una nonna gravemente ammalata, come sostenuto dalla donna. L'uomo, infatti, si è visto recapitare – senza esserne minimamente a conoscenza – un atto tradotto in italiano ed emesso da un tribunale del Paese natale della ex compagna, in cui veniva rigettata per non competenza la domanda della madre (fatta a sua insaputa) di cambiare la residenza anagrafica della bambina.

Non solo: è emerso che la bambina era stata nel frattempo iscritta ad una scuola sempre nel Paese dell'Est Europa, nonostante fosse già iscritta e avesse frequentato per un anno una scuola elementare a Cesena. Poi da Natale sono sparite anche le rare videochiamate che tenevano almeno aperto un canale di comunicazione tra padre e figlia. Anche un recente provvedimento del Tribunale dei Minori di Bologna, andato finora disatteso, intima alla donna di riportare la piccola in Italia. La madre è stata denunciata anche alla Procura di Forlì.

Lo scorso settembre la piccola aveva frequentato solo la prima settimana di lezioni, in una scuola elementare di Cesena, poi la madre ha deciso di portala all'estero senza avvisare il resto della famiglia, un viaggio di 1.500 chilometri in auto dove il primo messaggio di avviso al padre è arrivato già dopo che la frontiera italiana era stata valicata. Prima la madre ha accampato una serie di scuse per giustificare il mancato rientro, tra cui la malattia di parenti in patria, poi della bambina, poi la rottura dell'auto. Infine avrebbe simulato un rientro in Italia, caricando così di vane speranze il ramo italiano della sua famiglia, per arrivare alla fine a confermare che non era sua intenzione riportare la bambina dove è nata.

Nel processo di primo grado la madre era comparsa in udienza, dichiarando però di non voler rivelare dove si trovava la figlia e disattendendo in una successiva udienza la richiesta del giudice di condurla fisicamente in aula. E' emerso anche che la bambina sia stata iscritta ad una scuola elementare in Polonia, ma poi di fatto non ha mai frequentato, evadendo così anche l'obbligo scolastico, che vale sia in Italia che in Polonia.

La donna già da un paio di anni si era divisa dal compagno cesenate. Un storia sentimentale che è finita, in questo caso, non per violenze o maltrattamenti ma solo per la fine di un rapporto amoroso di coppia. Tanto che il padre ha continuato  sempre ad essere presente nella vita della figlia, anche dopo la separazione dalla compagna. Inoltre ha sempre provveduto al sostentamento della bambina fin dalla nascita, dato che la madre non lavorava, nonché ha sopperito economicamente a molte esigenze della stessa madre anche dopo la fine della relazione. Dopo una battaglia giudiziaria non particolarmente aspra, il Tribunale aveva definito un affidamento congiunto ai due genitori, prevedendo giorni in cui la bambina stava con il padre. 

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