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Cronaca

Bambina rapita dalla madre, da oltre un anno nessuno ha sue notizie. L'Unione Europea mette in infrazione la Polonia

La piccola avrebbe dovuto fare ritorno in Italia già da sei mesi. A stabilirlo erano stati ben due gradi di giudizio, in un tribunale della stessa Polonia

Manca da Cesena ormai da un anno e mezzo e, quel che peggio, nessuno ha più notizie di lei - neanche una telefonata - da oltre un anno. La bambina, infatti, si è come volatilizzata: non va in alcuna scuola, perdendo l'esperienza più bella per un bambino che è quella di sedere sui banchi con i coetanei, e sta succedendo per il secondo anno scolastico consecutivo. E' il caso della bambina cesenate di 8 anni, di madre polacca e padre italiano, portata via illecitamente dalla madre in Polonia. La piccola avrebbe dovuto fare ritorno in Italia già da sei mesi, dove l'attende l'affetto del padre (tutelato dall'avvocata Sofia Carlino), della sua famiglia e dei tanti amichetti che con lei sono cresciuti. A stabilirlo erano stati ben due gradi di giudizio, in un tribunale della stessa in Polonia, dove la magistratura locale ha applicato la convenzione internazionale dell'Aja, di cui lil Paese est europeo è firmatario.

La decisione è esecutiva dallo scorso settembre, ma ad ora non si sa ancora dove si trovi la piccola, che è stata tenuta nascosta nell'ultimo anno, con grande preoccupazione del padre, un professionista cesenate. L'ordine del giudice polacco, in altre parole, è rimasto lettera morta da 6 mesi. Un problema più vasto di quello singolo della bambina cesenate, a quanto pare. Lo scorso 26 gennaio, infatti, l'Unione Europea ha annunciato una decisione di infrazione a carico della Polonia proprio su questo tema.

La Commissione  ha avviato una procedura d' infrazione contro la Polonia per mancata protezione dei minori nei procedimenti familiari transfrontalieri. Il regolamento Bruxelles II mira a proteggere i minori nel contesto delle controversie transfrontaliere relative alla responsabilità genitoriale e alla sottrazione di minori. L'Europa contesta in particolare la non conformità della legge polacca con il regolamento Bruxelles IIa, nello specifico proprio sulle disposizioni relative all'esecuzione di sentenze od ordinanze che richiedono il ritorno dei minori sottratti al loro luogo di residenza abituale.

"La Commissione ritiene che vi sia un sistematico e persistente fallimento delle autorità polacche nell'esecuzione rapida ed efficace delle sentenze che ordinano il ritorno dei minori rapiti in altri Stati membri dell'Ue", recita il comunicato della Commissione Europea. "La Polonia dispone ora di due mesi per rispondere alle lettere di costituzione in mora della Commissione e adottare le misure necessarie per porre rimedio alla violazione del diritto dell'UE individuata dalla Commissione. In caso contrario, la Commissione può decidere di emettere un parere motivato", continua la nota. Un caso internazionale, dove a farne le spese è una bambina nata e cresciuta a Cesena

Il caso della bambina scomparsa in Polonia

Già a maggio 2022 c'era stato l'ordine di rimpatrio imposto dallo stesso giudice in Polonia, però sospeso in quanto oggetto di ricorso in Appello. Nel settembre dello stesso anno, anche il giudice di Appello del Tribunale di Stettino aveva poi confermato la decisione di primo grado e quindi riconosciuto al padre il diritto di riportare la piccola in Italia. Il caso è stato seguito dagli avvocati Sofia Carlino e Barbara Urbini del Foro di Forlì, che hanno lavorato in team con i legali polacchi per ottenere questo risultato particolarmente complesso in quanto la controversia è di natura internazionale. Il finale legale, insomma, è parallelo a quello del piccolo Eitan, il bambino sopravvissuto della tragedia del Mottarone, che venne rapito  dal nonno e portato in Israele, dove infine le autorità decisero per il rimpatrio in Italia per effetto della stessa convenzione dell'Aia. Ma a differenza di Eitan, in Polonia finora nessuno ha eseguito la sentenza, in quanto la bambina è ufficialmente irreperibile.

Il professionista cesenate in questi lunghi mesi ha inoltre ricostruito i passi preparatori che l'ex compagna aveva fatto per  organizzare l'espatrio, che non avvenne in tutta fretta ed estemporaneo, giustificato dal dover correre al capezzale di una nonna gravemente ammalata, come sostenuto dalla donna. L'uomo, infatti, si è visto recapitare – senza esserne minimamente a conoscenza – un atto tradotto in italiano ed emesso da un tribunale del Paese natale della ex compagna, in cui veniva rigettata per non competenza la domanda della madre (fatta a sua insaputa) di cambiare la residenza anagrafica della bambina.

Non solo: è emerso che la bambina era stata nel frattempo iscritta ad una scuola sempre nel Paese dell'Est Europa, nonostante fosse già iscritta e avesse frequentato per un anno una scuola elementare a Cesena. Poi da Natale 2021 sono sparite anche le rare videochiamate che tenevano almeno aperto un canale di comunicazione tra padre e figlia. Anche un recente provvedimento del Tribunale dei Minori di Bologna, andato finora disatteso, intima alla donna di riportare la piccola in Italia. La madre è stata denunciata anche alla Procura di Forlì.

nel settembre 2021 la piccola aveva frequentato solo la prima settimana di lezioni, in una scuola elementare di Cesena, poi la madre ha deciso di portala all'estero senza avvisare il resto della famiglia, un viaggio di 1.500 chilometri in auto dove il primo messaggio di avviso al padre era arrivato già dopo che la frontiera italiana era stata valicata. Prima la madre ha accampato una serie di scuse per giustificare il mancato rientro, tra cui la malattia di parenti in patria, poi della bambina, poi la rottura dell'auto. Infine avrebbe simulato un rientro in Italia, caricando così di vane speranze il ramo italiano della sua famiglia, per arrivare alla fine a confermare che non era sua intenzione riportare la bambina dove è nata.

Nel processo di primo grado la madre era comparsa in udienza, dichiarando però di non voler rivelare dove si trovava la figlia e disattendendo in una successiva udienza la richiesta del giudice di condurla fisicamente in aula. E' emerso anche che la bambina sia stata iscritta ad una scuola elementare in Polonia, ma poi di fatto non ha mai frequentato, evadendo così anche l'obbligo scolastico, che vale sia in Italia che in Polonia.

La donna già da un paio di anni si era divisa dal compagno cesenate. Un storia sentimentale che è finita, in questo caso, non per violenze o maltrattamenti ma solo per la fine di un rapporto amoroso di coppia. Tanto che il padre ha continuato  sempre ad essere presente nella vita della figlia, anche dopo la separazione dalla compagna. Inoltre ha sempre provveduto al sostentamento della bambina fin dalla nascita, dato che la madre non lavorava, nonché ha sopperito economicamente a molte esigenze della stessa madre anche dopo la fine della relazione. Dopo una battaglia giudiziaria non particolarmente aspra, il Tribunale aveva definito un affidamento congiunto ai due genitori, prevedendo giorni in cui la bambina stava con il padre. 

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