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Giovedì, 28 Settembre 2023
Cronaca

La figlia contesa si trova in Est Europa ormai da mesi, Natale triste per un padre cesenate. Attivate le autorità diplomatiche

A questa bambina è stato negato un Natale in famiglia e al padre il suo diritto alla genitorialità paterna, riportata alla ribalta anche dall'immagine emblematica del singolare presepe di Villalta

E' un Natale in tristezza per un padre cesenate perché dovrà passarlo senza la compagnia della sua bambina. La piccola è stata strappata all'affetto della sua famiglia italiana dallo scorso settembre e portata dalla madre nel suo paese d'origine nell'Est Europa. E' rimasto carta straccia anche il recente provvedimento del Tribunale dei Minori di Bologna che intima alla donna di riportare la piccola in Italia, dato che le limitazioni all'espatrio erano una delle condizioni imposte dallo stesso giudice nell'atto di affidamento congiunto. E' una storia per certi versi molto simile a quella del piccolo Eitan, l'unico sopravvissuto alla strage della funivia del Mottarone e rapito dal ramo israeliano della sua famiglia: nel suo caso la Convenzione dell'Aia per la protezione dei minori ha permesso la riconsegna del bambino alla sua vita usuale, da Israele all'Italia. E alla stessa convenzione si guarda ora con speranza per la piccola cesenate, anche se i tempi potranno essere lunghi. 

Il padre, un professionista cesenate, ha visto per l'ultima volta la bambina a fine settembre. La piccola ha frequentato solo la prima settimana di lezioni, in una scuola elementare di Cesena, poi la madre ha deciso di portala all'estero senza avvisare il resto della famiglia, un viaggio di 1.500 chilometri in auto dove il primo messaggio al padre è arrivato già dopo che la frontiera era stata valicata. Prima la madre ha accampato una serie di scuse, tra cui la malattia di parenti in patria, poi della bambina, poi la rottura dell'auto. Infine avrebbe simulato un rientro in Italia, caricando così di vane speranze il ramo italiano della sua famiglia, per arrivare alla fine a confermare che non è sua intenzione riportare la bambina dove è nata. Si stima che siano circa 250 bambini italiani che ogni anno sono sottratti e portati all'estero.

Nel giorno di Natale l'assenza di un parente stretto si fa sentire di più, tanto più se è un bambino che porta nelle case allegria e affetto, specialmente quando lo si vede scartare un regalo. A questa bambina è stato negato questo piacere e al padre il suo diritto alla genitorialità paterna, riportata alla ribalta anche dall'immagine emblematica del singolare presepe di Villalta, vicino a Cesenatico, allestito col bambino in braccio a San Giuseppe "perchè Maria si riposa". Tornando al caso di Cesena, la donna già da un paio di anni si era separata dal compagno cesenate. Un storia sentimentale che è finita, in questo caso, non per violenze o maltrattamenti ma solo per la fine di un rapporto amoroso di coppia. Tanto che il padre ha continuato  sempre ad essere presente nella vita della figlia, anche dopo la separazione dalla compagna. Inoltre ha sempre provveduto al sostentamento della bambina fin dalla nascita, dato che la madre non lavorava.

Dopo una battaglia giudiziaria non particolarmente aspra, il Tribunale aveva definito un affidamento congiunto ai due genitori, prevedendo giorni in cui la bambina stava con il padre. Un diritto che il professonista cesenate vuole difendere a tutti i costi, tanto che ha avviato l'azione legale, per quanto costosa e complessa. L'iter legale è stato già avviato: oltre ai consueti costi legali, si pensi che ogni atto deve avere una "traduzione giurata" nella lingua di origine del paese dove il minore è trattenuto. E' prevista una sorta di "procedura conciliativa": l'attivazione del Ministero degli Esteri del Ministero della Giustizia che "dialoga" con l'analoga autorità centrale e giudiziaria dello stato dove la bambina è stata portata. Essendo un dialogo tra due istituzioni dell'Unione Europea, almeno questo dovrebbe "facilitare" la gestione del problema. L'istanza al ministero italiano, tramite l'avvocato Sofia Carlino, è stata già depositata e presto partiranno i contatti con l'ufficio preposto nel paese est-europeo, come prevede la Convenzione dell'Aia. 

Il padre, intanto, da allora non ha potuto far altro che qualche videochiamata alla bambina, nelle quali fa fatica a capire lo stato d'animo della piccola, sradicata dal suo contesto scolastico, dai suoi nonni e dai suoi amichetti con cui è cresciuta a Cesena. L'anno scolastico è ormai interrotto da diversi mesi e il recupero da fare sul programma a scuola è sempre più consistente. In queste chiamate il padre cesenate tende ovviamente ad avere un approccio rasserenante e godersi in modo intenso quei pochi minuti di dialogo. Purtroppo non è previsto, dalla Convenzione dell'Aia, che nell'attesa della risoluzione giudiziaria del problema vengano emessi provvedimenti di urgenza volti a garantire il mantenimento del contatto con il genitore che resta isolato dal figlio. 

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