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Cronaca

Ausl, nessuna soppressione del servizio di continuità assistenziale

Non ci sono soppressioni in vista per il Servizio di Continuità Assistenziale, quanto piuttosto una ridistribuzione delle sedi in cui operano i medici in attesa delle chiamate dei cittadini.

Positivo l’avvio del confronto avvenuto lunedì poomeriggio nell’ambito della  Conferenza Territoriale sociale e sanitaria, dove il direttore generale Maria Basenghi ha chiarito ai sindaci il progetto di riorganizzazione della continuità assistenziale sul territorio, (Guardia Medica notturna e prefestiva), già  previsto  tra l’altro dal piano attuativo Locale. Dunque non ci sono soppressioni in vista per il Servizio di Continuità Assistenziale, quanto piuttosto una ridistribuzione  delle sedi in cui operano i medici in attesa delle chiamate dei cittadini.

"Si tratta di una riorganizzazione che, è bene precisare, non andrà a ridurre le modalità di erogazione del servizio - illustra l'Ausl in una nota -.  La continuità assistenziale è un’attività prevista dai Livelli essenziali di assistenza (LEA) con la funzione di sostituire i Medici di medicina generale durante le ore notturne e nei giorni festivi e prefestivi. Compito dei Medici della continuità assistenziale tuttavia, non è svolgere attività ambulatoriale nella sede di lavoro, ma effettuare, consulenze telefoniche o  visite a domicilio che non necessitano di intervento immediato, competenza quest’ultima, del 118".

"Non è previsto infatti, per i medici di continuità assistenziale, analogamente a quanto succede in orario diurno per i  medici di medicina generale, un tempo minimo entro il quale intervenire, poiché si tratta di situazioni che non sono di emergenza. Peraltro già il sistema attualmente in vigore prevede il passaggio di chiamata al medico della sede più vicina disponibile, qualora il primo referente fosse già impegnato in attività assistenziali sul territorio. Mentre è inappropriato l’accesso diretto all’ambulatorio da parte dei cittadini, continua l'Ausl.

Attualmente il servizio di guardia medica sul territorio aziendale è articolato su 8 sedi, con interventi che, per ogni turno di 12 ore, vanno in media da un massimo di 15 prestazioni a Cesena, a 4,3 per Mercato, 2,4 per S. Piero, 1,8 per Alfero, 12,7 a Savignano, 7,4 a Cesenatico, 2,05 per Sogliano. Le sedi di Alfero e Sogliano svolgono pertanto solamente 1 prestazione ogni 6 ore. La proposta di riorganizzazione prevede, per l’alta Valle del Savio, l’accorpamento in una unica sede della Guardia Medica di San Piero ed Alfero, con un medico che nelle 12 ore garantirà quindi 4,5 prestazioni e il mantenimento della sede di Mercato Saraceno.

Per quanto riguarda, invece, il Distretto Rubicone, saranno mantenuti 3 punti di Guardia Medica (Gambettola, Cesenatico e Savignano), mentre l’attività nell’ambito del Comune di Sogliano verrà garantita dal medico in servizio presso le sedi di Gambettola e Savignano. In questo caso il numero di medici non si riduce, non si modificano le modalità di erogazione del servizio, ma al contrario, viene  ridistribuito il carico di attività per singolo punto, con un numero di chiamate previsto per turno che va da 6 a 7 chiamate per ciascun  punto a  Savignano, Gambettola e Cesenatico.

I 7 punti di guardia medica così riorganizzati, connessi funzionalmente ai 7 Nuclei di cure Primarie, potranno inoltre garantire la collaborazione fra i medici di medicina generale e di continuità assistenziale per i propri cittadini di riferimento. In pratica l’attività diurna e l’attività notturna saranno garantite sempre rispettivamente dagli stessi medici di MMG e di continuità assistenziale, creando le condizioni più favorevoli per una migliore presa in carico. Nel suo complesso, il progetto di riorganizzazione consente di mantenere i Livelli Essenziali di Assistenza, riducendo i costi (che attualmente nel nostro territorio sono più elevati rispetto alla media regionale) e migliorando l’utilizzo delle risorse.

 
 

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