Altri undici profughi hanno aderito al progetto “Attiviamoci per Cesena”, impegnandosi a dare il loro contributo per la pulizia di alcune aree verdi cittadine. L’adesione è stata ufficializzata giovedì mattina nel corso di un incontro in Comune, alla presenza del sindaco Paolo Lucchi e dell’a ai Servizi per le persone Simona Benedetti. Gli undici ragazzi si affiancano agli altri 30 profughi richiedenti protezione internazionale, accolti a Cesena dall’amministrazione comunale attraverso l’Asp Cesena Valle Savio, con la collaborazione di Arci solidarietà, San Vincenzo De Paoli, Fondazione Opera Don Dino e Cooperativa Cils, che da quasi un anno puliscono alcune fra le più importanti aree verdi.

Il loro è un lavoro assolutamente volontario, che non prevede alcun tipo di corrispettivo o rimborso, organizzato appunto nell’ambito del progetto “Attiviamoci per Cesena”, attraverso il quale anche 43 cittadini cesenati stanno eseguendo da tempo lavoretti e manutenzioni a beneficio della comunità. Da segnalare che hanno avviato la medesima attività volontaristica anche 5 profughi accolti a Mercato Saraceno e 17 a Bagno di Romagna. Complessivamente, dunque, i volontari di “Attiviamoci per Cesena” sono 101.

Nell’incontro di giovedì mattina gli undici ragazzi , tutti provenienti dalla Nigeria attraverso i tanto tristi e noti “viaggi della speranza” fra il deserto e il Mediterraneo, hanno sottoscritto il “patto civico” e ricevuto la piccola attrezzatura (giubottino, palette, ramazze) che servirà loro spazzare e pulire le aree pubbliche loro assegnate: parco per Fabio, giardino Malmerendi (zona ex Macello), parco Vigne, giardino di Serravalle, giardino di Via Lucania, aree verdi dei viali Carducci/Finali e della zona ex Zuccherificio. "Siamo molto soddisfatti - dichiarano Lucchi e Benedetti - dell’andamento di questo progetto e della continuità che stiamo riuscendo a garantire al coinvolgimento attivo dei profughi accolti nella nostra città. Lo svolgimento di questi lavoretti, modesti ma utili, può sicuramente contribuire a rendere la loro accoglienza più dignitosa, accorciando le distanze fra questi ragazzi e la città, almeno per il tempo in cui resteranno qui con noi".