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Cronaca

Appalto mense scolastiche al massimo ribasso, il Comune si difende

"L'appalto per le mense scolastiche è un frutto di una gara gestita con regolarità e trasparenza, con massima attenzione per la qualità del servizio e per la sorte dei lavoratori". Dopo le osservazioni sollevate risponde il sindaco Lucchi

“L'appalto per le mense scolastiche è un frutto di una gara gestita con regolarità e trasparenza, con massima attenzione per la qualità del servizio e per la sorte dei lavoratori”. Dopo le osservazioni sollevate dal capogruppo di Libera Cesena Gilberto Zoffoli sull’esito della gara d’appalto promossa dal Comune per l’affidamento del servizio di refezione scolastica per il triennio 2015/2018, il Comune risponde pubblicamente.

L'ACCUSA - Zoffoli ha bacchettato l'uso dell'appalto al massimo ribasso, che ha portato alla vittoria di una cooperativa di Salerno: “L’amministrazione ha scelto come unico criterio quello del massimo ribasso. Quindi la società di Salerno, con un importo di €. 1.682.358,60 escluso IVA, dal 1 settembre 2015 al 31 agosto 2018  produrrà i pasti, eseguirà i trasporti, svolgerà l’aiuto in cucina e il servizio mensa delle scuole di primo grado del nostro Comune. Non si giudica neanche il notevole ribasso, pari al 5,12% sull’importo a base di gara, che la società ha applicato per aggiudicarsi il bando, che  stranamente poi è un ribasso pari a più del doppio di quello che ha applicato la società arrivata seconda, con un ribasso del 2,48%. Occorre anche rilevare che quest’ultima società, arrivata seconda, è quella che ha svolto fino ad oggi questo servizio”.

LA DIFESA - Il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi E L’Assessore ai Servizi per le persone Simona Benedetti ribattono: “In particolare, Zoffoli pone l’accento sul fatto che ad aggiudicarsi l’appalto sia stata una cooperativa sociale con sede legale in provincia di Salerno. Ma è quasi superfluo ricordare che alle gare d’appalto possono partecipare imprese provenienti da tutta Italia (e per quelle europee, anche dall’estero) e che un Comune non ha alcuna possibilità di inserire clausole ‘di protezione’ per le aziende del suo territorio. Quello che un Comune può e deve fare è di assicurarsi che l’azienda vincitrice corrisponda alle caratteristiche richieste e che sia in grado di fornire un servizio corrispondente agli standard fissati dal capitolato d’appalto”.

“Sulla base della documentazione in nostro possesso, la coop Progetto 2000 – vincitrice dell’appalto - risulta essere in possesso di tutti i requisiti: è una vera cooperativa sociale, con una solida esperienza nel campo della refezione di comunità, e in particolare proprio della refezione scolastica, e lavora per numerosi enti locali, non solo nel Salernitano, ma anche in altre parti d’Italia. Noi non abbiamo dubbi al riguardo: gli aspetti fondamentali in una gara d’appalto restano la regolarità e la trasparenza e crediamo che le imprese serie, con capacità e spirito d’iniziativa, debbano poter avere le stesse opportunità ovunque; del resto, è quello che accade a molte realtà cesenati, che hanno saputo imporsi anche in altri territori”.

“D’altro canto, il Comune di Cesena ha inteso preservare la qualità della parte di refezione scolastica affidata all’esterno, attraverso un capitolato a cui la ditta vincitrice dovrà attenersi. In questo documento è indicato chiaramente che i pasti prodotti dovranno avere le stesse caratteristiche di quelli preparati direttamente dai servizi comunali, e cioè stessa attenzione per la qualità delle materie prime, con l’utilizzo preferenziale di prodotti biologici, analoghe modalità di preparazione, rispetto delle tabelle nutrizionali ispirate ai principi della dieta biomediterranea che, con il progetto Pappamondo, sono applicati nelle mense scolastiche cesenati fin dal 1986, assicurando un pasto sano, buono e sicuro dall’asilo nido fino alla scuola secondaria di primo grado”.

Inoltre, “la gara d’appalto di cui stiamo parlando riguarda meno del 10% della refezione scolastica garantita a 57 scuole cesenati di ogni ordine e grado, dai nidi alle scuole medie. Si riferisce infatti alla preparazione di circa 350 pasti al giorno (poco più di 60mila nell’arco di un anno) su un totale di circa 3850 pasti giornalieri (i dati sono quelli dell’ultimo anno scolastico); altri 500 pasti al giorno sono affidati alla coop sociale Oltresavio – Vigne, mentre la parte più consistente – circa 3000 pasti – è prodotta direttamente dal Comune nelle cucine scolastiche e nelle cucine di zona. La vera novità, rispetto al passato è che finora questi 350 pasti appaltati fuori venivano preparati in una struttura privata esterna (la cucina di Le Fricò), mentre ora – come previsto nella gara – il Comune mette a disposizione la nuovissima cucina di zona realizzata presso la nuova scuola materna di Martorano”.

“Il precedente appalto era affidato a un’associazione temporanea di imprese (Ati) composta da Camst e coop Dolce. Nello specifico, la Camst si occupava della preparazione dei cibi e la coop Dolce (affiancata in parte dalla coop Oltresavio-Vigne) provvedeva alle altre attività. Naturalmente ci sta molto a cuore la sorte dei lavoratori impegnati in queste attività. Per questo, va rimarcato che nel bando di gara è stata inserita la clausola sociale che impegna la ditta vincitrice ad “assorbire e utilizzare prioritariamente lavoratori, qualora disponibili, che già erano adibiti ai servizi oggetto dell’appalto”. E non ci sono dubbi che andrà così, specialmente se si tiene conto che, almeno per quanto riguarda l’attività di sporzionamento, l’impegno orario è molto circoscritto. Non si può, dunque, parlare di una sessantina di posti a rischio. Per quanto riguarda la Camst, secondo l’elenco che essa stessa ha fornito, erano sei i dipendenti impegnati nel servizio che comunque – ci teniamo a sottolinearlo – non ha mai riguardato l’attività di mensa offerta da Le Fricò, normale esercizio pubblico soggetto alle leggi di mercato. Il fatto che i pasti destinati alle scuole venissero in passato preparati in questa stessa struttura non era determinato dal precedente appalto, e in ogni caso, con la messa a disposizione della nuova cucina di Martorano, questo aspetto sarebbe stato superato”.

MASSIMO RIBASSO, PROTESTA DI CONFCOOPERATIVE  – La scelta del massimo ribasso non piace neanche a Confcooperative: “Perché il massimo ribasso continua a essere l’unico criterio per bandi di servizi importanti come quello per le mense scolastiche?”. La domanda è posta da Confcooperative all’Amministrazione Comunale di Cesena e si riferisce all’appalto vinto da una società cooperativa di Salerno.

Precisano da Confcooperative: “Non mettiamo in discussione né la regolarità del bando né tantomeno il risultato, anzi ci congratuliamo con la cooperativa vincitrice che sappiamo appartenere all’universo cooperativo, rimaniamo tuttavia molto perplessi per la scelta di un criterio che nei bandi pubblici non dovrebbe avere più cittadinanza. Il massimo ribasso non di rado ha creato problemi nell’espletamento regolare ed efficiente di un servizio di qualità, costringendo le imprese a lavorare con guadagni sempre più marginali e con conseguenze sull’ occupazione locale.

chiediamo al Sindaco Paolo Lucchi che assicura ad ogni occasione l’attenzione alle esigenze dell’imprenditoria locale, perché alle buone intenzioni non fa seguire i fatti. E i fatti raccontano che vincolare un appalto al massimo ribasso non aiuta le nostre imprese, mentre può attirare società lontane e creare situazioni problematiche nella gestione di servizi complessi vinti a condizioni economiche impossibili”.

“Nel nostro territorio esistono realtà che hanno dimostrato di saper gestire con competenza e professionalità servizi come quello delle mense scolastiche, i criteri degli appalti dovrebbero tenere conto di ben altro dunque oltre all’elemento economico, oltretutto ribassato al massimo. Negli anni passati abbiamo collaborato con dirigenti del Comune per individuare parametri di qualità in questi servizi, dedicando particolare attenzione alla sostenibilità dei prodotti da utilizzare, prodotti a km 0 e garantiti da filiere controllate che esistono sul nostro territorio. Tutte le realtà di eccellenza operano non meritano il massimo ribasso”.

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