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Cronaca

Dove c'era la scuola ora si lotta contro il cancro: nasce il Prime Center, struttura unica nel suo genere

Bonaccini: "Il PRIME Center rappresenta un passo avanti anche per il territorio e per tutta la sanità regionale, nel momento in cui si punta sulla prevenzione rivolgendosi ai giovani"

L’attesa è stata lunga, anche a causa dello slittamento dei lavori provocato dallo scoppio della pandemia da Covid-19: ma l’apertura dei battenti del PRIME Center, acronimo di Prevenzione, Riabilitazione ed Integrazione in Medicina, nuova struttura nel campo della sensibilizzazione delle giovani generazioni alla lotta contro il cancro e della medicina integrativa volta al miglioramento della qualità di vita all’interno del percorso di cura oncologico, è quantomai prossima. A testimoniarlo la cerimonia ufficiale del taglio del nastro svoltasi nella mattinata di lunedì 22 novembre proprio presso l’ex complesso scolastico San Cristoforo, sede dove sorgerà la facility ideata e fortemente voluta dal fondatore dello IOR, prof. Dino Amadori: un’occasione utile a mostrare alle istituzioni lo stato oramai avanzatissimo dei lavori e a esporre in anteprima gli spazi di cui il centro multifunzionale potrà disporre e andrà ad inserire le attività che porterà avanti.

VIDEO - Presentato il nuovo fulcro della rete oncologica romagnola

A ribadire l’importanza del PRIME Center, che si presenta come una struttura unica nel suo genere, la presenza del Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e del Direttore Generale della Ricerca e dell’Innovazione in Sanità del Ministero della Salute, il prof. Giuseppe Ippolito: al loro fianco anche i sindaci delle principali province romagnole, a partire da Enzo Lattuca, primo cittadino di Cesena, luogo in cui è stato scelto di far sorgere la facility in quanto in posizione centrale e comoda da raggiungere anche per i residenti di Forlì, Rimini e Ravenna. È innegabile come la struttura si ponga non solo quale punto di riferimento territoriale come da natura e mission dell’organizzazione no-profit che ha contribuito a crearla, l’Istituto Oncologico Romagnolo, ma anche come luogo di condivisione, apprendimento e cura per studenti e pazienti provenienti da tutta Italia.

In particolar modo questi ultimi troveranno all’interno del PRIME Center una serie di attività con solide basi scientifiche che si inscrivono all’interno di una presa in carico della persona a 360°. I due fiori all’occhiello che troveranno spazio all’interno di un’area di pertinenza di 6.513 metri quadrati saranno: una cucina didattica per laboratori dedicati alla sana alimentazione, intesa non solo come arma di prevenzione ma anche come valido aiuto alle terapie; e una palestra di 148 metri quadrati con attrezzature di ultima generazione donate da Technogym, partner tecnico dello IOR, per la preabilitazione e riabilitazione del paziente sottoposto a terapie oncologiche e ad intervento chirurgico. Il progetto congiunto prevede la prescrizione di esercizio fisico monitorato e la realizzazione di studi e ricerche volte a valutare l’impatto del movimento sul malato e a creare nuovi protocolli di cura validati scientificamente. All’interno del PRIME Center sarà prevista anche la presenza di ambulatori e spazi dedicati ad attività di medicina integrativa quali mindfulness, agopuntura, musicoterapia, tutte iniziative la cui efficacia è confermata da migliaia di sperimentazioni svolte nei principali centri di ricerca e che verranno portati avanti da professionisti esperti e preparati; nonché aule a disposizione delle classi, delle scuole e delle aziende che vogliono avviare alunni e dipendenti a programmi di welfare e di sensibilizzazione alla prevenzione.

Alla luce di tutte queste informazioni non stupisce che il PRIME Center, nell’idea di colui che l’ha ideato e poi fortemente voluto prima della sua scomparsa, il prof. Dino Amadori, sia stato concepito all’indomani della visita del fondatore IOR alle strutture d’eccellenza mondiali nel campo della medicina integrativa, l’MD Anderson Cancer Center di Houston e il Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York. Replicare l’esperienza americana nell’ambito del territorio romagnolo poteva sembrare nel migliore dei casi un azzardo, quando non un’utopia: eppure, come già accaduto nel 2007 con l’IRST di Meldola, il PRIME Center è oramai prossimo ad aprire i battenti. Un ennesimo traguardo per la Romagna che lotta contro il cancro: un traguardo che non sarebbe stato possibile raggiungere senza il generoso lascito del Dott. Giuseppe Agostini e la convinta amicizia di varie realtà che hanno visto all’interno di questa nuova struttura un’occasione per trasformare l’esigenza di realizzare attività di responsabilità sociale in un modo per fare concretamente la differenza. PRIME Center nasce infatti in collaborazione con CIA-CONAD, Coopfond, fondo mutualistico di Legacoop Amadori, Unieuro, Valfrutta – Conserve Italia, Fondo Sviluppo e Federazione Banche di Credito Cooperativo Emilia Romagna, nelle sedi di Credito Cooperativo Romagnolo, Banca Malatestiana, BCC Sarsina, Riviera Banca, RomagnaBanca, BCC Ravennate Forlivese e Imolese, BCC Felsinea, Emil Banca, Banca Centro Emilia e con il contributo di Assicoop Unipol, Gruppo Martini, Orto Mio, Technogym – Wellness Foundation, Cangini Benne, Smurfit Kappa, Linea Sterile, CRE – Consorzio per le Risorse Energetiche e Eco - Energia Corrente, Novartis, Pfizer, Incyte e Onit Group.

«Dall’Istituto Oncologico Romagnolo arriva un segnale di grande importanza nella lotta ai tumori – afferma il Presidente della Regione, Stefano Bonaccini – un altro passo avanti dopo i tanti che questa struttura di eccellenza ha fatto in tutti questi anni lungo la strada aperta dal suo fondatore, il prof. Dino Amadori. Il PRIME Center rappresenta un passo avanti anche per il territorio e per tutta la sanità regionale, nel momento in cui si punta sulla prevenzione rivolgendosi ai giovani, formandoli, su cura e assistenza sempre migliori e sul miglioramento della qualità di vita di chi è sottoposto a cure oncologiche. La necessità di una medicina e di una rete di servizi diffuse, portate direttamente ai cittadini nelle comunità locali, è la grande lezione della pandemia: ora abbiamo l’occasione di dimostrare nei fatti di averla imparata fino in fondo, utilizzando i fondi del PNRR per rafforzare la sanità territoriale. In Emilia-Romagna, va detto, da anni abbiamo iniziato a farlo: basti pensare alle Case della Salute, prese a esempio dal Governo e nel Paese. In questo senso, lo ripeto, le strutture come lo IOR sono poli che ci aiuteranno a ripartire più forti di prima, mettendo al centro la persona».

Presente alla presentazione del PRIME anche il Prof. Giuseppe Ippolito, Direttore Generale della Ricerca e dell’Innovazione in Sanità del Ministero della Salute. «Il cancro è dopo le malattie cardiovascolari la principale causa di morte - ha spiegato -, dunque è necessario un approccio globale alla malattia. È importante che si attui un cambiamento dei comportamenti e che si pratichino maggiori attività di prevenzione, proponendo percorsi informativi che coinvolgano soprattutto i giovani e le scuole, come quelli che verranno svolti qui al PRIME Center. Il tumore in questi anni è cambiato: sono molte di più le persone che guariscono tuttavia ancora non abbiamo abbattuto la mortalità. Il cancro non verrà affrontato e risolto solamente attraverso studi e ricerche, non basta affrontarlo quando la malattia è conclamata, deve essere prevenuto e controllato. Purtroppo, l’investimento per le ricerche sulla prevenzione negli anni si è molto ridotto, e dovremo impegnarci e lavorare per un cambio di rotta in questo senso».

Illustra alcuni dettagli della nuova struttura di via San Cristoforo Luca Panzavolta, Presidente Istituto Oncologico Romagnolo. «Il PRIME Center è una struttura che lo IOR ha fortemente voluto sulla spinta dell’intuizione del Professor Amadori: consentirà di mettere a disposizione del territorio una struttura unica in Italia, sia in tema di prevenzione, sia rispetto alle cure integrative, a supporto delle terapie mediche tradizionali, volte a curare la persona nel suo insieme, in maniera olistica. La facility sarà inoltre attrezzata con una palestra innovativa e moderna, con lo scopo di proporre percorsi di riabilitazione, per favorire il recupero del paziente sia sul piano fisico che da quello mentale. Troviamo oggi in platea i rappresentanti di alcune importanti aziende del territorio che ci hanno supportato con entusiasmo nella creazione del centro stesso, ma dobbiamo ricordarci che senza il contributo fondamentale e quotidiano dei volontari, che si occupano ogni giorno di tutte le attività legate alla raccolta fondi, al sostegno e all’accompagnamento dei pazienti oncologici, lo IOR e il Prime non potrebbero esistere».

«Il PRIME Center rappresenta una grande conquista: la realizzazione di questa struttura offre la possibilità di affrontare tutte le sfide legate alla malattia oncologica a 360 gradi, facendosi bandiera di tutto ciò che riguarderà la prevenzione, la riabilitazione e la medicina integrativa a supporto delle terapie classiche nel percorso di cura del paziente affetto da tumore», conclude il Dott. Tiziano Carradori, Direttore Generale AUSL Romagna

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