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Aperta nonostante la zona arancione, la titolare dell'agriturismo: "Lavorare non è equiparabile a un crimine"

"Non appartengo ad alcun partito e rifuggo tutte le etichette che da più parti mi sono state attribuite, sia in positivo che in negativo - scrive Natascia Balduzzi, gestrice dell'agriturismo "Capra e Cavoli"

"Non appartengo ad alcun partito e rifuggo tutte le etichette che da più parti mi sono state attribuite, sia in positivo che in negativo - scrive Natascia Balduzzi, gestrice dell'agriturismo "Capra e Cavoli" di Montiano multata e denunciata in due occasioni per aver aperto il suo locale ai clienti, contravvenendo al Dpcm - Ma di una cosa sono certa: ed è che sono semplicemente uno dei tanti onesti cittadini di questa nazione che ama il proprio lavoro e che vive del proprio lavoro sul quale ha investito sogni, fatica e risorse". Natascia Balduzzi, chiamata "ribelle", "recidiva", dopo il clamore scoppiato intorno alla sua adesione alla protesta dei ristoratori "#Ioapro1501", affida a una lettera la sue osservazioni per chiarire la sua posizione.

Per la seconda volta, infatti, è stata pizzicata a servire al tavolo i suoi clienti, mentre tutti i suoi concorrenti, pur con lo stesso sacrificio, stanno tenendo chiuso. Questo ha provocato una raffica di multe, diverse decine quelle ai clienti. "Senza lavorare non si vive (questo non dovrebbe essere difficile da capire) - scrive l'imprenditrice - e progressivamente si perde la dignità umana e per questo di fronte a provvedimenti sempre più restrittivi giurdicamente e scientificamente inconsistenti ho deciso, prima di fallire per inedia, di continuare a svolgere la mia attività con la consapevolezza di non danneggiare alcun interesse altrui essendo in regola sotto ogni aspetto. La mia non è stata una scelta avventata ma l'esercizio di un diritto prima ancora mano ma anche costituzionalmente tutelato come ancor pochi giorni fa ha ribadito il nuovo presidente della Corte Costituzionale".

Nella lettera attacca anche i controlli, che però sono stati generalizzati su numerose attività e non solo alla sua: "Ho letto di denunce a piede libero come se lavorare potesse essere equiparabile a un crimine con la previsione dell'arresto, e di certo il dispiegamento di forze impiegato per sanzionarmi è risultato davvero sproporzionato e mi ha arrecato davvero dolore. Mi chiedo che differenza passi tra il dovere di eseguire un ordine anche illegittimo e rispettare il dovere morale di pagare i debiti e vivere onestamente col proprio lavoro. Invero quanto mi viene contestato dovrebbe trattarsi solo di sanzioni amministrative per le quali ho mandato al mio legale di fiducia, Riccardo Luzi, di impugnare nelle competenti sedi con la convinzione che si tratti di provvedimenti incostituzionali illogici e infondati come già numero giudici hanno stabilito". Alla fine della lettera Natascia Balduzzi ringrazia i promotori di #IoApro1501 ma  soprattutto tutti quei clienti che sono andati in agriturismo rischiando in proprio le sanzioni, un gesto che - ricorda l'imprenditrice - "dimostra che esistono ancora i valori di altruismo e fratellanza". 

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