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Cronaca

Al via l'anno giudiziario, la relazione: calano i processi pendenti, aumenta la durata

Lo segnala il presidente della Corte d'appello di Bologna, Oliviero Drigani, inaugurando sabato l'anno giudiziario

In Emilia-Romagna, in base ai dati aggiornati al 30 giugno 2021, "il numero di procedimenti relativi a reati contro la pubblica amministrazione resta, in termini assoluti, abbastanza contenuto e sostanzialmente costante", però un "consistente aumento" emerge sul reato di corruzione "per i procedimenti iscritti dalle varie Procure della Repubblica del distretto, passati, quanto al registro noti, da 37 a 97". Lo segnala il presidente della Corte d'appello di Bologna, Oliviero Drigani, inaugurando sabato l'anno giudiziario.

"Aumentano, in sede di iscrizione notizie reato e in primo grado, i procedimenti relativi a reati aventi ad oggetto indebita percezione di contributi e finanziamenti concessi dallo Stato, da altri enti pubblici o dalla Comunità europea", continua Drigani, mentre "sempre estremamente contenuto è il numero di procedimenti attinenti attività terroristiche". Sono in aumento, invece, "i procedimenti relativi ad associazioni di stampo mafioso (che passano, quanto all' iscrizione nel registro noti, da 19 a 24); a parte il loro numero, va anche segnalato un progressivo aumento della loro complessità, per numero di imputati e di imputazioni", sottolinea il magistrato. Si sono ridotti i procedimenti iscritti nelle Procure per omicidio volontario consumato e tentato (da 80 a 66), ma aumentano le iscrizioni per omicidi colposi (da 303 a 353). "Non si arresta la crescita dei procedimenti per atti persecutori", passati da 1.137 a 1.222, mentre è "sostanzialmente stabile, ma sempre assai elevato- rileva il presidente- il numero dei procedimenti per reati contro la libertà sessuale (663)"

Sono invece "singolarmente diminuiti i reati in materia di stupefacenti" (da 3.522 a 3.088 iscrizioni), continua la relazione, mentre un settore che "da tempo vede in costante aumento il numero di procedimenti - rileva Drigani - è quello dei reati di tipo informatico". Quanto ai reati contro il patrimonio, "se da un lato restano costanti i procedimenti per i reati di rapina e di estorsione, deve invece segnalarsi una considerevole riduzione quanto ai reati di usura e di furto in appartamento", continua Drigani, aggiungendo che in relazione a questi ultimi è facile ipotizzare che "un effetto deflattivo importante abbia avuto la pandemia, dovendosi peraltro evidenziare che in termini assoluti il numero di reati resta comunque estremamente elevato: quasi 8.000 iscrizioni, di cui oltre il 90% contro ignoti".

Sono stabili le nuove iscrizioni per reati di bancarotta (579) e in diminuzione le nuove iscrizioni in tema di reati tributari (da 1.370 a 1.124). Stabili anche i nuovi procedimenti in materia urbanistica (1.177), nonché in materia ambientale e di rifiuti (613). Le iscrizioni per i reati del cosiddetto Codice rosso "sono sempre molto elevate" e, tra i reati più ricorrenti, ammontano a 2.610 i maltrattamenti in famiglia. "Costante è il numero dei procedimenti attinenti le estradizioni e l'esecuzione dei mandati di arresto europeo. In aumento, invece- segnala Drigani- il numero di procedimenti per l'applicazione di misure di prevenzione, tanto personali che reali, sia in primo grado che in grado di appello". In lieve riduzione le procedure di riparazione per ingiusta detenzione (38) e pressoché costante il numero di intercettazioni telefoniche, ambientali e informatiche.

Processi pendenti

Nel distretto della Corte d'appello di Bologna, che comprende i nove Tribunali dell'Emilia-Romagna, "le pendenze in primo grado si sono ridotte del 6,2% innanzi al giudice collegiale e di ben il 12,5% innanzi al giudice monocratico". La premessa di Drigani è che ogni commento sui dati statistici relativi alla giustizia "non può che tener conto della pandemia da Covid-19, che a partire dal mese di marzo 2020 ha pesantemente condizionato l'attività degli uffici giudiziari. In generale, e in estrema sintesi, si può dire che la pandemia, anche per il periodo qui considerato, ha comportato, da un lato, una leggera diminuzione del numero di notizie di reato pervenute ai vari uffici delle Procure (essendo peraltro aumentati i procedimenti radicati innanzi alla Direzione distrettuale antimafia) e che, a ricaduta, pure è diminuito il numero dei procedimenti poi pervenuti agli Uffici giudiziari posti a valle della sequenza procedimentale". D'altro canto, "è invece apprezzabilmente aumentato, rispetto al periodo precedente- continua Drigani- il numero dei processi definiti dai giudici monocratici e collegiali (a dimostrazione che le difficoltà organizzative e operative conseguenti alla pandemia sono state in gran parte risolte), il che ha consentito una notevole diminuzione delle pendenze". Lo stesso andamento "ha caratterizzato il lavoro dei giudici di pace: minor numero di sopravvenienze, aumento considerevole di definizioni, drastica riduzione delle pendenze (-20,1%, quanto all'ufficio del dibattimento)", rileva il presidente della Corte d'appello.

"Pressoché invariato il numero dei procedimenti sopravvenuti e definiti dal Tribunale del riesame, indicativo del fatto che pressoché costante è il ricorso a misure cautelari nei confronti degli imputati", continua Drigani, mentre "il ricorso ai riti alternativi, nel loro complesso, resta sempre troppo esiguo". Altro dato che emerge con evidenza, sottolinea poi il magistrato, "è che il male cronico della giustizia penale nel nostro Paese, ossia la sua lentezza, è dovuta non tanto ai tempi di effettiva trattazione dei processi, quanto ai tempi morti esistenti nei passaggi del procedimento da una sua fase all'altra, ovvero da un grado all'altro della giurisdizione". In questa situazione, "la previsione di pur utili, e indispensabili, criteri di priorità nella trattazione degli affari attenua di poco la lunghezza dei procedimenti prioritari e affossa spesso definitivamente- afferma il presidente- i procedimenti che prioritari non sono". Drigani segnala poi che la durata media dei processi davanti ai giudici del dibattimento "è nuovamente aumentata, sia davanti al giudice collegiale (passando da 540 a 591 giorni) che a quello monocratico (passando da 453 giorni a 554)". Per quanto riguarda i processi in Corte di appello, "la pendenza si è ulteriormente ridotta da 18.991 a 17.218 (-9,3%)", riferisce Drigani, sottolineando però che "il numero di processi pendenti in appello resta comunque elevatissimo e continua a rappresentare indubbiamente uno degli snodi di maggiore criticità del sistema e ne è un evidente sintomo l'ecatombe che si verifica in detto grado di giudizio, di processi definiti con sentenza di non doversi procedere per estinzione del reato a seguito di intervenuta prescrizione".

Allarme organici

All'inaugurazione dell'anno giudiziario in Corte d'Appello, sabato a Bologna, risuona nuovamente l'allarme organici. "Questa Procura generale - dice la reggente Lucia Musti - è costretta a ricorrere all'istituto dell'applicazione, pur limitatamente, allo stato, al 50% del numero delle udienze programmate, attingendo alle Procure del distretto tra le quali spicca - per importante sofferenza d'organico - la Procura della Repubblica di Modena: mancano cinque sostituti procuratori sui 12 previsti in organico". "Soddisfacente è, al momento attuale, la situazione degli organici delle altre Procure laddove evidenziamo la piena copertura per la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni e per la Procura di Ferrara, a fronte di minime scoperture per le altre Procure".

Prossima, ricorda Musti, "è la nomina del Procuratore di Ravenna ed in data 16 aprile 2021 è stato pubblicato il posto di Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia. La recente pubblicazione dei posti dei requirenti di primo grado (una unità per le Procure della Repubblica di Piacenza e di Bologna e due unità per la Procura della Repubblica di Modena della cui grave situazione ho sopra detto), se seguita da sollecita evasione e da anticipato possesso, rende sotto questo aspetto, lo scenario sostenibile, seppur Modena richieda ulteriore prossima pubblicazione di almeno due unità". (fonte Dire)

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