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Cronaca Cesenatico

Lo sciame sismico una sorpresa? L'esperto dell'Ingv lo passa ai raggi x: in un mese registrate 58 scosse

Interessante l'analisi geologica dell'area e le cause degli eventi sismici che hanno creato grossa apprensione nel territorio cesenate

"I terremoti del Cesenatico: una sorpresa?" Un articolo dell'Ingv a cura di Alessandro Amato passa ai raggi x lo sciame sismico che ha interessato negli scorsi giorni l'area di pianura ai confini tra Cesena, Cesenatico e Gambettola. Interessante l'analisi geologica dell'area e le cause degli eventi sismici che hanno creato grossa apprensione.

"Nelle ultime settimane - rileva l'esperto - abbiamo rilevato un’attività sismica importante nella zona della provincia di Cesena-Forlì, in particolare nell’area compresa tra Cesenatico e Gambettola. Sono stati registrati dalle stazioni della Rete Sismica Nazionale 58 terremoti, di cui 8 con magnitudo pari o superiore a 3. Gli eventi più forti della sequenza sono avvenuti il 26 gennaio (ML 4.1) e il 28 gennaio (ML 4.1)". Si tratta senza dubbio delle due scosse che hanno creato maggiore allarme tra la popolazione, avvertite in gran parte della Romagna.

Spiega l'esperto: "La zona colpita ricade nella fascia “esterna” dell’Appennino settentrionale, caratterizzata da pericolosità sismica alta. Contribuiscono a questi valori di pericolosità i terremoti dell’Appennino, a sudest, e quelli “locali” generati da faglie attive collocate al di sotto delle coperture sedimentarie recenti del Po, a nord, e del margine adriatico.  Tra i terremoti appenninici troviamo quelli del 1781, 1661, 1768, 1918, 1594, tutti eventi importanti (magnitudo pari o superiore a 6) che hanno provocato danni intorno alle aree epicentrali e sono stati risentiti verso la costa. I terremoti della fascia “esterna”, invece, sono mediamente di magnitudo inferiore, ma essendo più prossimi ai centri di Cesena, Cesenatico, Gambettola, hanno provocato danni maggiori. Anche se la zona interessata dagli eventi di questi ultimi giorni ha una sismicità più moderata di quelle circostanti, è ragionevole pensare che le strutture attive proseguano nel sottosuolo nell’area di Cesenatico. Come vedremo più avanti, questo è confermato dalle conoscenze sulla geologia del sottosuolo".

Tornando alla sequenza di questi giorni, sottolinea l'Ingv, "si nota come la sismicità attuale si collochi nell’estremità settentrionale della sorgente composita del riminese, rappresentata da faglie inverse sepolte, poste in prossimità della costa adriatica. Si potrebbe quindi ipotizzare un proseguimento della struttura riminese verso nord, oppure che la sismicità sia legata proprio a una transizione strutturale al bordo del sistema di faglie della costa riminese. Se si guarda a un profilo geologico che attraversa la zona in questione, si nota come al di sotto della copertura sedimentaria recente sia presente una complessa struttura di faglie inverse, del tutto analoga a quelle che hanno dato luogo, tra gli altri, ai terremoti del 2012 nella zona di Finale Emilia e Mirandola". 

"Va tuttavia considerato che le profondità ipocentrali calcolate per i terremoti della sequenza di questi giorni sono comprese tra i 15 e i 25 chilometri, facendo pensare a una deformazione del basamento situato al di sotto della copertura sedimentaria", conclude l'esperto dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

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