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Cronaca

Al via il maxi-processo agli ex vertici CRC: ammesse oltre seicento parti civili

Prima udienza in tribunale del processo che vede imputati gli ex vertici della Cassa di Risparmio di Cesena, quelli che governarono l'antico istituto di credito cesenate

Prima udienza in tribunale del processo che vede imputati gli ex vertici della Cassa di Risparmio di Cesena, quelli che governarono l'antico istituto di credito cesenate prima della crisi che lo ha travolto recentemente e che lo ha portato ad un risanamento "lacrime e sangue" per gli azionisti grandi e piccoli. Dopo circa due anni e mezzo di complesse indagini, la Procura della Repubblica di Forlì ha chiuso l’inchiesta sulla Cassa di Risparmio di Cesena, chiedendo il rinvio a giudizio per ben 13 persone, tra ex amministratori, ex direttori ed ex sindaci revisori del principale istituto di credito cittadino, oggetto di un salvataggio negli ultimi anni che ne ha trasferito quasi totalmente la proprietà dalle Fondazioni bancarie e dagli investitori locali al Fondo Interbancario. Un trauma per l’economia cittadina che ora prende forma concretamente in un processo in tribunale.

Il giudice per l'udienza preliminare Luisa Del Bianco dovrà valutare il rinvio a giudizio degli ex amministratori della banca, chiesto dalla Procura. Lo farà con una serie di udienze già fissate nel prossimo mese la prima delle quali si è tenuta martedì mattina al tribunale di Forlì. Ad ospitare l'udienza preliminare è stata la grande aula delle udienze dibattimentali del tribunale collegiale, gremita da decine di avvocati. Il tema dell'udienza è stata in particolare la costituzione delle parti civili. Il giudice alla fine ha ammesso tutti gli oltre 630 soggetti che hanno chiesto di partecipare al processo in qualità di danneggiati. Una vera e propria class action dal momento che la stragrande maggioranza di queste persone sono rappresentate in aula dagli avvocati delle associazioni di consumatori.

Il procuratore capo Sergio Sottani e il pm Francesca Rago chiedono che vengano giudicati - per false comunicazioni sociali e per ostacolo all’attività di vigilanza della Banca d’Italia - Germano Lucchi (ex presidente), Atos Billi (ex vicepresidente), Enrico Bocchini (membro del Cda), Giovanni Maria Boldrini (membro del cda), Francesco Carugati (membro del cda) , Pier Angelo Giannessi (membro del cda), Mario Riciputi (membro del cda), Giovanni Tampieri (membro del cda), Vincenzo Minzoni (presidente del Consiglio sindacale), Luigi Zacchini (membro del collegio sindacale), Adriano Gentili (direttore generale) e Dino Collinucci (vice direttore generale).

In particolare, nel mirino della Procura c’è il bilancio consolidato del 2012 della banca, nel quale per la Procura non sarebbe stato correttamente rubricato il credito che la banca vantava nei confronti del gruppo immobiliare Isoldi, classificato come “ristrutturato” nel bilancio quando invece per le accuse doveva essere inserito tra i crediti in sofferenza, anche su indicazione della Banca d'Italia che chiedeva maggiori accantonamenti. Questo avrebbe permesso di non esporre in bilancio maggiori perdite per 15 milioni di euro. 

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