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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Longiano

Green Pass obbligatorio per i lavoratori, i sindacati: "Senza regole precise è rischio caos". Il caso dell'azienda cesenate

"Nell’avviso, l’azienda, come da 'regolamento interno ai fini della salute e sicurezza', richiede obbligatoriamente a partire da lunedì 23 agosto il tampone ai dipendenti che non hanno il Green Pass"

Tiene banco in questi giorni il tema della vaccinazione dei lavoratori, i sindacati Cgil, Cisl e Uil Emilia Romagna congiuntamente intervengono sulla spinosa questione: "Per evitare il Far West nelle aziende, è necessario che governo e Parlamento decidano se rendere obbligatoria per legge la vaccinazione anti Covid".

Poi citano il caso della Suba Seeds Co., impresa di Longiano che produce sementi. "Nei giorni scorsi sulla bacheca aziendale la direzione ha affisso una comunicazione dove, in sei punti, vengono indicati ai dipendenti i passaggi per il “tampone rapido Covid obbligatorio per chi non ha il Green Pass”. Nell’avviso, l’azienda, come da “regolamento interno ai fini della salute e sicurezza”, richiede “obbligatoriamente” a partire da lunedì 23 agosto il tampone ai dipendenti che non hanno il Green Pass. La comunicazione va oltre, indicando pure dove effettuarlo e in quali orari. Il tampone, si legge nel volantino, dovrà essere essere ripetuto ogni 72 ore per un costo di 25 euro cadauno, “che verrà addebitato nella paga mensile del dipendente”. Non solo, se il prelievo avverrà durante le ore di lavoro, i dipendenti dovranno segnalare entrata e uscita tramite il badge. Tutti gli interessati, si legge, “saranno contattati personalmente”. 

"Tutto ciò - proseguono i sindacati - spiega alla perfezione le nostre preoccupazioni in merito all’utilizzo del Green Pass nei luoghi di lavoro. C’è tutto quello che da settimane poniamo all’attenzione del governo e delle forze politiche in Parlamento. Vaccinarsi è un dovere sociale, e i sindacati sin dall’inizio della pandemia si sono attivati per raggiungere questo importantissimo obiettivo. Al contempo, però, serve una norma che porti chiarezza nei luoghi di lavoro onde evitare che siano le aziende, come in questo caso, a farsi leggi interne a proprio uso e consumo che rischiano di creare solo caos e discriminazioni". 

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