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Venerdì, 19 Aprile 2024
Pane, olio e fantasia

Pane, olio e fantasia

A cura di Elisabetta Boninsegna

Quali erano i piatti preferiti da Carducci e Machiavelli? E cosa mangiava Verdi dopo un concerto?

Alla Festa Artusiana ogni sera alle 20, in piazza Garibaldi, si svolgerà l'appuntamento "A tavola coi grandi", degustazioni guidate per assaggiare i cibi preferiti dai personaggi che hanno fatto la storia. Un modo intelligente e gustoso per conoscere più a fondo i gusti di scrittori, musicisti e uomini della Patria

Cosa mangiavano Machiavelli e Boccaccio? E a Giuseppe Verdi dopo un concerto gli si chiudeva lo stomaco oppure gli veniva una gran fame? Curiosità che verranno svelate durante la festa Artusiana a Forlimpopoli, che apre sabato 25 giugno, all'interno dell'iniziativa dal titolo “A tavola con i grandi” (che si terrà tutte le sere alle 20 in piazza Garibaldi). 
Ogni sera una casa storica aderente all'Associazione Nazionale Case della Memoria propone la conoscenza di un grande personaggio della cultura anche dal punto di vista del quotidiano, e quindi del cibo. Si tratta di una degustazione guidata di un prodotto o di una ricetta collegata al protagonista della serata curata dall'Associazione Nazionale Case della Memoria (www.casedellamemoria.it). 
Si parte sabato 25 giugno con Giosuè Carducci (Lucca 1835/Bologna 1907). Lo scrittore, che veniva spesso a trovare la sua amica contesa Silvia Baroni Pasolini Zanelli a Cesena (Villa Silvia), prediligeva i piatti semplici della tradizione romagnola, accompagnati da un buon bicchiere di Sangiovese. In degustazione: Strozzapreti Carducciani – Sangiovese delle colline cesenati. Si ripete anche domenica 26 giugno. 
Lunedì 27 giugno tocca a Silvio Pellico (Saluzzo 1789/Torino 1854) L’edificio di origine medioevale, dove lo scrittore e patriota Silvio Pellico nacque e trascorse i primi anni di infanzia, è dal 2011 sede di una casa museo: qui sono esposti i cimeli dell’autore de Le mie prigioni. Dal 1831 Pellico ritornò periodicamente a Saluzzo: qui, ospite della nobiltà locale, degustò i piatti tipici della tradizione piemontese. In degustazione: aioli e bagnetto verde con crostini, quadrotti di polenta gratinata con tomino di Melle, vino Pelaverga delle “Colline saluzzesi” 
Martedì 28 giugno è la volta di Giovanni Boccaccio (Certaldo 1313/1375) A Certaldo, nel cuore della Valdelsa e adagiato sulle belle colline toscane, si trova la Casa, sede dell’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio, divenuta Museo visitabile. Il Decamerone, l’opera più famosa del poeta, celebra con insistenza anche i fasti gastronomici dell’epoca, ben raffigurati nella Città di Bengodi. In degustazione Zuppa con la famosa Cipolla di Certaldo, raffigurata da secoli nello stemma del Comune e citata nella decima novella della sesta giornata, quella di Frate Cipolla. In collaborazione con Consorzio Produttori Agricoli Cipolla di Certaldo 
Mercoledì 29 giugno si scopriranno i gusti culinari di Nicolò Machiavelli (Firenze1469/1527) A Casa Machiavelli, nel 1512 e dal 1513 in poi, Niccolò Machiavelli visse confinato, alternando l’esercizio delle lettere, alle cure dei campi, e trovando modesto svago alla famosa Hosteria. Niccolò fu attento amministratore delle sue vigne. Qui vi scrisse Il Principe la sua più grande opera. In degustazione La Pappa al pomodoro, uno dei piatti più antichi della tradizione toscana. Assaggio di braciola ubriaca, un piatto che Machiavelli amava molto degustare all’Hosteria La finocchiona, il famoso salume di un tempo con il finocchietto nato nella zona di San Casciano 
Giovedì 30 giugno si fa il bis con Machiavelli. 
Venerdì 1 luglio è la volta del grande Giuseppe Verdi( Le Roncole 1813/Milano 1901) Villa Verdi a Sant'Agata è la casa dove il Maestro visse per più di 50 anni. In degustazione "i salumi tanto amati dal maestro" , in collaborazione con il salumificio Dassena di Busseto. 
Sabato 2 luglio si parlerà dei piatti di Lorenzo Bartolini (Savignano 1777/Firenze 1850) Uno dei più importanti scultori italiani, fu definito il “nuovo Canova”. Lavorò’ tra Firenze e Parigi. Ormai famoso, scrive sulle proprie umili origini: “nella sua fanciullezza, per sopravvivere ai lunghi inverni, venne divezzato a castagne e spesso nel suo girovagare si nutriva con frutti locali”. Era consuetudine che tra gli olivi e le viti venissero coltivati alberi da frutto, di varietà resistente e che richiedessero poca cura. Queste varietà, spesso autoctone, sono quelle che l'Az. Ag. La mandrina, che collabora alla serata, ricerca e coltiva usandone i frutti per produrre marmellate e composte. In degustazione marmellate e composte da frutti antichi Bruschette con olio extravergine di oliva della Valbisenzio 
E per concludere domenica 3 luglio si celebrano i piatti di Raffaele Bendandi (Faenza 1893/1979 ). Di origini molto modeste, autodidatta, la sua vita fu segnata nel 1908 dal terribile terremoto di Messina. Si pone quindi un importante obiettivo: prevedere i terremoti e salvare delle vite umane. A questo ha dedicato la sua vita. In degustazione zuppa di cereali che rispecchia la cucina povera delle case. 
 

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