rotate-mobile

CesenaToday

Redazione

Rivoluzione!

Lo confesso: ho un debole per il Sud Italia. Da discendente del popolo cimbro quale sono (almeno nell’aspetto), vivo però un conflitto: da una parte, non posso rinnegare i miei antenati; dall’altra, non posso ignorare le passioni personali, le ragioni del cuore. Napoli, Roma, il Salento, la Sicilia sono la pancia e il cuore pulsante dell’Italia, l’area culturale maledetta che amo di più. Perché? Perché è ricca di contraddizioni e di contrasti. Perché è uno scrigno antico che racchiude gioielli unici al mondo, irriducibili stereotipi oltre confine (pizza, mafia e mandolino non sono certo presidi brianzoli) e passioni vitali. Perché è una terra bella e dannata dove gli uomini che la abitano hanno trasformato la necessità in virtù, il dramma in ironia, la tragedia in commedia. Con profetica saggezza, Giuseppe Mazzini ammoniva: “L’Italia sarà ciò che il Mezzogiorno sarà”. Aveva ragione.

Imprese storiche ebbero inizio proprio all’estremo sud, da quell’isola lontana dagli occhi e dal cuore del Potere: l’unificazione d’Italia con lo sbarco dei Mille a Marsala, la liberazione dal nazifascismo da parte degli Alleati. Oggi, magari con toni meno epici, il Movimento dei forconi rivendica finalmente una dignità relegata per anni in cantina. Gli esempi sono molti.
“La rivoluzione”, ha detto un meridionale con le palle come Roberto Saviano, “è fare il proprio lavoro”. Concordo, aggiungendo di fare molta attenzione ai capipopolo e alla loro richiesta di delega partecipativa, poiché la rivoluzione per procura è una contraddizione in termini. Il cambiamento inizia da dentro di sé e per sé!

Popolo del Sud, se sei demotivato, fai tesoro di questo detto napoletano: “Tre so' 'e putiente: 'o papa, 'o rrè, e chi nùn tene niente”. Popolo del Sud: rialzati ed avviamoci sulla strada del riscatto!
 

CesenaToday è in caricamento