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Vacanze nostalgia

Eccoli gli operai sul prato verde
a mangiare: non sono forse belli?
Corrono le automobili d'intorno,
passan le genti piene di giornali.
Ma gli operai non sono forse belli?
(S. Penna)

C’è un sentimento umano che non conosce i limiti dello spazio e del tempo (almeno di quel tempo scandito che comunemente si conosce). Riaffiora a ogni distacco, a ogni interruzione.

In questo periodo, a esempio, si interrompe la scuola per l’arrivo dell’estate e arrivano le vacanze, termina il lavoro di un anno e si avvicendano le ferie. Si parte dunque! O quantomeno ci si ferma si interrompe un’attività per intraprenderne un’altra con caratteristiche e tonalità diverse.

Si potrebbe dire che alla routine dell’occupazione fatta di ore, giorni, mesi, impegni, scadenze e incombenze, finalmente si alterna il riposo. Quale intimo sentimento accompagni l’atteso momento è un mistero che ciascuno porta in sé. Con tonalità sentimentali diverse, più dilatate e cariche di prospettive e opportunità, il tempo del riposo porta con sé anche un distacco, una interruzione, si potrebbe dire una “vacanza”. E le stesse parole “ferie, vacanza” assumono un significato diverso. Nel primo caso c’è una astensione (dal lavoro) mentre nel secondo, una privazione, una perdita: l’occupazione rimane priva (vacante, appunto) del suo titolare.

Si potrebbe disegnare una caratterologia della persona che si prepara alle ferie o alle vacanze. Alcuni organizzano tutto con meticolosa puntualità, con le notizie meteo a far da padrone nell’organizzazione del possibile viaggio da compiere. E poi, il traffico, la valutazione delle tariffe, i tragitti più brevi o quelli meno costosi. Affiora una metodologia basata sulla partenza intelligente – priva di pericoli o possibili imprevisti – quale: partire nelle prime ore dell’alba, evitare i giorni festivi, rifornirsi di carburante alla chiusura delle stazioni di servizio etc. Altri invece mollano gli ormeggi, fluttuano nell’attesa della partenza, disimpegnati in una prolungata attesa, quasi la partenza non dovesse arrivare mai. Come a volerla allontanare, negandola, appena appare all’orizzonte. C’è chi invece affida tutto agli altri, alle agenzie, ai compagni di viaggio: sono i dégagé della vacanza che con proverbiale disinvoltura evitano tutte le incombenze destinandole di volta in volta alla comitiva, al gruppo, alla moglie o alla compagna.

Le vacanze spesso fanno coincidere nello stesso atto la partenza con il ritorno. Ritorna a casa il migrante, lo studente, una volta quando ce n’erano, anche l’operaio. In questi casi (ma anche negli altri) il viaggio è colorato di un sentimento particolare: è il viaggio di ritorno, quello della nostalgia di ciò che si è lasciato. Non è sicuramente un viaggio di conquista verso terre nuove e inesplorate, verso mete sconosciute. È il dolce struggimento del ritorno che lo contraddistingue e che riaffiora, liberandosi dalla routine dell’occupazione, dell’incombenza, degli impegni oramai messi da parte.Ogni processo evolutivo porta con sé un “dolore” caratterizzato da un processo di separazione e di nuova acquisizione. Ci si separa da ciò che è stato e non potrà più essere per abbracciare ciò che è nuovo e si viene via via acquistando. Fa parte del ciclo vitale di ciascuno: del migrante, dello studente, dell’operaio. L’interruzione dell’occupazione e la preparazione del viaggio portano con sé una lieve regressione verso il bel tempo andato quello dei ricordi passati, dei luoghi dell’infanzia, degli amici della irripetibile libertà adolescenziale. Un ritorno verso un “paradiso” passato dove era possibile vivere senza pena e non si conosceva né fatica né lavoro, nessuna lotta per la sopravvivenza. Il paradiso appunto dell’irripetibile infanzia, contrapposto alla lotta per l’affermazione nel mondo che coincide sin dalle prime fasi evolutive con la costruzione dell’identità e l’affermazione di sé.

E dunque, parafrasando una bellissima poesia di Sandro Penna, non sono forse belli gli operai a mangiare sul prato verde – come sospesi in una dimensione fantastica – mentre il mondo continua a andare intorno a loro.

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