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Venerdì, 19 Aprile 2024

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Redazione

Una nuova promessa esistenziale

A Forlì, lo scorso mese, è stato presentato dal suo autore, Dott. Mauro Julini, il libro "Conflitti, negoziati , negoziatori: dimensioni del dialogo attraverso la storia" e l'incontro è stato l'occasione per un arricchimento e per una serie di considerazioni molto interessanti, anche per uno psicologo sociale.

La prima riflessione sarebbe qualcosa di scontato se non avesse una incidenza enorme sulla qualità della vita quotidiana di tutti noi: siamo diventati tutti più irascibili e l'aggressività si moltiplica e pervade la nostra quotidianità.

I motivi sono molteplici: da quelli legati a un eccesso demografico a quelli connessi con la frenesia produttiva, dai condizionamenti dei mass media alle conseguenze legate a una tecnologia iper invadente. Sta di fatto che assistiamo ad una crescita smisurata dell'aggressività e di conseguenza ad un bisogno sempre maggiore di imparare a "negoziare" piuttosto che ad aggredire.

Riconosciuti questi fatti lo psicologo sociale pensa che si potrebbe lavorare a due fattori : il riconoscimento dell'altro e una nuova promessa esistenziale.

Riconoscere l'altro come individuo diverso da me e riconoscerne il pieno diritto ad essere tale è la base per poter dialogare. Se io non riconosco l'altro per ciò che effettivamente è (un individuo diverso da me , ma con eguali diritti e doveri) la possibilità di dialogo si trasforma in un desiderio di annientamento dell'altro che, in quanto diverso, diventa una potenziale minaccia. 

Nelle tribù di cacciatori raccoglitori e in società che oggi spesso definiamo arretrate il riconoscimento dell'altro è insito nell'insegnamento e nella vita del gruppo, inoltre meccanismi quali il biasimo della collettività e l'autorevolezza degli anziani offrono altri efficaci sbocchi costruttivi ai contrasti ed alle conseguenti spinte aggressive. Nelle attuali realtà occidentali non solo questi ed altri meccanismi utili per la gestione dei nostri egocentrismi sono venuti meno, ma si è realizzata una "promessa esistenziale" basata, in maniera esclusiva, sulla quantità monetaria (volgarmente "l'avere soldi!"). 

Cos'é una promessa esistenziale? Provate a pensare cosa può succedere quando una società non può garantire alle nuove generazioni il libero accesso all'acqua potabile, all'aria respirabile, al cibo sano, ad un lavoro realizzante, a una serie di ricche relazioni sociali. Quando una società non è più in grado di offrire alle nuove generazioni una simile promessa le condanna a porre l'accento sul bisogno primario della propria individuale sopravvivenza. In una simile realtà l'altro diventa esclusivamente un concorrente da sconfiggere in una lotta che vede solo due possibilità: io vinco e tu perdi oppure tu vinci ed io perdo.

In un futuro che abbia simili premesse non c'è ripresa economica che possa tenerci a galla e, molto modestamente, lo psicologo ritiene che una maggiore attenzione agli aspetti brevemente accennati aiuterebbe ad uscire dallo stato di crisi in cui ci sentiamo intrappolati.

Una nuova promessa esistenziale

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