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Finalmente in vacanza!

“Finalmente in vacanza!” è la sentenza che molti di noi in queste settimane esclamano con gioia, ed abbiamo tutti i buoni motivi per esserne lieti.

Andare in vacanza è infatti fondamentale per la nostra salute psico-fisica, dal momento che ci permette di recuperare risorse, consumate nel corso dell'anno lavorativo, mediante l'interruzione delle solite routine quotidiane. Ciò che comunemente chiamiamo "staccare" permette al nostro corpo ed alla nostra mente di reintegrare energie e tenere a bada i livelli di stress, attraverso lo svolgimento di attività per noi piacevoli, che siano praticare sport, immergerci nella natura o semplicemente il dolce far niente, attività comunque distanti (se ce lo possiamo permettere anche in senso geografico) da quelle a cui siamo abituati nel resto dell'anno.

La vacanza estiva, per alcuni versi imposta dalle condizioni meteorologiche stagionali (l'alta temperatura in primis, che rende difficoltose, se non rischiose, alcune attività lavorative), tuttavia risponde in primo luogo ad esigenze legate alla nostra natura: nessuno di noi è infatti dotato delle risorse necessarie per svolgere le stesse attività in modo continuo oltre un certo lasso di tempo, almeno non senza riportare conseguenze negative per la propria salute. Assieme ad altri momenti di pausa (come quello del sonno, dei pasti, etc...) che ciclicamente scandiscono la nostra vita, anche il periodo di vacanza ci ricorda che siamo fondamentalmente esseri umani, organismi specializzati sì nell'ampliare le proprie capacità, attraverso la creazione di utensili sempre più efficaci e sofisticati, ma sempre e comunque soggetti ai limiti ed ai ritmi previsti da madre natura.

Finalmente in vacanza, dunque, ma facciamolo seriamente: cerchiamo di rendere il nostro periodo di ferie il più possibile compatibile con i nostri ritmi naturali, solo così potremmo beneficiarne appieno. Il ragionamento sembra elementare nonché scontato...ma quanti di noi riescono a metterlo in pratica?

La riscoperta di giornate più a misura d'uomo avviene attraverso piccole ma importanti scelte, come il necessario distacco da alcune comodità, entrate a far parte del nostro quotidiano, le quali tuttavia sono per noi fonti di stress, dal momento che poco rispettano i nostri limiti naturali: parliamo soprattutto delle nuove tecnologie informatiche. Notebook, smartphone e tablet finiscono sempre più spesso nei bagagli dei vacanzieri, seguendoci nei luoghi di villeggiatura. Le giornate sotto l'ombrellone o in baita rischiano così di essere scandite dagli aggiornamenti di status su Facebook, o peggio dallo scambio di mail di lavoro. Il rischio, come molti lavoratori in vacanza avvertono sulla propria pelle, è quello di non “staccare” mai realmente dalla vita del resto dell'anno, trovandosi a decine di chilometri dall'ufficio, ma mentalmente inchiodati alla propria postazione lavorativa.

Sotto diversi aspetti il modo di funzionare delle tecnologie informatiche non viene incontro alle nostre capacità mentali, men che meno in un periodo in cui ci farebbe bene far “prendere aria” al nostro cervello. I nostri strumenti preferiti, ad esempio, offrono una quantità di informazioni sproporzionata rispetto a quella che il nostro sistema cognitivo può gestire (sono noti gli effetti negativi dell'information overloading, il sovraccarico che la nostra mente subisce a fronte di un eccesso di informazioni). I vari software contenuti nei nostri apparecchi spesso richiedono il nostro tempo per motivi di manutenzione (scaricare aggiornamenti, estensioni, nuove versioni, impostare le nostre preferenze di utilizzo, eccetera). Inoltre, non da ultimo, la connessione costante ai social network ed alla posta elettronica ci tiene costantemente legati ad una rete virtuale di relazioni, di fronte alla quale sentiamo di avere determinati obblighi, come quello di rispondere il prima possibile ai messaggi che ci vengono inviati dai nostri contatti.

Per questi ed altri motivi le nuove tecnologie non rispettano i nostri limiti, ci impongono le loro esigenze, o meglio, siamo noi che ce le lasciamo imporre: c'è un sottile confine tra il servirsi di questi strumenti a nostro piacere ed il venirne schiacciati, obbligati a seguirne i ritmi, per definizione dis-umani. Tutto dipende dal nostro buon senso e dalla forza di volontà nell'imporci una certa disciplina. Il periodo vacanziero potrebbe essere l'occasione giusta per ritrovare equilibrio nel nostro rapporto con la tecnologia, e condizionare il suo utilizzo ai nostri ritmi, piuttosto che il contrario.

Buoni propositi per la stagione, quindi: diamoci la possibilità di “staccare” anche dal rapporto che solitamente abbiamo con i nostri apparecchi elettronici e, invece di continuare a tentare (inutilmente ed in modo controproducente) di trasformarci in robot super-efficienti, multitasking e sempre interconnessi, proviamo a riprendere il controllo nell'utilizzo delle nuove tecnologie, a partire dalla consapevolezza dei nostri limiti e dei nostri ritmi. Come? Ad esempio, aggiornando i nostri status a “Non ci sono per nessuno fino a stasera”, lasciando i nostri apparecchi a casa e convincendoci che in fondo, anche senza smartphone e computer, possiamo comunque arrivare fino a fine giornata. Non cascherà il mondo se non rispondiamo subito ai messaggi in bacheca! Dopo un iniziale senso di vuoto e di lieve ansia (ogni distacco è, a suo modo, difficile), probabilmente inizieremo a sentirci più rilassati, liberi da un invisibile peso, più disposti a goderci ritmi di vita più cadenzati e momenti di qualità con i nostri compagni di viaggio.

Allora potremo dire a noi stessi di essere finalmente in vacanza.

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