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La chiesina progettata da Ilario Fioravanti compie 40 anni: la storia di Sorbano

"Da non dimenticare l’anima della chiesa di Sorbano - ricorda don Bosi -: don Egisto Battistini, che volle fermamente questo luogo per tutta la comunità. Progettata dal famoso Ilario Fioravanti, è stata realizzata dalla ditta Fabbretti della zona"

Apre l’intenso mese di celebrazioni mariane nel sarsinate alla parrocchia di Sorbano, dove quest’anno i festeggiamenti sono dedicati al 40esimo anniversario di costruzione della chiesa. Sabato 6 maggio, presso la Celletta della Madonna di via Ponte, si terrà il rosario alle 20.30,  mentre domenica 7, alle 17, la messa seguita dalla breve processione e dal consueto rinfresco. Sarà allestita domenica una mostra fotografica sulla costruzione della chiesa, formata da 18 pannelli misuranti 100 x 150 cm, realizzati e donati da don Daniele Bosi, legato alla comunità fin dalla fanciullezza, pur essendo di Sarsina centro.

"Da non dimenticare l’anima della chiesa di Sorbano - ricorda don Bosi -: don Egisto Battistini, che volle fermamente questo luogo per tutta la comunità. Progettata dal famoso Ilario Fioravanti, è stata realizzata dalla ditta Fabbretti della zona. Dedicata a San Massimiliano Kolbe, è sia luogo di culto per la località sia monumento ai Caduti. Sarà allestita una piccola mostra fotografica curata da me. Dal 1300 ad oggi l’edificio parrocchiale ha dovuto cambiare sede ben quattro volte, data la natura franosa del suolo".

La storia

"Un'ordinanza del sindaco di Sarsina (Sorbano non era più comune dal 1964) in data 14 marzo 1969 aveva fatto chiudere al culto la vecchia chiesa parrocchiale perché, a giudizio di geologi qualificati, tutto il gruppo di case di “Sorbano-castello”, comprese chiesa e canonica, si trovava sulla direttiva della frana iniziata nel 1936, nel 1939 aveva travolto diverse case nelle località “Cassandra e Fontanaccia” e nel 1966 aveva dato nuovi accenni di ripresa - racconta don Bosi -. L’allora arciprete don Germano Reali aveva velocemente sgombrato chiesa e canonica e si era stabilito a Sarsina; per il culto in un primo tempo venne usata una stanza a Cà di Martino, in seguito il sindaco aveva concesso di adibire a chiesa la migliore sala al pianterreno, del palazzo comunale del cessato Comune di Sorbano. Era una sistemazione provvisoria che non dava spazio ad alcuna attività parrocchiale. I buoni parrocchiani di Sorbano rimpiangevano le feste, le processioni e le manifestazioni alle quali erano abituati".

"Da tempo l’amministrazione comunale aveva acquistato nei pressi di Cà di Martino un appezzamento di terreno per farne il “Parco della Resistenza” in memoria delle vittime. Nel primo progetto si era pensato ad un monumento ed una croce ed, in seguito, un tempietto per ricordare cristianamente le vittime. Il monumento fu iniziato nel 1978 e terminato nel 1980. Riguardo al tempio votivo, il desiderio del Comune si unì alla volontà di ridare alla parrocchia un vero luogo di culto - prosegue Bosi -. Così il Comune offrì gratuitamente l’area per costruire una chiesa che fosse contemporaneamente chiesa parrocchiale e tempio votivo dei caduti della Resistenza. Il Vescovo nel 1977 e nel 1978 presentò domanda per il contributo che lo Stato concede per le nuove chiese. Per diverse ragioni la domanda trovava difficoltà di accoglimento. Se ne interessò l’onorevole Lorenzo Cappelli presso il presidente della Commissione di Arte Sacra illustrando ampiamente la duplice finalità dell’edificio. Nel marzo 1980 giunse il decreto che assegnava il contributo di 50 milioni e, il permesso per l’inizio dei lavori, si ebbe solo il 31 ottobre 1981. I prezzi dell’edilizia nel frattempo erano aumentati enormemente; all’atto esecutivo dell’opera, iniziata solo nell’aprile del 1982, il contributo statale copriva solo la metà della sola chiesa, senza contare i locali necessari per una comunità parrocchiale. Il costo è stato di 150 milioni, dei quali un terzo dallo Stato in base ad una legge sulle nuove chiese; un’altra ventina di milioni è stata raccolta fra gli abitanti del posto e i famigliari delle vittime della rappresaglia; per il resto ha contribuito il parroco don Egisto".

"Dentro la prima pietra vi è stata murata una pergamena firmata dal Vescovo, dal sindaco, dal parroco don Egisto e da tutti i capofamiglia della parrocchia di Sorbano. Vi si legge: 'La chiesa, progettata dall’arch. Ilario Fioravanti di Cesena, costruita dalla ditta Fabbretti Giacomo di S. Agata F., finanziata per metà dallo Stato Italiano e per la rimanente spesa dal Parroco Battistini don Egisto, dal Comune di Sarsina che ha donato anche l’area, dai parrocchiani e da altre benemerite persone' La chiesa votiva, opera di Fioravanti, è stata costruita cercando di conferirle una aristocratica aulicità distaccata. La costruzione è a pianta centrale a croce greca con una cupoletta da cui viene la luce. 'L’aspetto di cui ho tenuto presente - dice l’architetto -è l’inserimento nell’ambiente, che è piuttosto difficile'”.

La chiesa si trova ai piedi di un ripido pendio, dove il terreno degrada nel Parco della Resistenza, poco al di sopra della strada nazionale. Al termine del ponte sul fiume Savio la chiesa con la sua volumetria piuttosto alta si stacca nell’ambiente circostante senza tuttavia prevaricarlo né tanto meno esserne schiacciata. "Il caldo mattone con cui è costruita instaura un rapporto dialettico contrastante con il cemento grezzo del monumento adiacente, compresa la statua bronzea senza mani e sanza piedi, simbolo delle barbarie della guerra", conclude il parroco.
 

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