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Effetto Covid, allarme adolescenti per gli esperti: "Raddoppiate turbe e atti di autolesionismo"

Attacchi di panico, comportamenti autolesivi, turbe del comportamento: questi sono alcuni dei disagi che nell'ultimo anno di pandemia hanno colpito soprattutto gli adolescenti

Attacchi di panico, comportamenti autolesivi, turbe del comportamento: questi sono alcuni dei disagi che nell'ultimo anno di pandemia hanno colpito soprattutto gli adolescenti, dai 12 ai 19 anni circa (soprattutto di sesso femminile), ma non ha risparmiato nemmeno gli adulti. Disagi che, purtroppo, sono sempre esistiti ma, che durante il periodo di distanziamento, didattica a distanza, impossibilità di fare attività sportiva e permanenza "forzata" a casa, hanno sicuramente avuto un'improvvisa e importante acutizzazione. Se n'è parlato in una diretta sulla pagina facebook del Partito Democratico di Cesena moderata da Lorenzo Plumari, segretario del Pd di Cesena, e che ha visto a confronto due esperti del settore: il dirigente medico di Pischiatria dell’Ospedale Bufalini, dottor Giovanni De Paoli e il direttore di Pediatria e Terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Bufalini, dottor Marcello Stella.

L’obiettivo dell'incontro è stato quello di approfondire gli aspetti legati all’impatto sulla salute mentale della situazione emergenziale: alla malattia connessa all’infezione si è aggiunto un impatto notevole sul benessere psichico di tutta la popolazione, sia di chi è venuto a contatto col virus in maniera diretta, sia di chi ha visto minacciata la propria situazione lavorativa e quindi economica e infine su chi versava già in situazioni economiche-sociali svantaggiate. In particolare, come detto, si è evidenziato il balzo in avanti del disagio psichico tra i bambini e gli adolescenti, con l’aumento esponenziale dei ricoveri per manifestazioni gravi di disagio e di episodi legati all’ansia, all’insonnia e alla depressione tra i giovanissimi.

"Era un fenomeno già in ascesa prima del Covid - ha specificato Giovanni De Paoli - ma la pandemia l'ha moltiplicato. Noi vediamo solo la punta dell'iceberg ma gli eventi di autolesionismo e le turbe di comportamento sono cresciute, direi raddoppiate. Ad arrivare al pronto soccorso sono soprattutto adolescenti di sesso femminile. E il fenomeno, tra l'altro, è un po' fluttuante. All'inizio dell'ondata del Covid abbiamo visto un calo, come se ci fosse una particolare tensione capace di tenerli lontani dalle eventuali crisi, poi durante l'ondata piena, invece, i casi aumentano. E questo andamento si è replicato per tutte e tre le ondate".
Entrambi i medici sono concordi nella democraticità del virus nella fase di contagio,  ma poi nel post-covid, ovvero nelle modalità con cui un paziente ne viene fuori, il discorso cambia perché gli strumenti e le risorse che ogni famiglia ha a disposizione per curarsi, anche a livello psicologico ed emotivo, sono diversi. Chi può e comprende la necessità, viene seguito da uno psicoterapeuta, ha molte più risorse a disposizione. Gli altri fanno con quello che hanno, a volte sottovalutando dei problemi che, invece, prima o poi riscoppieranno.  

"Anche quando supereremo questa pandemia non spariranno questi sintomi - ha affermato il dottor Marcello Stella - quindi è importante un cambio culturale e di atteggiamento negli specialisti e un ritocco nell'organizzazione per affrontare i problemi legati ai disagi sempre maggiori che colpiscono il mondo dell'infanzia e dell'adolescenza. I neuropsichiatri infantili, purtroppo, attualmente sono pochissimi. E' importante che le risorse che arriveranno per la sanità siano impiegate anche in questo settore, che diventerà sempre più importante e strategico per il benessere di tutta la comunità".  

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