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Da Cesena a Milano passando per Londra: la sfilata punk di Simon Cracker alla Fashion week

In una fashion week milanese che ha voglia di ricominciare Simon Cracker ha portato show massimalista, ricco e pieno di dettagli. Tutti si sono spogliati e sono tornati al basico sulle passerelle

Quelle di Simone Botte sono storie raccontate attraverso i vestiti, assieme a Filippo Biraghi il brand coordinator da ormai due stagioni. Da Cesena a Milano per la fashion week milanese, la sfilata di Simon Cracker è punk, arrabbiata e dice no alle ingiustizie che fanno parte del mondo, con un finale dedicato a Vivienne Westwood stilista e attivista inglese che da poco ci ha lasciati.

La Romagna vive nella collezione attraverso i filati salvati dal macero, che ritornano a vivere diventando divise di lana accostate a capi spalla fatti di coperte avanzate da donazioni a case famiglia di Cesena, sterilizzate, smontate e rimontate in modo scenico in una collezione che onora chi ha vissuto questi oggetti prima con il forte supporto del campo Emmaus di Tipano che ci aiuta a salvare fino all’ultimo capo destinato al macero.  “Sono onorato di lavorare con Natalia che mi ha visto crescere e ora gestisce lo scarto del campo Emmaus e mi da la possibilità di continuare quella che da anni ormai é una missione.Ho molto rispetto per tutti i materiali che recuperiamo anche quando vengono abbandonati, noi cerchiamo di vederci altro e dargli una seconda e a volte una terza vita sotto un nuovo racconto, il nostro - spiega lo stilista cesenate -. Portiamo rispetto nei confronti di chi ha utilizzato e vissuto prima un oggetto e lo trasformiamo in sculture piene di energia, come faceva mio nonno dipingendo su materiali di scarto trovati qua e là”.

In una fashion week milanese che ha voglia di ricominciare Simon Cracker ha portato show massimalista, ricco e pieno di dettagli. Tutti si sono spogliati e sono tornati al basico sulle passerelle mentre il duo Botte - Biraghi ha puntato sulla provocazione, sui capi manifesto che devono sottolineare il loro disappunto nei confronti di quello che sta succedendo nel mondo. “La moda se usata nella maniera giusta è un mezzo per comunicare, protestare e anche insegnare qualcosa a chi ci segue e ci stima. Non è il momento di fare collezioni sui ricordi, su situazioni personali e leggerezza. Per noi è il momento di essere sinceri e cominciare a parlare di soluzioni per questo mondo che sotto tutti i punti di vista sta andando al macero dalla situazione ambientale alla guerra dietro l’angolo", aggiunge.

La collezione è dura, arrabbiata e i ragazzi di ogni età, fisicità e genere hanno marciato pensando a tutto quello che li fa arrabbiare e hanno detto 'no' con uno sguardo. Presenti alla sfilata tantissimi influencer e stampa da tutto il mondo incuriositi da questo brand che pian piano si sta facendo conoscere senza filtri e per quello che è: punk e legato alle tradizioni, artigianato e sostenibilità Made in Cesena. La collezione vede due collaborazioni importanti: Gaia Segantini designer ecosostenibile Marchigiana per la maglieria retata multicolor e con Jamie Reid l'inglese che inventò le grafiche della band punk più famosa al mondo i Sex Pistols.


 

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